Politik | La polemica sui rifugi

Scelta Civica: i rifugi non sono strutture private

Continua la polemica sui rifugi di montagna che Svp e destra tedesca vorrebbero privare delle denominazioni in lingua italiana. Per Scelta Civica il problema deve essere risolto con buon senso e soprattutto lontano dai pasticci romani.

Quello che a Luis Durnwalder, Martha Stocker e agli altri consiglieri Svp sembra scontato – i rifugi di montagna sono strutture private e dunque non c'è bisogno che portino un nome in due lingue – sta riscuotendo ormai critiche da tutto il mondo politico di lingua italiana. E - come abbiamo già visto - non solo.

Il coordinatore di Scelta Civica, Andrea Casolari, ha diramato una nota nella quale si afferma a chiare lettere: “I rifugi di montagna non sono strutture private come un qualsiasi bar di città o di paese. Sono luoghi che a tutti gli effetti hanno e svolgono un servizio pubblico in favore di chi va in montagna”. Ergo: giù le mani dai nomi italiani che qualcuno pretenderebbe di rimuovere.

Secondo Scelta Civica “la questione della toponomastica va risolta secondo le regole del buon senso annunciate però spesso solo a parole, ma che poi rischiano di venire vanificate dalla pratica. Il bilinguismo è la regola e il monolinguismo deve valere solo là dove ogni traduzione non ha senso (quando cioè un nome è l'unico conosciuto da tutta la popolazione, come per esempio Obereggen) o non ha giustificazioni (un prato, un terreno privato). Il resto sono solo forzature che porteranno una nuova infinita serie di polemiche e faranno arretrare la nostra convivenza”.

Ma a proposito di polemiche, stavolta non fra italiani e tedeschi, bensì confinate all'interno del mondo politico italiano, Casolari non risparmia una stoccata ai “colleghi” del Pd: “E' indecente lo scaricabarile di assessori e politici italiani del Partito democratico che prima hanno delegato tutto ai loro rappresentanti romani ed ora fanno gli scandalizzati”. Soluzione? Continuare a ricercare un accordo tra soggetti politici che dimostrino una sincera propensione territoriale, senza dunque aspettarsi troppo che da Roma - “dove spesso l'ignoranza della materia e' sovrana e dove si barattano diritti ed interessi con il partito di governo di turno” - giungano indicazioni utili.