"Su piazza Erbe niente strumentalizzazioni"
Al di là della questione del Kaufhaus i primi segni evidenti di campagna elettorale a Bolzano riguardano la gestione del rapporto tra le generazioni. Dopo la chiusura (per i gestori solo temporanea) del locale Halle 28 in via Macello, accusato di non rispettare gli accordi dal punto di vista del 'rumore', a tenere banco è oggi un nuovo capitolo delle vicenda che riguarda il rapporto tra i residenti ed i giovani che di sera stazionano in piazza Erbe. Si tratta ormai di un lunga storia, tornata in primo piano nei giorni scorsi in seguito all'emissione di un'ordinanza super restrittiva, poi subito ritirata, da parte del sindaco Spagnolli, volta ad impedire la somministrazione di bevande (anche quelle analcoliche) in piazza Erbe dopo le ore 23.
In merito il vicesindaco Landinser nei giorni scorsi ha spezzato immediatamente una lancia a favore dei residenti, a fronte dell'atteggiamento invece molto più cauto del primo cittadino. Nelle ultime ore il tono dello scontro, fino a quel momento solo implicito all'interno della maggioranza, si è considerevolmente alzato quando il coordinatore cittadino del PD nonché presidente della commissione cultura del comune Sergio Bonagura ha preso carta e penna per ricordare che per piazza Erbe era stato a suo tempo avviato un percorso partecipato volto ad affrontare il 'problema' senza ricorrere a gesti brutalmente restrittivi o punitivi.
Dopo aver denunciato la 'strumentalità' delle polemiche di questi giorni, Bonagura ha ribadito che "in piazza Erbe da tempo è in atto un confronto tra esercenti, abitanti, proprietari e giovani". Per la gestione del tutto il comune ha coinvolto Forum Prevenzione e Volontarius, con anche il sostegno attento da parte delle forze dell'ordine.
Per Bonagura dunque "non è condivisibile sparare ora a zero, senza considerare i risultati del lavoro sul campo". Per l'esponente del PD l'intervento sulla radice del problema è necessario per non "spostarlo di fatto di via in via".
Una volta tanto che gli
Una volta tanto che gli amministratori invece di parlare, discutere e filosofeggiare in riunioni ed incontri, fanno qualcosa partono le critiche.
A mio avviso la domanda da porsi è molto semplice: chi merità più tutela? La gente che uscendo la sera si diverte, beve e conseguentemente fa baccano, sporca e disturba, oppure il residente che venerdì e sabato sera vorrebbe godere della propria abitazione e del letto per dormirci?
È senza dubbio vero, che non tutte le persone che escono la sera fanno baccano e che la gente debba anche poter divertrsi, ma che male c'è nell'obbligare la gente ad esercitare il loro sacrosanto diritto alla sbornia dentro i locali a partire da una certa ora?