Gesellschaft | Abitare

Abitare giovane: un percorso accidentato

Legacoopbund fa il punto su quelle che sono oggi le opportunità reali di cui dispongono le generazioni più giovani, quando scelgono di rendersi indipendenti.
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Foto: Legacoopbund

Quello attuale non è certo un momento facile per i giovani che, appena completato il percorso formativo e alle prime esperienze lavorative, cercano un alloggio per iniziare una vita autonoma rispetto alla famiglia d’origine.

Le difficoltà in questo senso sono di natura molteplice. Reperire un alloggio in affitto spesso è molto difficile oppure estremamente oneroso in relazione ai primi magri stipendi. Ed ancora più complessa è la situazione quando invece i giovani pensano in prospettiva, magari sulla scia dell’esperienza fatta dei genitori, magari ipotizzando di aderire ad una cooperativa edilizia per poter realizzare ed acquistare un alloggio.

A confermarlo è Serena Wörndle che per l’associazione delle cooperative Legacoopbund si occupa di questo settore.

Quali sono le principali difficoltà incontrate dai giovani?
Da una parte vi è il problema delle banche che, vista la crisi, fanno più fatica oggi a dare accesso al credito. E in questo senso soprattutto ai giovani, perché spesso vivono ancora situazioni lavorative non stabili che non permettono di dare le garanzie richieste. Per quando riguarda noi di Legacoopbund siamo sempre molto propensi ad incoraggiare i giovani nell’ottica dell’adesione alle cooperative edilizie, perché siamo consapevoli che l’indipendenza per loro è molto importante. Consente a loro di crescere, muoversi, seminare qualcosa nell’ottica del futuro. Però a dire il vero i giovani non si scontrano solo con la scarsa disponibilità delle banche ma anche i paletti che mette la Provincia per quanto riguarda i contributi erogati.

L’attuale normativa provinciale non privilegia i giovani?
Purtroppo è proprio così. La provincia dice che per accedere al contributo provinciale per la costruzione di un alloggio in cooperativa bisogna avere almeno 23 punti. E questi punti si raggiungono quando la persona ha una situazione lavorativa normale ed è residente in Alto Adige da almeno 28 anni.

Beh, sembra un ‘identikit’ davvero lontano rispetto a quello del ’giovane medio’.
Già. E magari un giovane di 26 anni che ha tutti i requisiti per entrare in cooperativa però fin dall’inizio è consapevole che non potrà accedere al contributo provinciale. Essendo subito tentato a fare un passo indietro rispetto alla sua intenzione originale.

Ma la nostra la nostra società sta mettendo comunque in atto delle vie che i giovani possano percorrere per rendersi prima possibile indipendenti per quanto riguarda l’alloggio?
Noi stiamo cercando di sensibilizzare la Provincia, per fare capire qual è la natura del paletto che al momento i giovani si trovano di fronte.

La vita reale dei giovani di norma è caratterizzata da un percorso scolastico piuttosto lungo e da un avvio dell’attività lavorativa all’insegna di una flessibilità che quasi sempre è sinonimo di grande precarietà. Inoltre i giovani si muovono molto, sia durante il percorso formativo sia lavorando. In questo senso stanti le regole la prospettiva di comprarsi una casa finisce per essere una chimera… Resta l’alternativa dell’alloggio in affitto, magari da condividere con altri coetanei.
Sì, quest’ultima è una prospettiva che stiamo iniziando ad approcciare. Ma siamo in fase inziale e quindi non siamo in grado di offrire proposte concrete. A differenza di quanto avviene oggi invece ad esempio in Germania o in Olanda, dove esistono soluzioni abitative a misura di giovani con la condivisione di certi spazi.

E’ paradossale: quando gli studenti studiano trovano alloggio, magari in collegio. Ma poi dopo se cominciano a lavorare sono costretti a stare a casa con i genitori.
Proprio così. In ogni caso al momento stiamo approfondendo la materia del cohousing, dove una serie di spazi appunto vengono condivisi.

Ci sono già strumenti concreti in questo senso?
Con la cooperativa di ricerca e innovazione sociale Sophia, abbiamo contribuito all’ideazione del primo progetto di cohousing e coworking nella nostra provincia. La Giunta Provinciale ha dato il via libera per il risanamento dell’ex sede Telefoni di Stato in Corso Italia, dove realizzati una trentina di alloggi per giovani e spazi abitativi condivisi, nonché locali per progetti di coworking.

Insomma: lì ci saranno primi esperimenti strutturali di cohousing. E per i giovani che, invece, preferiscono optare per l’appartamento di proprietà?
La legge che regola il settore è in fase di rielaborazione e quindi speriamo che si possa trovare una soluzione al più presto. La nuova legge urbanistica probabilmente sarà accompagnata anche da un rinnovamento della normativa sull’edilizia abitativa agevolata e anche questi aspetti verosimilmente saranno finalmente affrontati. La società è completamente cambiata rispetto ai decenni scorsi e se ne dovrà tenere conto.

Il mondo cooperativo nel suo specifico cosa potrà fare in questo senso?
Stiamo lavorando sull’individuazione di proposte che siano al contempo interessanti e appunto concretizzabili. Nello specifico: noi come cooperative facciamo la nostra parte, ma è giusto che siano i giovani stessi a spingere per definire la fisionomia delle soluzioni per l’abitare che siano compatibili con le loro reali esigenze.