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“… speriamo di riuscire a fare tutto.”

Al prestigiosissimo premio Abbiati 2023 protagonisti due ensemble vocali trentini. Abbiamo intervistato il loro preparatore e direttore, Luigi Azzolini.
Luigi Azzolini
Foto: Zeta Foto
  • A Marco Angius, l’Orchestra di Padova e del Veneto, l’Ensemble vocale Continuum e il Coro Polifonico Castelbarco, ovvero alla loro incisione di musiche di Giacomo Manzoni, è andato il Premio speciale della quinta edizione del Premio Abbiati del Disco, il riconoscimento dell’Associazione Nazionale critici musicali.  


    Salto.bz: un poco sorpreso e molto emozionato per questo straordinario riconoscimento?

    Luigi Azzolini: Sì, in questa settimana, a qualche minuto dall’annuncio ufficiale del Maestro Angius, sia l’emozione che la sorpresa hanno tenuto assai vivace il pensiero, sia mio che di molte delle voci che hanno partecipato alla produzione discografica e concertistica. Si, inatteso, soprattutto per il valore e la portata di tale riconoscimento. 

    L’importanza e la portata del progetto “Manzoni” propostoci  da Angius, all’indomani della prima sua collaborazione con l’Ensemble vocale Continuum, avvenuta per l’allestimento dell’opera Falcone “Il tempo sospeso del volo” di Nicola Sani, per la Stagione lirica della Fondazione Haydn di Bolzano e Trento, era apparsa subito chiara ma nello stesso tempo straordinariamente impegnativo e ricco di “incognite”.  Quanto siamo a festeggiare ci indica senz’ombra di dubbio che incognite ed ostacoli sono stati  ampiamente superati e con successo.

  • Il CD è stato pubblicato dall'etichetta Stradivarius Foto: privat
  • Ci presenta le musiche che avete inciso?

    Il Concerto tenutosi a Padova nel giugno dello scorso anno e la relativa registrazione e produzione  CD, vengono ad omaggiare il  maestro Giacomo Manzoni per i suoi novant’anni. Due sono le opere presenti nel CD  :   la prima “I Dieci versi di Emily Dickinson” , del 1989, per voce di soprano,-  una straordinaria Livia Rado - , quartetto d’archi, 2 arpe (spazializzate) e 10 archi, mentre la seconda, da cui il  titolo anche del disco, “Parole da Beckett”, scritta nel 1971 che, come sottolineava il Maestro Angius, era importante incidere in quanto “l’ultima registrazione risaliva agli anni Settanta, essendo stata registrata solo da Bruno Maderna con i complessi della Rai di Roma dal vivo in un vinile divenuto cult».  Parole da Beckett, partitura che prevede un organico costituito da 2 cori, 3 gruppi strumentali e nastro magnetico, con la presenza preziosa di Alvise Vidolin quale “sound engineer”, offre una tale varietà di aspetti analitici, espressivi ed esecutivi che, credo, tutt’oggi risulti in grado di stupire e allo stesso tempo attirare attenzione e speriamo, sorpresa. Quanto è successo e succede anche a noi. 
    Veniamo alle compagini corali, ben distinte, sia come ruoli che richieste e disposizioni esecutive: l’”Ensemble vocale Continuum” con un numero cameristico di voci, 16,  posto in posizione avanzata, rispetto al più numeroso “Coro Polifonico Castelbarco”, posto invece a cornice e sfondo dell’intero organico. Il libretto del CD è assai ricco ed articolato, offre oltre alle informazioni ed aspetti tecnico esecutivi l’illuminante schema della disposizione esecutiva indicata dal compositore. I testi di Samuel Beckett, qui tradotti in italiano, sono la materia generatrice su cui si intrecciano, si alternano, si uniscono ed espandono, una vocalità ed espressività sonora e ricercata ed una articolata ed assai diversificata dizione. Già nella lettura delle avvertenze esecutive si ha la chiara percezione dell’impegno straordinario richiesto a voci e strumenti, nonché alla particolare interpretazione delle indicazioni e della scrittura adottata; valori e indicazioni di “battute” che venivano ad assumere durate irrazionali ed applicate a seconda dell’indicazioni, anche in secondi, oscillazioni e variazioni dell’intonazione in quarti di tono,  passaggi graduali nella pronuncia da una lettera alla successiva; alternanza di note non timbrate, e/o ferme nonché vibrate, suoni con altezze ad libitum ma anche l’esplorazione sino al limite dell’estensione vocale. La distribuzione personalizzata di testo in espressioni che si dipanano  dall’urlo sino all’inconsistente mormorio e sussurrato “sul fiato” in una straordinaria vitalità e varietà, sia in contesti di ricercata omoritmicità, sino alla più rigorosa richiesta di assoluta inintelligibilità, in un intreccio in continuo movimento, esaltato nel “gesto finale” dalla regia del suono che ne ridisegna il tutto.

  • Il coro polifonico Castelbarco: Ha sede nel paese di Avio, ha proposto il suo vasto repertorio in festival nazionali e internazionali , è autore anche di importanti prime esecuzioni Foto: Alessio Mattei
  • Quanto tempo avete dedicato alla preparazione di queste musiche, e per la registrazione ?

