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Contributo dell'ospite: una questione burocratica

Imposta di soggiorno, contributo dell'ospite, la si chiami come si vuole, rimane pur sempre una tassa. Entrerà in vigore dal primo gennaio del 2014. Ne abbiamo parlato con Manfred Pinzger, presidente dell'Unione degli albergatori.
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Foto: Othmar Seehauser

Signor Pinzger, in cosa consisterà questa nuova imposta nel concreto?
Manfred Pinzger: Si tratta di una quota fissa a seconda del livello della struttura ospitante. Nel caso degli alberghi a una, due o tre stelle il versamento sarà di 70 centesimi di euro a testa. Per le strutture di qualità superiore - 4 e 5 stelle - gli ospiti pagheranno 1,30 euro a notte. Ci sono ovviamente delle categorie tutelate, come i giovani, che pagheranno meno o saranno esenti.

Quanto si prevede di far entrare nelle casse provinciali grazie a questo nuovo contributo?
Tenuto conto che ogni anno nel territorio provinciale abbiamo all'incirca 30 milioni di pernottamenti turistici, secondo le stime il cosiddetto "contributo dell'ospite" farà entrare nelle casse della provincia 22-23 milioni di euro.

Per cosa verranno utilizzati questi soldi?
Quello che noi come unione albergatori speriamo è che questi fondi vengano impiegati per la promozione del territorio e quindi sempre nell'ambito del turismo. Pensiamo che sia questa l'intenzione delle istituzioni alle quali i contributi verranno versati e quindi non siamo preoccupati.

Ma voi non versate già un contributo per la promozione turistica?
Sì, lo versiamo. Si tratta di un contributo volontario che gli albergatori e gli operatori turistici versano alla comunità per promuovere e valorizzare il nostro territorio a livello locale ma anche nazionale e internazionale.

A quanto ammonta questa somma?
Il nostro contributo ammonta a circa 18 milioni di euro l'anno.

La verserete ancora dopo che verrà introdotto il "contributo dell'ospite"?
Penso di no. Qualcosa dovrà necessariamente cambiare.

Non sembra entusiasta di questa nuova imposta…
Noi albergatori ci siamo dichiarati contrari fin da subito all'imposizione di questa tassa. Non perché si tema un calo dell'affluenza di turisti, ma perché la sua introduzione complicherà le cose da un punto di vista burocratico. Noi albergatori dovremo raccogliere il contributo dai turisti, versarlo ai comuni, che lo passeranno ai comprensori e così via. E poi una tassa di questo genere non può che gravare sui cittadini, turisti o meno. Ma la decisione politica è stata questa e noi non possiamo che rispettarla.