Abbasso le bandiere

Ho un grosso problema con le bandiere. Perché creano sempre dei casini. Io sono nato e cresciuto in Germania. Sono tedesco. Ho studiato a Bolzano, dove, da quando lavoro, ho pagato tutte le mie tasse per circa 30 anni.
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  • Qualche tempo fa ho ricevuto la cittadinanza italiana. Ho pagato ca. 350€ di marche da bollo per averla e l’ho aspettata per tre anni. Ma l’ho fatto per poter esercitare il mio diritto di voto nel paese in cui vivo, il mio nuovo paese.

    Dopo il mio giuramento, la rappresentante del comune mi ha regalato una copia stampata della costituzione insieme ad una piccola bandiera italiana fatta in poliestere (made in China - non scherzo). L’ho tenuta in mano per una foto, poi l’ho riposta nel sacchettino di plastica e messo via in qualche armadio.

    Sono scioccato dalle reazioni pubbliche che commentano con disprezzo l’atto della nuova sindaca di Merano Katharina Zeller (italiana di lingua tedesca - non siamo imparentati nonostante il cognome) di rifiutarsi ad essere forzata da un uomo che invade la sua libertà di agire.

    Non so giudicare se è uso consueto in Alto Adige indossare la fascia tricolore in occasione dell’insediamento, come lo ha fatto fieramente il neo-eletto sindaco di Bolzano (appoggiato da Fratelli d’Italia, Lega ecc.). Leggo però che la legge provinciale non lo prevede come unica possibilità.

    Sono scioccato da alcune persone che solitamente stimo e dai media, anche quelli progressisti, che ora la accusano di „vilipendio“, che termine di altri tempi. Da change.org che mi propone di firmare per chiedere le sue dimissioni.

    Il sindaco uscente, sconfitto e probabilmente deluso, le ha messo la trappola. Inoltre, l’ha trattata con paternalismo, con un malsano maschilismo, perché lei è una donna, una donna giovane. Si sarebbe mai permesso, a toccare un collega maschio da vicino, a forzarlo, obbligarlo, davanti alle telecamere? Provate ad immaginarvi quell’immagine. Non credo proprio.

    La trappola è scattata, la nuova sindaca ci è cascata e si è tolta la bandiera di dosso. E tantissimi sono cascati con lei. Hanno abboccato all’amo della solita narrativa nazionalista: „Chi si sente italiano e quanto?“. Guai se gli tocchi la bandiera.