Gesellschaft | Brasile 2014

Italia: disfatta a 360 gradi

Nazionale sconfitta di misura dall'Uruguay e mondiale finito. Dopo la partita Cesare Prandelli e Giancarlo Abete consegnano le loro dimissioni dichiarandosi responsabili per le scarse prestazioni della squadra.

Sarebbe bastato un pareggio. E' invece arrivata una sconfitta di misura (0-1) e una brutta nazionale italiana ha dovuto lasciare il passo a un altrettanto mediocre Uruguay. La sintesi della partita di Natal, in fondo, è tutta qui. E sarebbe alquanto fuorviante sottolineare alcuni episodi arbitrali che hanno sicuramente condizionato negativamente l'andamento della gara, cioè penalizzando gli azzurri. In particolare l'eccessiva punizione conferita a Marchisio, avvenuta al cinquantanovesimo minuto, per un fallo che sarebbe stato al massimo da ammonizione, e la mancata rilevazione di un morso dato dallo specialista (specialista di morsi) Suarez al difensore Chiellini. Sarebbe fuorviante, si diceva, perché l'Italia è entrata in campo fondamentalmente per controllare la partita, puntando cioè al pareggio, e non si è mai resa pericolosa. Pareggio prevedibilmente sfumato in inferiorità numerica a dieci minuti dalla fine, quando il capitano degli uruguagi, Godin, ha saputo sfruttare un calcio d'angolo con un colpo di testa (in realtà quasi di spalla) imparabile per Buffon (uno dei pochi calciatori che ci hanno messo il cuore).

Del resto, il giudizio negativo sulla squadra viene direttamente dal selezionatore, Cesare Prandelli, che in conferenza stampa ha comunicato ai giornalisti di aver rassegnato le dimissioni in quanto responsabile del “fallimento tecnico” della spedizione brasiliana. Dimissione poi immediatamente rassegnate anche dal presidente federale, Giancarlo Abete, dando così a questa serata il sapore di una disfatta a 360 gradi.

Gli unici a far festa, oltre ovviamente agli uruguayani, sono rimasti così quei sudtirolesi (in fondo non tantissimi) che si auguravano di vedere uscire presto l'Italia dal mondiale per non essere costretti a sopportare i festeggiamenti dei tifosi (magari intorno al Monumento alla Vittoria). Sven Knoll, capo di questi ultras all'incontrario, non ha infatti tardato a postare su facebook una dichiarazione di stima per la sua nuova squadra del cuore: Uruguay war mir schon immer sympathisch.

L'ironia della rete su Suarez, il calciatore abituato a mordere

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Mensch Ärgerdi… Di., 24.06.2014 - 22:30

Tanto per fare l'avvocato del diavolo: si dimentica il rigore non concesso all'Uruguay nel primo tempo e le gufate della Biancofiore l'altro giorno alla radio contro la Germania.

Di., 24.06.2014 - 22:30 Permalink