"Voglio vincere un mondiale"
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All'alba di questo nuovo 2024, Bolzano è stata la prima tappa protagonista di un ciclo di giornate educative finalizzate a promuovere i valori dello sport e il racconto del percorso verso i Giochi del 2026.
Il progetto, ideato dal Comitato Organizzatore di Milano Cortina 2026, nasce per condividere con le generazioni future il cammino verso i prossimi Giochi Olimpici e Paralimpici Invernali sul territorio italiano e per incoraggiarle a buttarsi nel mondo sport, utilizzandolo come strumento capace di trasformare la propria vita.
Proprio in occasione di questo progetto abbiamo pensato di far raccontare ad uno degli atleti del nostro territorio, Christian Lanthaler, sciatore alpino e nautico italiano, vincitore di due medaglie paralimpiche invernali, la sua esperienza personale e di come questa stessa esperienza abbia, di fatto, trasformato la sua vita.
SALTO: Come nasce la sua passione per lo sci alpino e come è arrivata la partecipazione alle olimpiadi paralimpiche invernali nel 1992?
Christian Lanthaler: La mia passione per lo sci alpino in realtà è nata abbastanza tardi: a 13 anni ho cominciato a sciare sui prati vicino alla mia casa in montagna, sempre con l'utilizzo delle stampelle normali, quelle che usavo anche per camminare. Quando ho compiuto 15 anni sono andato per la prima volte sulle piste battute e, complice l'esercizio fatto negli anni precedenti, mi sentivo già molto sicuro nei movimenti. La vera svolta è arrivata grazie ad Aber Herbert, un allenatore e fisioterapista che mi ha visto sciare per caso e, subito dopo, mi ha chiesto se avessi voglia di partecipare ai Campionati Italiani Paralimpici, offrendosi di allenarmi per prepararmi al meglio per quell'evento (lui era già allenatore di alcuni atleti paralimpici all'epoca). Nella prima gara sono arrivato terzo e ho convinto Herbert a farmi entrare in squadra facendo iniziare così la mia avventura.
Quando ha realizzato di aver vinto, quale è stato il suo primo pensiero? Se lo ricorda?
I primi podi conquistati nelle gare me li ricordo tutti. Anche se il nostro sport non era ancora tanto conosciuto, quel publico che c’era faceva talmente tanto casino che sembrava vibrasse tutta la montagna. Il primo pensiero era che finalmente avessi l'opportunità di mostrare ai miei allenatori e ai miei amici quanto valessero il lavoro e l'impegno che ogni giorno investivo negli allenamenti. Non è mai stato tempo perso, anzi! Ma non è sempre facile spiegarlo agli altri, con le medaglie sono riuscito a dimostrarlo.
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Lei pratica anche sci nautico, come si è avvicinato a questa disciplina?
Inizialmente mi sono approcciato allo sci nautico perché cercavo un allenamento intensivo da poter svolgere anche in estate. È stato solo in un secondo momento che si è trasformato nel mio sport preferito. Ho sempre apprezzato molto il fatto che si trattasse di uno sport praticabile anche con poca attrezzatura, soprattutto rispetto allo sci alpino. Con un costume da bagno sono già pronto per per allenarmi.
Sente che questa esperienza abbia, in qualche modo, trasformato la sua vita?
Sicuramente mi ha insegnato molto, in primis a non mollare mai e provare sempre ad andare oltre i miei limiti. Mi ha spinto a girare il mondo e non avere paura di provare cose nuove. Sono molto contento di poter fare quello che mi piace di più. Infatti, i miei prossimi obiettivi prevedono vincere almeno un mondiale di sci nautico e godermi al meglio le olimpiadi invernali di sci alpino.