Politik | Il caso

“Un’ordinanza troppo severa”

Bolzano, lite sulla musica di strada. Verdi, Pd e Noi per Bolzano contro le regole firmate dal sindaco, che si difende: “Testo uscito dall’assessorato di Lorenzini”.
musica strada
Foto: Suedtirol Foto/Othmar Seehauser

Renzo Caramaschi in versione “sceriffo” torna a dividere la coalizione che deve ancora perfezionare l’intesa sulla sua ricandidatura. Il tema è la nuova ordinanza per la musica di strada, su cui il sindaco ha messo la firma. Il testo che nero su bianco risulta un giro di vite rispetto alla normativa del 2014 - sostituita proprio perché non più in grado di “contrastare” il fenomeno lamentato da negozianti e residenti - risulta inaccettabile per i Verdi e una parte di Noi per Bolzano e del Pd. Sette consiglieri ne chiedono la sostituzione con norme “meno restrittive”. A sua volta risponde il primo cittadino, convinto che si tratti di un fraintendimento: “Le nuove regole vietano sì gli spazi angusti, dove si sono verificati i disagi, ma in generale sono addirittura più permissive, includono persino le periferie”. Ma poi ammette che tutto è partito dalle lamentele, ad esempio in via della Roggia: “Il testo è uscito dall’assessorato all’ambiente in mano ai Verdi”.

 

“Arte di strada, una ricchezza”

 

I sette consiglieri hanno prima proposto un documento di voto in consiglio, ma non è stato accettato perché fuori tempo massimo. Hanno quindi optato per un incontro con il sindaco sui suggerimenti che confluiranno in una mozione. “La musica e le arti di strada rappresentano una ricchezza culturale e artistica, rendono la città più viva e molte città le valorizzano con festival dedicati” affermano in premessa Tobe Planer, Chiara Rabini, Norbert Lantschner (Verdi-Grüne-Vërc), Alessandro Huber, Franca Berti (Pd), Mauro Randi e Claudio Volanti (Noi per Bolzano).

L’attuale ordinanza comunale impone norme eccessivamente restrittive. Invece la musica e le arti di strada rappresentano una ricchezza culturale e artistica e rendono la città più viva 

Considerato dunque che “l’attuale ordinanza comunale impone norme eccessivamente restrittive” e che “in altre città europee esistono regolamentazioni funzionanti che favoriscono una buona  convivenza tra gli artisti di strada e la città” i firmatari propongono alcuni impegni a sindaco e giunta. Come istituire un tavolo di lavoro o commissione per elaborare “un regolamento adeguato per le attività di suonatori ambulanti e dei mestieri girovaghi”, individuare “le aree dedicate contrassegnate come in molte città”, infine “organizzare un festival annuale di musica di strada (come già avvenuto nel 2014, 2015 e 2016)”.

 

 

Caramaschi: vietati solo i vicoli

 

Dal canto suo, il sindaco risponde inizialmente irritato per la polemica. “Le norme c’erano già, dal 2014 - sottolinea -. Quello che abbiamo fatto è estendere da mezz’ora a un’ora il tempo concesso nello stesso luogo, visto che dopo c’è l’obbligo di spostarsi, e abbiamo ampliato le aree concesse. Mentre prima c’era solo il centro storico, adesso sono inclusi i quartieri, fino a Don Bosco. Per portare quindi l’animazione anche in periferia. Quello che abbiamo precisato in generale è che sono concessi gli spazi aperti, perché è nei vicoli o negli spazi angusti che si sono verificati i disagi”.

Abbiamo avuto parecchie lamentele, in particolare per gli artisti che si esibivano lungo la stretta via della Roggia dove ci sono una casa di riposo e degli studi dentistici. Per questo abbiamo concesso solo gli spazi aperti. Il testo è uscito dall’assessorato diretto dai Verdi (Renzo Caramaschi)

Dunque, nessuna ostilità dell’amministrazione verso l’arte di strada. Ma l’obiettivo e i toni dell’ordinanza parlano chiaro: il documento si scaglia contro i musicanti di strada equiparati a questuanti e “il continuo e fastidioso disturbo” lamentato da “sempre più abitanti, negozianti, esercenti e libere professioni”. “Effettivamente abbiamo avuto parecchie lamentele, in particolare per gli artisti che si esibivano lungo la stretta via della Roggia dove c’è una casa di riposo e degli studi dentistici. Per questo abbiamo indicato gli spazi aperti”, aggiunge Caramaschi che si toglie un sassolino dalla scarpa all’indirizzo dei Grüne: “Il testo è uscito dall’ufficio al quale sono indirizzate le lamentele: quello all’ambiente diretto da Lorenzini, dei Verdi”.