Gesellschaft | Polo bibliotecario

Angelo Ventura: “Potremmo ridurre del 75% i costi previsti”

Abbattere i costi della realizzazione e salvare l'edificio. A Bolzano c'è ancora qualcuno che sta lottando per realizzare una versione alternativa del Polo bibliotecario.

Angelo Ventura ci tiene a dirlo subito: “Non sono un architetto. Sono un designer, ma soprattutto mi ritengo un cittadino che ha il dovere di fermare quello che potrebbe rivelarsi un disastro, anche semplicemente considerando i costi”.

In realtà la missione del signor Ventura è abbastanza disperata. Il Consiglio comunale ha già approvato definitivamente il progetto del nuovo Polo bibliotecario. I lavori di demolizione delle ex scuole Pascoli dovrebbero cominciare l'anno prossimo. Solo in pochissimi credono però che sia ancora possibile scendere dal treno in corsa, e infatti la conferenza stampa di oggi (21 ottobre) è pressoché deserta. Tra i politici è qui soltanto Maria Teresa Fortini (M5S), tra le più impegnate ad opporsi alla nuova costruzione.

Prosegue Ventura: “Guardi, ho recuperato un vecchio progetto dell'ingegner Renzo Segalla, risalente alla fine degli anni sessanta. Le sue idee di ampliamento e riqualificazione dell'edificio potrebbero essere ancora attuali. Si tratterebbe di aggiungere un piano, adibendolo a grande sala di consultazione, e poi, conservando interamente l'edificio, ridisegnare l'interno secondo le funzionalità desiderate. A mio avviso così facendo si potrebbero anche ridurre di molto le dimensioni, anche perché in futuro, sfruttando i mezzi digitali, non ci sarà certo più bisogno di ospitare tutta quella carta”. Il risparmio economico che si potrebbe trarre da un'operazione di questo tipo è, secondo Ventura, del 75%. “Secondo la stima più ottimistica, adesso il Polo arriverebbe a costare quasi 65 milioni di euro. Con il mio progetto si arriverebbe a quindici. Cinquanta in meno. Cosa le pare?”.

Alla fine Ventura mostra una lista di nomi. Sono i 14 candidati di punta dei partiti che si presentano al giudizio degli elettori, il prossimo 27 ottobre: “Ecco, invierò ad ognuno di loro questo foglio e vorrei che mi dessero una risposta chiara: preferite che venga attuato il progetto dell'architetto Mayr Fingerle o quello mio, del professor Angelo Ventura”? Lì, sulla scalinata della scuola morente, il quesito assume ovviamente un'intonazione retorica. Ma chi, tra gli esponenti politici interpellati, si prenderà la briga di rispondere e di riaprire un dibattito che sembra ormai completamente chiuso? “Finché la scuola è ancora in piedi nulla è perduto”, continua intanto a ripetere il designer davanti alle cinque o sei persone nel frattempo sopraggiunte. L'impressione è che non ci creda troppo neppure lui.