    Partiamo dalla registrazione, che si è svolta a Padova fra maggio e giugno dello scorso anno, in concomitanza con il lavoro di preparazione del Concerto tenutosi all’Auditorium Pollini il 3 giugno, a conclusione della seconda edizione di  “Veneto contemporanea”, unico Festival interamente dedicato ai compositori italiani del presente. La preparazione ha avuto tempistiche ed organizzazione ben distinte per i due gruppi corali, uno di natura amatoriale, anche se con una ricca esperienza in ambito produttivo, e l’altro professionale, letture e prove a sezioni, in piccoli gruppi, con vari passaggi di assemblaggio, sino alle tre prove d’assieme che si sono svolte la settimana prima dell’inizio del lavoro con le compagini strumentali a Padova. Mi vorrei brevemente soffermare sull’incontro, nonché ultima prova d’assieme dei cori con la presenza del maestro Marco Angius e l’arrivo in Trentino, ad Ala, dello stesso Giacomo Manzoni e già questo, di per sé, un’occasione tanto unica quanto speciale (!) almeno per noi. 
    Questa giornata era stata anticipata da innumerevoli contatti, colloqui e spiegazioni sulla partitura nei primi periodi, che poi hanno preso il posto alle richieste dello stato “di avanzamento dello studio” nonché sull’immaginazione delle relative “aspettative”. Alla richiesta del maestro Manzoni, di quanto fosse la durata della prova, e quindi di quanto tempo avesse a disposizione per lavorare con i cori: “Maestro Manzoni, avremo a disposizione 5 ore di prova…con la possibilità anche di una eventuale prosecuzione…”  la Sua risposta telefonica fu piuttosto “illuminante”:  “Ma!, maestro Azzolini, speriamo di riuscire a fare tutto”  … il giorno seguente, al Teatro Sartori di Ala, sono state sufficienti tre ore … tutto il resto, ora è nel CD.

  • Ensemble vocale Continuum: Può vantare prestigiose collaborazioni, nella foto è con I Virtuosi italiani Foto: Gabriele Cavagna
  • Sia l’Ensemble vocale Continuum che il Coro Polifonico Castelbarco si caratterizzano anche per l’attenzione verso il repertorio contemporaneo. Cosa motiva questa scelta ?  

    La motivazione ha radici antiche, legate anche al mio originale ed ancora attivo e presente legame strumentale di esecutore, violista, dove l’impegno nell’ambito esecutivo della musica contemporanea ha sempre trovato impegno ed attività. Già dopo i primi passi nell’ambito corale, le prime prove con il Coro Polifonico Castelbarco risalgono al 1984, la componente “contemporanea” era presente, prima nelle vesti di armonizzazioni quindi di composizioni per coro, per arrivare poi alle composizioni scritte appositamente per noi, con il successivo e relativo, doveroso, impegno nell’esecuzione. Questo, unito al rapporto sempre più stretto con compositori, che in questi decenni si è straordinariamente arricchito,  insieme alle “scadenze” esecutive,  ha portato in parte l’organizzazione e la programmazione delle attività ad essere sempre più “professionale”. La vivacità e nello stesso tempo la vitalità presente nella musica contemporanea, anche nell’ambito corale, sono sempre stati  mio motivo di interesse, impegno e ricerca. 
    Oggi, compositivi assai frequentati nel mondo corale internazionale, come ad esempio  John Rutter o Bob Chilcott, hanno avuto le prime esecuzioni italiane (i loro due Requiem) grazie all’impegno del Coro Polifonico Castelbarco. Ma anche altri,  numerosi  compositori meno “immediati”, più contemporanei ed innovativi hanno avuto, con L’Ensemble vocale Quadrivium prima ed il Continuum poi, esecuzioni delle proprie composizioni, a testimonianza sono le numerose registrazioni discografiche e prime esecuzioni in vari Festival e Stagioni concertistiche. 
    Musica contemporanea è spesso sinonimo di ricerca sonora, esecutiva ed espressiva, sperimentazione, spesso non fine a sé stessa, e scoperta di mondi sonori nuovi, imprevisti ed imprevedibili, ma è anche, nella sua esecuzione e proposta, la possibilità di rendere prima di tutto fruibile, ascoltabile il “prodotto” compositivo.       

    Per quanto riguarda la seconda parte della sua domanda, devo poco poco attingere dalla mia esperienza didattica, dove la necessità di creare interesse ed entusiasmo in qualsiasi attività si vada a spiegare, illustrare o proporre è e rimane essenziale ed indispensabile; si, il risultato non è sempre  scontato,  ma quando si riesce per lo meno a scalfire indifferenza e disinteresse, sia nell’esecutore che nell’ascoltatore, questo possibilmente grazie ad una esecuzione precisa, attenta ed accurata oltre che partecipata, le probabilità poi di condividere insieme i risultati sono molto reali. In tutte le numerose e diversificate esperienze, rimane poi essenziale ed importante un necessario equilibrio poi fra possibilità effettive ed obiettivi dati o richiesti, quindi una vera e seria valutazione nonché reale programmazione.  I risultati hanno fino ad oggi confermato le corrette valutazioni poste all’inizio di ogni avventura “accettata".  

     

  • Luigi Azzolini: È anche apprezzato violista, e docente di Teoria musicale al conservatorio di Bolzano Foto: Alessandra Cappella
  • Può stupire che la sede di un coro prestigioso come è il Coro Castelbarco sia una piccola località. La città di Avio ha una particolare tradizione per la musica corale?

    Ancora di più potrebbe trovare conferma il detto, spesso travisato, piccolo è bello … in effetti non sono poche le volte che le piccole comunità, grazie anche ad alchimie uniche e particolari, possono divenire luoghi di attiva e vivace attività culturale e musicale, come nel caso di Avio.    

    I suoi prossimi progetti?


    Per il Castelbarco saranno le manifestazioni per il 50° del coro, nonché, in fase di definizione, la   produzione, con varie esecuzioni, di un oratorio con orchestra formata da strumenti a plettro.

    L’Ensemble vocale Continuum sarà presto impegnato in una produzione operistica nell’ambito della Stagione della Fondazione Haydn di Bolzano e Trento … difficile stare fermi …