Manifesti fascisti a Laives
Sono spuntati in varie città d’Italia su alcune fermate di autobus e tram e negli spazi pubblicitari posizionati in vari punti del territorio comunale: a Mestre, Genova, Trento e ora anche a Laives. Manifesti fascisti non firmati e abusivi su cui campeggia la scritta “100 anni di giovinezza” sotto il fascio littorio alato, per celebrare la data del 23 marzo 1919, quando furono fondati a Milano da Mussolini i “fasci di combattimento” che poi, nel 1921, diedero vita al Partito Nazionale Fascista.
Immediata la protesta dell’ANPI che parla di “ignobili manifesti”. “Chi ha stampato, affisso e diffuso tali manifesti, ma anche chi ne ha eventualmente autorizzato, o anche solo tollerato, l’affissione - si legge nella nota diffusa da Guido Margheri, presidente locale dell’associazione nazionale Partigiani d’Italia - ha consapevolmente violato Costituzione, leggi e, soprattutto, voluto riproporre i disvalori responsabili della storia più tragica del secolo scorso nel nostro Paese e, in particolare, nella nostra terra”.
La richiesta formulata quindi alle istituzioni è quella di attivarsi immediatamente affinché i “manifesti illeciti e illegittimi siano immediatamente rimossi e i responsabili siano perseguiti ai sensi della XII^ disposizione finale della Costituzione che vieta la ricostituzione sotto qualsiasi forma del partito fascista, e delle leggi Mancino e Scelba che sanzionano ogni forma di fascismo e di razzismo. Di tale azione deve far parte anche una verifica su eventuali omissioni, o abusi d’atti d’ufficio in relazione all’operato di coloro che hanno autorizzato o autorizzeranno le affissioni”. Si accoda Andrea Tomasi, co-portavoce dei Verdi per la sezione di Laives: “Nessuno spazio deve essere lasciato a chi vorrebbe celebrare il fascismo. Vi sono leggi che chiaramente lo vietano. Confidiamo in un immediato copertura e rimozione degli stessi”.
Raggiunto al telefono il sindaco di Laives Christian Bianchi assicura che la polizia municipale sta provvedendo ad eliminare tutti i manifesti, dopo aver segnalato il fatto alla questura, “così come avviene per qualsiasi affissione non autorizzata. È evidente che qualsiasi slogan che inneggia al fascismo non può essere tollerato”, così il primo cittadino.