Kultur | La recensione

Honeck dà slancio a GMJO

L’orchestra giovanile conclude la sua residenza bolzanina con un concerto ad alta intensità
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Foto: BFB
  • Ci sono delle serate che non vibrano solo di grande musica ma raccontano anche storie appassionanti. Venerdì la Gustav Mahler Jugend Orchester ci ha raccontato quella del compositore austriaco Erich Wolfgang Korngold che lascia la sua patria negli anni ‘30 per sfuggire al Nazismo: negli Stati Uniti, per la precisione ad Hollywood, trova fama come compositore di colonne sonore, meritandosi due Oscar, nel 1936 e nel 1938. 

    Aveva giurato di dedicarsi alla scrittura di musica per film finché Hitler non fosse stato sconfitto: nel 1945 mantiene la sua promessa, tornando alla “musica assoluta” con un concerto per violino e orchestra che segna un ritorno non solo artistico ma anche psicologico alla sua Europa. Dedicato ad Alma Mahler, persona cardine del mondo culturale della Vienna di inizio Novecento, venne eseguito in prima assoluta negli USA da Jasha Heifetz.

  • Momenti di contorta introspezione e di tensione spasmodica: La Gustav Mahler Jugend Orchestra diretta da Manfred Honeck Foto: BFB

    Pagina di grande virtuosismo (anche se il compositore ne esaltava il lato cantabile, dicendo di averlo scritto più per un “Caruso” che per un “Paganini”) rappresenta l’incontro di due mondi: le atmosfere hollywoodiane dominano la partitura, percorsa da un’espressività che guarda al tardoromanticismo come all’espressionismo, con momenti di contorta introspezione e di tensione spasmodica. Proposto dalla Gustav Mahler Jugend Orchestra diretta da Manfred Honeck in apertura del suo secondo concerto bolzanino, ne è solista Renaud Capuçon: il brillante violinista esalta il lato virtuosistico della partitura, in un’esecuzione tesa e veloce, con la complicità del direttore. 
     

     

    Avvolgente l’impasto sonoro degli archi, punteggiato dagli ottimi fiati. 

     

    L’orchestra, controllatissima nei primi due movimenti, si scatena nell’ultimo, con le sue atmosfere da musical, assecondata da un Manfred Honeck energico. Resta deluso invece chi tra il pubblico voleva sentire Capuçon in qualche encore solistico: il violinista risponde all’entusiasmo del pubblico riproponendo lo stesso bis del primo concerto, “El cant dels ocells” assieme agli archi dell’orchestra.

    GMJO tiene la pagina di maggiore impatto per la seconda parte del concerto: l’esecuzione della Quinta Sinfonia di Cajkovskij è davvero da manuale. Manfred Honeck la dirige a memoria e l’orchestra lo segue compatta ed entusiasta, seguendo il gesto del direttore che le dà slancio danzante e allo stesso tempo riesce a stendere melodie di lunghissimo respiro, consegnando un Cajkovskij in cui la fanno da padrone il ritmo di valzer e un’espressività potentemente appassionata. Avvolgente l’impasto sonoro degli archi, punteggiato dagli ottimi fiati. Menzione speciale al primo corno, il diciannovenne Victor Teodosiev: il suo lungo solo all’inizio del secondo movimento non ce lo dimenticheremo presto. La GMJO è già partita: stasera si esibirà a Salisburgo, per poi toccare Dresda, Basilea e Amburgo nella sua lunga e intensa tournèe europea.