Il Senato come Gaza?
Temperatura polemica altissima ieri, in Senato, dove la maggioranza ha cercato di liberarsi dalla ragnatela degli emendamenti (quasi 8000) tessuta dalle minoranze mediante un contingentamento dei tempi del dibattito in aula che dovrebbe portare a votare il ddl riforme entro l'otto di agosto. Il senatore del M5S Nicola Marra ha espresso la rabbia della sua parte con parole durissime, affidate a un tweet che ha a sua volta fatto infuriare alcuni esponenti della maggioranza: “Alla fine l'hanno fatto. Ormai non c'è proprio alcuna vergogna nell'esercitare l'abuso della forza. Renzi pensa che il Senato sia come Gaza”.
Come noto, il nodo gordiano che il governo di Renzi vuole tagliare con la spada del contingentamento riguarda le garanzie su Senato elettivo, riequilibrio tra le due Camere e referendum, e per questo le opposizioni si erano anche dichiarate pronte a ridurre gli emendamenti. Proposta non accolta e dunque scontro aperto, tanto che una delegazione composta da Gianmarco Centinaio (Lega Nord), Vito Petrocelli (M5S) e Loredana De Petris (Sel) ha chiesto – e ottenuto, anche se non direttamente dal Presidente della Repubblica – di essere ricevuta al Quirinale.
In realtà sul tema del referendum un'apertura alle opposizioni era stata fatta direttamente dal ministro Maria Elena Boschi, artefice del disegno di legge dibattuto, che alle 17.30 ha cinguettato: “L'ultima parola sulle riforme sarà dei cittadini: referendum comunque!”.
Parole evidentemente non sufficienti a calmare gli animi. Secondo una nota emessa dal M5S, “oggi abbiamo assistito ad un altro colpo gravissimo che il governo, con arroganza e disprezzo di ogni regola democratica, ha inferto al senato e alle opposizioni: una tagliola inaccettabile, che fa carta straccia dell'articolo 72 della costituzione e impone la votazione della riforma costituzionale entro l'8 agosto senza possibilità di avere una discussione nel merito in aula". Adesso le speranze residue sono riposte in un'azione estrema del Presidente della Repubblica: “E' l'ultima opportunità per Napolitano di dimostrare che è il Capo di tutti gli italiani e non solo di una parte. Se rimarrà sordo a questo ultimo grido di allarme nulla sarà più come prima".