Tre domande a Kompatscher
Da quando è diventato ufficialmente per tutti “il prossimo Landeshauptmann” non è facile intervistare Arno Kompatscher. Soprattutto in campagna elettorale. Per raggiungerlo al telefono ci vogliono “entrature particolari” e comunque bisogna fare la fila, per non dire cogliere un attimo particolarmente sfuggente. Ci riescono però quelli del Dolomiten. Le “tre domande” dell’agile rubrica (pag. 14) rivolte dal quotidiano di Toni Ebner a Kompatscher riguardano stamani il tema della democrazia diretta e del referendum che, appena centrato l’obiettivo della raccolte firme, potrebbe affossare la legge provinciale. Per Kompatscher la legge provinciale non è così pessima come la dipingono gli oppositori, anche se il quorum della raccolta di firme proposto (26.000) sembra alto anche per lui. “Ich halte das Svp-Gesetz für den Rest sehr gelungen – commenta. Und was die Hürde anlangt, so kann das Gesetz auch unabhängig vom Referendum abgeändert werden“. Come si vede, una risposta tipicamente kompatscheriana: bisogna cambiare, sì, ma sempre con giudizio.