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Una vita da spalla

Il violinista Marco Mandolini e la violista Margherita Pigozzo inaugurano il primo appuntamento della rassegna “Strumento protagonista”. L'intervista di Mauro Franceschi.
Marco Mandolini
Foto: Archivio Haydn

Marco Mandolini, classe 1968, dal 1997 è “spalla” dei primi violini presso l’orchestra Haydn di Bolzano e Trento. E’ stato “spalla ospite” delle orchestre del Maggio Musicale Fiorentino, del Teatro alla Scala e della Filarmonica della Scala, del San Carlo di Napoli, della Fenice, del Comunale di Bologna, del Lirico di Cagliari, e anche dell’Orquésta sinfònica de Galicia e Orquésta filarmònica de Gran Canaria. Lo abbiamo intervistato in occasione del primo dei quattro appuntamenti di “Strumento protagonista”, brevi concerti in orari inusuali, parte del cartellone della stagione sinfonica della Haydn.

 

Salto.bz: Marco, lei è cresciuto in una famiglia di origine italiana a Montreal, in Quebec, oasi francofona in un subcontinente anglofono. Come si è districato in gioventù con le lingue?

Ho avuto la grande fortuna di crescere a Montreal in un clima multiculturale imparando ben presto tre lingue: sin dalla nascita l' italiano, che è la lingua dei miei genitori, ed il francese che mio padre parlava già molto bene. Frequentando poi la scuola francese ho iniziato a studiare l'inglese come tutti i miei compagni dalla terza elementare in poi. Successivamente, i miei tre anni di studio al Conservatorio di Utrecht e altri tre anni alla Musikhochschule di Vienna mi hanno permesso d'imparare l'olandese ed il tedesco.

 

Da bambino sognava di fare il musicista?

È la musica che mi faceva sognare. A casa avevamo una bella collezione di dischi che mi affascinava. Ho iniziato a suonare il violino a sette anni. È solo più tardi che ho accarezzato il sogno di diventare musicista, verso i 16 anni.

 

Come è arrivato a Bolzano?

Vincendo il concorso per primo violino di spalla indetto nel 1997. Ma potrei rispondere che fu il caso o un gioco del destino. Allora studiavo a Vienna ed ero membro della Wiener Kammerorchester. Era un periodo dove mi presentavo in vari concorsi, il mese precedente avevo suonato a Berlino per un concorso dei Berliner Philharmoniker...

 

 

 

Quali sono i compiti della “spalla” dell’orchestra?

Sono innumerevoli e variabili. Tra i più importanti , quello di essere un assoluto punto di riferimento per il gruppo dei primi violini. La spalla dovrebbe essere una fonte di sicurezza ritmica, energia, ispirazione per il suo gruppo ma di riflesso anche per tutta la famiglia degli archi e per tutta l'orchestra. Altro compito importante è quello di eseguire tutti gli assoli della letteratura orchestrale, dalle Messe o Passioni di Bach, fino alle opere contemporanee passando dalle sinfonie di Brahms, Mahler e i poemi sinfonici di Strauss. La spalla è anche il primo interlocutore del direttore d'orchestra.

 

Il primo appuntamento di “Strumento protagonista” è dedicato alla Sinfonia concertante K 364 di Mozart. Ci vuole presentare questa novità?

La serie " Strumento protagonista " è stata concepita dal nostro direttore artistico, il Maestro Giorgio Battistelli. Sono dei concerti brevi in orari inconsueti. A Bolzano alle 13.30 e alle 19, a Trento alle 19. Una formula nuova per attirare anche un pubblico diverso, che non verrebbe necessariamente al concerto tradizionale. In queste occasioni presenteremo gli strumenti protagonisti. Per il primo appuntamento saranno il violino e la viola, grazie alla meravigliosa Sinfonia Concertante KV 364 di Mozart che vede questi due strumenti solisti dialogare con l'orchestra.

 

Nella sua attività di musicista ha avuto l’occasione di conoscere molte persone e luoghi diversi. Un ricordo che le è rimasto nel cuore?

Un concerto che mi è rimasto nel cuore è quello alla Konzerthaus di Vienna con l'Orchestra da camera di Vienna suonando sotto la direzione di Sir Yehudi Menuhin. Dopo questo indimenticabile concerto il Maestro aspettò dietro le quinte per ringraziarci e dare la mano a tutti i musicisti.

 

Ha ritrovato qualcosa di Montreal nella città ai piedi delle Alpi?

Certamente l'aspetto del bilinguismo e della convivenza di due culture.

 

Un suo personale auspicio per il futuro.

Nel futuro immediato, come tutti credo, vorrei vedere la fine dell'atroce conflitto in Ucraina e il raggiungimento di una pace duratura.