Caso Adan, la sorte dei medici

Ci sono sviluppi sul caso Adan, il tredicenne curdo-iracheno affetto da distrofia muscolare e deceduto all’ospedale di Bolzano il 7 ottobre 2017 per un’embolia polmonare gassosa. Secondo quanto riporta il quotidiano Alto Adige il sostituto procuratore Igor Secco avrebbe inviato l’avviso di conclusione indagine a due medici dell’ospedale di Bolzano. Ora ci saranno 20 giorni di tempo per presentare le controdeduzioni. Archiviata invece la posizione degli altri otto medici.
Sulla vicenda, lo ricordiamo, erano stati aperti due filoni d'inchiesta: il primo con l’indagine per omicidio colposo che ha coinvolto dieci medici del San Maurizio che avevano avuto in cura Adan, nel secondo caso invece l’ipotesi di reato è di omissione d’atti d’ufficio per la mancata accoglienza della famiglia in strutture ufficiali. Per quel che riguarda il primo filone lo scorso maggio i periti nominati dal giudice Emilio Schönsberg avevano accertato che i medici in servizio la mattina del ricovero, osservando l’esito della Tac, non avevano riconosciuto il rischio di embolia e quindi non attuarono una terapia che avrebbe potuto evitare il decesso del ragazzino.
Adan era arrivato nel capoluogo altoatesino, dalla Svezia, il primo ottobre 2017 e aveva perso la vita qualche giorno dopo. Lui e la sua famiglia avevano trascorso diverse notti all’addiaccio, per loro non era stata trovata una sistemazione nonostante la domanda di protezione internazionale e la grave malattia del tredicenne. Adan si era fratturato entrambe le gambe cadendo dalla sedia a rotelle durante lo spostamento della famiglia verso la mensa per le persone senzatetto.