Gesellschaft | L’indagine

Sudtirolo felice

Gli altoatesini sono i più soddisfatti d’Italia: Bolzano è in testa nella classifica Istat su famiglia, amici, lavoro. Trento indietro, il Codacons e il Sud che arranca.
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Foto: Suedtirolfoto/Othmar Seehauser

Il dato sembra fare a pugni con altri indicatori di senso inverso, vedi l’alta incidenza dei suicidi verso i quali la rete territoriale ha appena rafforzato il lavoro di prevenzione. Nonostante quest’apparente contraddizione, l’Alto Adige risulta in testa alla classifica elaborata dall’Istat sulla soddisfazione dei cittadini nelle regioni e province italiane. L’indagine che conferma la forbice tra sud e nord del Paese segnalata dal Codacons certifica il primato della provincia di Bolzano. Che arriva prima con un dato del 67,1%, mentre la media del Trentino Alto Adige è 62,2% (Trento sotto di 10 punti, al 57,6%). Un ottimo risultato per il giudizio dei residenti su un ampio ventagli di aspetti: relazioni in famiglia, amicizia, salute tempo libero, lavoro e situazione economica.

 

Primato alpino

 

Secondo lo studio pubblicato dall’Istituto nazionale di statistica, il Trentino Alto Adige è la regione con la soddisfazione maggiore. Quasi venti punti oltre la media italiana (43,2%): la percentuale riguarda coloro che, interpellati dall’Istat fra le persone con 14 anni di età o più, hanno espresso in merito alla loro “soddisfazione per la vita” un punteggio da 8 a 10 su una scala da 0 a 10. L’indagine, si specifica, è stata realizzata nel primo trimestre del 2019, su un campione di 24.000 famiglie.

Bolzano prima con il 67,1% di intervistati che hanno dato un giudizio pieno sulla soddisfazione per famiglia, amici, lavoro, tempo libero. Trento sotto di 10 punti (57,6%)

 

 

In generale le notizie fornite dalla rilevazione sono positive. Gli italiani, precisa l’istituto, sono “più soddisfatti per la situazione economica e la vita nel complesso”. “La soddisfazione per la vita nel complesso migliora rispetto all’anno precedente, confermando un trend positivo iniziato nel 2016”. Inoltre, “dopo la stasi del 2017-2018, torna a crescere la quota di persone di 14 anni e più che si dichiarano molto o abbastanza soddisfatte per la propria situazione economica, raggiungendo il 56,5%”.

Migliora il quadro nazionale: gli italiani sono più soddisfatti e aumenta la fiducia nel prossimo

 

Cresce la fiducia negli altri

 

Particolare importante migliora la fiducia negli altri: “La quota di persone per cui la maggior parte della gente è degna di fiducia raggiunge il 23,9% nel 2019 rispetto al 21,0% del 2018”. C’è quindi in generale più fiducia e maggiore soddisfazione per le relazioni familiari (in testa con l’89,7% seppure in calo dello 0,4%), quelle amicali, poi salute, lavoro, anche a seguire le percentuali di giudizi positivi calano per tempo libero (68%) e situazione economica (56,5%).

 

 

Il Codacons: nord e sud, troppo divario

 

Di fronte al divario geografico si mostra critico il Codacons, che ha elaborato i dati sulla felicità regione per regione. “Anche sul fronte delle condizioni di vita e della fiducia il Paese è letteralmente spezzato in due, con una forbice molto alta tra Nord e Sud Italia - spiega il presidente Carlo Rienzi -. Il Nord presenta infatti la quota più alta di coloro che dichiarano un voto compreso tra 8 e 10 rispetto alla soddisfazione per la vita (46,7%), percentuale che nel Mezzogiorno si ferma al 39,2%”.

Anche sul fronte delle condizioni di vita e della fiducia il Paese è letteralmente spezzato in due, con una forbice molto alta tra Nord e Sud Italia. Mentre il Trentino Alto Adige è in vetta con il 62,2%, in Campania la percentuale si dimezza ed è ferma al 31,6% (Carlo Rienzi, Codacons)

Abissali, tuona l’associazione dei consumatori, le differenze a livello regionale: “Mentre il Trentino Alto Adige è in vetta con il 62,2%, in Campania la percentuale si dimezza ed è ferma al 31,6%”, aggiunge il Codacons. “Numeri che dimostrano ancora una volta come nel Mezzogiorno le condizioni di vita dei residenti siano indietro rispetto al resto del Paese, e come non sia stato affatto abbastanza per colmare questo gap” conclude Rienzi.