Crisi in Germania, che fare?
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Aumento dei prezzi, comportamento cauto dei consumatori e previsioni critiche per il 2024: come reagisce il commercio alimentare tedesco all’attuale difficile situazione economica della Germania? Cosa significa tutto questo per le aziende altoatesine dell’industria alimentare che operano nel settore delle specialità gastronomiche e del biologico? Le risposte a queste domande sono state fornite di recente durante una giornata di consulenza organizzata da IDM Alto Adige.
La Germania è un pioniere nel campo: la prima gastronomia al mondo, Dallmayr, è stata fondata in Germania nel 1700, inizialmente con un nome diverso. Secondo i calcoli dell’“Institut für Handelsforschung”, negli ultimi anni il settore gastronomico in Germania è cresciuto ad un ritmo superiore alla media. Il fatturato del settore rappresenta attualmente l’1% del fatturato dell’intero mercato alimentare tedesco che, secondo il database globale Statista, nel 2023 ha generato un fatturato di circa 197,6 miliardi di euro in tutti i formati di vendita. Questo settore è quindi interessante per molte aziende altoatesine. Tuttavia, l’attuale crisi ha lasciato il segno anche sul mercato alimentare tedesco, con cifre di vendita attualmente in calo.
"Come molte altri settori, anche l’industria alimentare tedesca sta risentendo dell’attuale difficile situazione economica", afferma Vera Leonardelli, direttrice del dipartimento Business Development di IDM. "Secondo l’ufficio federale di statistica Destatis, nel 2023 il volume d’affari delle vendite di generi alimentari in Germania è diminuito del 3,9% rispetto all’anno precedente. Questo è dovuto al forte aumento dei prezzi dei prodotti alimentari, che sta mettendo sotto pressione la propensione all’acquisto dei consumatori". Secondo gli attuali sondaggi, non ci sono miglioramenti in vista neppure per il 2024. Naturalmente, questo ha un impatto anche sullo sviluppo commerciale e sulle decisioni nel settore gastronomico, di cui molte aziende altoatesine sono fornitrici.
Secondo Kerstin Uhlenbusch, titolare da oltre 20 anni di un negozio di gastronomia a Nordhorn, in Germania "il fatto che i prezzi siano aumentati è una realtà con cui tutti dobbiamo convivere. I prezzi non scenderanno più: il consumatore, quindi, deve decidere se acquistare il prodotto a questo prezzo oppure no". Secondo l’esperta, è "essenziale posizionarsi in modo corretto come produttore di specialità gastronomiche e differenziarsi chiaramente dal supermercato e dai prodotti industriali che vi si possono acquistare. I clienti interessati alle specialità gastronomiche non cercano necessariamente prodotti di lusso come caviale o champagne. Sono interessati alla qualità e si orientano quindi sempre più verso i prodotti artigianali. Rimangono poi fedeli ad essi, anche se magari devono limitarne la quantità o la frequenza di consumo perché il prezzo è aumentato".
Thomas Börkey-Biermann - amministratore delegato e cofondatore di Ökoring a Mammendorf, fornitore all’ingrosso di prodotti biologici con 150 dipendenti e circa 12.000 articoli biologici - ha invitato i partecipanti ad avere “il coraggio di trasformarsi”.
Ho visto un paio di commenti…
Ho visto un paio di commenti della signora Baerbock... da prendere paura! Non mi meraviglio mica che in Germania l'estrema destra stia crescendo sempre di più.
Antwort auf Ho visto un paio di commenti… von Christian I
Ach ja, was hat sie denn so…
Ach ja, was hat sie denn so Schlimmes gesagt?
So ziemlich alle Wortspenden…
So ziemlich alle Wortspenden der Dame sind peinlich. Klassische Fehlbesetzung der Quote zuliebe - eben grün.
Wenn in Deutschland weniger …
Wenn in Deutschland weniger "Südtiroler Speck" verkauft wird, dann trifft das in erster Linie die deutsche Schweinemastindustrie. Südtirol hat damit weniger zu tun, denn der meiste sogenannte "Südtiroler Speck", der in Deutschland verkauft wird, stammt von der Firma Grandi Salumifici Italiani (GSI) mit Sitz in Modena.