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“Il Südtirol? Potrebbe fare di più”

Franco Murano, ex presidente del Bolzano, da 7 anni ha lasciato completamente il calcio: "Ora mi dedico a qualcosa che mi diverte di più e mi fa arrabbiare meno".
Stadio Druso
Foto: Salto.bz
  • E’ stato uno dei dirigenti calcistici più longevi della nostra provincia. Da sette anni si è fatto di parte, dedicando molti sui sforzi alla politica. Personaggio controverso, Franco Murano, 72 anni, è stato per 35 anni a vario titolo al Bolzano. In precedenza ha lavorato anche con Rimini e Bologna. Attualmente è consigliere di circoscrizione in quota Forza Italia.

    SALTO: Ha dedicato tantissimi anni al calcio, poi nel 2017 l’addio, come mai?

    Franco Murano: Credo fosse arrivato il momento di dire basta, anche perchè in quel mondo ho sprecato molte energie. Dopo 23 anni di presidenza e 42 di calcio, ho preferito dedicarmi a qualcosa che mi fa divertire di più e mi fa arrabbiare di meno.

    Nell’estate del 2015 c’è stata la fusione Bolzano - Virtus Bolzano, divenuta necessaria a fini sportivi economici...

    Se avesse avuto questo fine, sarebbe stata la cosa più giusta perché era necessario che si unissero le forze per fare qualcosa di importante ma alla fine nella realtà non si concretizzò tutto questo. E anche se sono stati due anni molto belli e importanti (Murano è stato amministratore delegato Ndr) ho fatto un passo indietro e ho lasciato: ero abituato a dirigere in un certo modo, quando poi bisogna condividere certe decisioni con altri, non è facile.

    E’ pensabile un suo ritorno nel mondo del calcio?

    Dopo quasi sette anni no, l’ho dimenticato. Non ho più guardato una partita delle nostre, non sono più stato al Druso né da nessun altra parte. Se mi permette una battuta se dovessi tornare a vedere il Südtirol e arrivasse una sconfitta, direbbero: “Ecco Murano ha portato sfortuna”.

    A proposito di Südtirol: lei che negli anni non è mai stato tenero con la società biancorossa, si aspettava un’ascesa del genere da parte della società biancorossa?

    Detto che a mio avviso il Südtirol potrebbe fare anche di più, non ho mai avuto problemi di natura personale con loro, ma solo calcistici. All’epoca entrambe le squadre militavano in serie D, non dico le cifre che giravano, ma mi permetta un paragone: la mia società prendeva (come contributo ndr) un caffè e loro antipasto, primo, secondo. L’ho sempre sostenuto: chi è bravo deve poter lavorare ad armi pari.

  • Franco Murano: uno dei dirigenti calcistici più longevi della nostra provincia. Foto: Comune Bolzano
  • A Bolzano c’è spazio per due squadre di alto livello nel mondo del calcio?

    Se il Südtirol dovesse andare in serie A, ci potrebbe sicuramente stare un club in serie C. Rimanendo in B, l’ideale sarebbe un’altra squadra cittadina in serie D, vissuta da protagonista. In entrambi i casi dovrebbero essere società legate tra di loro per poter far crescere i giovani del Südtirol, un po’ come succede con altre realtà, dove è presente l’Under 23.

    Chi è stato il più bravo allenatore che ha avuto alle sue dipendenze?

    Certamente Manfioletti, che è uno abituato a vincere i campionati e lo ha fatto anche con noi e Gazzetta che ci ha portato a degli ottimi traguardi sia in campionato che in Coppa Italia di serie D.

    E il miglior calciatore?

    Quelli che sono venuti dalla Primavera della Juventus: su tutti Del Prete che poi arrivò a giocare anche in serie A (con il Siena ndr). 

     

    “Un allenatore, che avevo quando ero a Bologna e ora lavora in Cina, qualche mese fa mi ha telefonato dicendomi che servirebbe la mia esperienza in un Paese in cui il calcio non è ancora sviluppato: mi ha fatto piacere”

     

    Com’è cambiato il calciatore nel corso della sua carriera da dirigente?

    Quando ho iniziato si trattava direttamente con il giocatore, da un po’ ormai c’è il procuratore, presente molto spesso anche in D e in categoria anche più basse. Il mondo del calcio è stato stravolto da queste figure.

    Ci sono allenatori o giocatori con cui è rimasto in contatto?

    Praticamente con tutti. Alcuni poi mi chiamano periodicamente e un allenatore, che avevo quando ero a Bologna e ora lavora in Cina, qualche mese fa mi ha telefonato dicendomi che servirebbe la mia esperienza in un Paese in cui il calcio non è ancora sviluppato: e questo mi ha fatto indubbiamente molto piacere.

    Quale è stato il momento più bello e quello più brutto della sua carriera?

    Gli spareggi playoff per la promozione in C2, la partita di Coppa Italia contro il Cervia con il Druso gremito (erano i tempi del reality Mediaset Campioni) e l’amichevole con la Juventus sono stati i momenti più esaltanti. La parte più amara, quando ho lasciato definitivamente il calcio.