Politik | La polemica

“La vostra autonomia non ha più senso”

Enrico Mentana punta il dito contro le Speciali. Patt: “Parole inaccettabili”. Ferrari (Pd): “Delirio di onnipotenza”. Fraccaro (M5s): “Autonomia: modello da esportare”.
Mentana, Enrico
Foto: upi

La polemica ha ormai preso il largo. A far discutere nelle ultime ore è il “sacrilego” intervento del direttore del TgLa7 Enrico Mentana sabato (23 settembre) al Festival delle Resistenze in piazza Battisti, nel capoluogo trentino. “Parlarne a Trento - ha detto il giornalista davanti a una folta platea - mi sembra quasi di dire le parolacce in chiesa, ma io la penso così: l'autonomia è un privilegio e non ha più senso di esistere”.

E ancora, riporta il Dolomiti: “Che differenza c’è tra uno di Rovereto e un abitante del primo paese veneto che incontri a nemmeno 40 km di distanza? Nessuna differenza”, prosegue Mentana, “tutti hanno diritto all’autonomia (…) perché un trentino ne ha diritto e un veronese no?”. Applausi scroscianti, specie dai molti giovani venuti ad assistere. A chi, fra il pubblico, ribatteva di estendere l’autonomia anche alle altre regioni, Mentana ha risposto: “Da settant'anni c'è questa cosa e ora purché non la tolgano a voi la volete dare anche agli altri. Voi sembrate come Alberto Sordi nel film La Grande Guerra quando in cima alla fila per il rancio dice 'Come stamo stamo bbene', intanto sto bene io poi se mangiano anche gli altri sono contento. Ma l'autonomia è una cosa giusta nel momento che non ce l'hanno tutti? O è un privilegio? A un giovane di vent'anni come la spiegate la vostra autonomia? È un concetto che non esiste, che non si spiega”.

"La legge elettorale si è arenata per colpa dell'Svp, e chi se ne frega! Sarebbe come a dire che l'Italia non partecipa ai mondiali di calcio perché il Benevento non è d'accordo"

Ce n’è, naturalmente, anche per l’Alto Adige: “Non si può giustificare l'autonomia col dire 'altrimenti quelli se ne vanno', perché non esiste una nazione sudtirolese, alcuni parlano la stessa lingua che c'è aldilà del confine ma questo non porta a diritti superiori”. Inevitabile anche il riferimento al pasticciaccio della legge elettorale che - “si è arenata per colpa dell'Svp, e chi se ne frega! Sarebbe come a dire che l'Italia non partecipa ai mondiali di calcio perché il Benevento non è d'accordo”, ha osservato Mentana ribadendo infine: “Io da quando ho l'età della ragione questa cosa dello Statuto speciale non la capisco”. 

Gli "indignados"

Per il Patt “quelle di Mentana sono parole inaccettabili e vergognose frutto di un’analisi superficiale e di una totale ignoranza della realtà delle autonomie speciali”. Dura anche l’assessora all'università, ricerca e politiche giovanili Sara Ferrari (Pd) che aveva peraltro invitato il giornalista al Festival: “Che Enrico Mentana dica che l'autonomia non si giustifica più, che da quando ha l'età della ragione 'questa roba dell'autonomia non la capisce' non dovrebbe stupire. Lo pensa l'80% degli italiani. E perfino quel 76% dei trentini che in un sondaggio, un anno fa, parlò di privilegio legittimo. Un ossimoro sublime. […] La piazza non poteva portare argomenti. L'uomo ha fatto uno show e ha mal tollerato qualsiasi intervento. Un delirio di onnipotenza”.

Dice la sua anche Riccardo Fraccaro, deputato dei 5 stelle: “Per le sue peculiarità storiche e per la grande tradizione partecipativa delle sue comunità alpine, il Trentino-Alto Adige e la sua Autonomia possono e devono diventare un modello per superare la crisi della democrazia in Occidente. Un modello non da eliminare, ma anzi da rafforzare ed esportare nelle altre regioni italiane”. Ci sono tuttavia delle responsabilità da distribuire, sottolinea Fraccaro: “Negli anni i partiti locali, anziché coltivare in maniera responsabile questa peculiarità e aggiornarla sulla base delle spinte e dei cambiamenti sociali, facendone un modello di decentramento amministrativo da esportare, si sono preoccupati solo di difendere il loro feudo di potere e hanno utilizzato l’Autonomia come pretesto per giustificare ben altri interessi e tornaconti. È a causa di questa politica autoreferenziale e talvolta clientelare se ora all’esterno la nostra specialità viene percepita come un privilegio. Per il M5S il decentramento non è soltanto un valore, ma un obiettivo politico da perseguire in via prioritaria contro le derive centraliste e autoritarie”.