Lévinas: ombre sulla dirigenza
È solo per un ‘difetto di notifica’ che lo scorso 18 maggio il gup del tribunale di Bolzano ha rinviato l’udienza preliminare relativa alla doppia accusa per falso in atto d’ufficio e abuso d’ufficio rivolta nei confronti del dirigente della Scuola professionale per le professioni sociali Emmanuel Lévinas di Bolzano.
Quella della scuola che ha sede in piazza Nikoletti è una storia caratterizzata da “eccesso di discrezionalità e mancanza di trasparenza”, come ha avuto modo di sottolineare la stessa Sovrintendenza Scolastica che in merito ha disposto anche un’ispezione interna.
Ed una cosa è certa: per il mondo della Formazione professionale in lingua italiana gli ultimi anni sono stati tutt’altro che sereni e tranquilli. Prima lo scandalo del Fondo Sociale Europeo, con i fondi bloccati e la crisi che ha colpito numerose realtà dell’arcipelago della formazione. Poi il nuovo contratto provinciale per gli insegnanti, in pratica ’subito’ dagli insegnanti italiani che a più riprese si sono sentiti abbandonati anche dai sindacati. E quindi, dulcis in fundo, questa brutta storia che sta avendo purtroppo, come detto, anche risvolti penali e contabili.
L’udienza preliminare rinviata in sostanza nel prossimo futuro (la data non è ancora stata fissata) dovrà stabilire se ci sarà o meno un processo penale a carico di Giorgio Bissolo, tuttora dirigente della Lévinas. L’accusa nei suo confronti è circostanziata e descritta dalla procura attraverso una formula che sintetizza in modo molto efficace quanto sarebbe avvenuto.
“Il dirigente avrebbe conferito sistematicamente incarichi di docenza in assenza dei presupposti di legge e avendo a disposizione personale docente che rimaneva immotivatamente privo di incarico, a soggetti selezionati non in base a una procedura comparativa o per meriti particolari, bensì esclusivamente in virtù di amicizia, parentela o vicinato”
Di qui la richiesta di rinvio a giudizio. Con la quale però si intreccia anche un’indagine contabile, come spesso accade in questi casi. La Corte dei Conti infatti avrebbe indicato in merito un danno erariale per 198mila euro, che tra l’altro coinvolgerebbe ‘in solido' per almeno 158mila euro insieme a Bissolo anche l’allora direttore d’area della Formazione Professionale Franco Russo, poi passato ad altro incarico in Sovrintendenza. Secondo la Corte dei Conti Russo avrebbe di fatto “firmato per approvazione i contratti pur essendo a conoscenza della normativa”.
I fatti contestati risalgono al periodo compreso tra il 2011 e il 2015 e coinvolgono 10 insegnanti che a loro dire vennero penalizzati dalle scelte di Bissolo. La successiva indagine in merito della procura ha quindi avuto il suo culmine nel 2014 quando hanno avuto luogo perquisizioni e sequestri di materiali, tra cui anche il computer del dirigente. La richiesta di rinvio a giudizio è stata quindi depositata lo scorso 22 marzo dal pm Igor Secco.
In realtà le scelte discusse del dirigente riguardano diverse distinte vicende.
I primi problemi si ebbero nel 2012 quando il sindacato lamentò atteggiamenti persecutori da parte del dirigente nei confronti di alcuni insegnanti. Sulla scia di ciò nel 2013 il dirigente della Lévinas avrebbe ‘punito’ alcuni di loro non rinnovando i loro incarichi anche se erano a tempo indeterminato e di ruolo. Nello stesso periodo poi una vicenda ancora da chiarire avrebbe avuto come protagonista un insegnante di musica al quale venne assegnato un incarico a chiamata diretta “senza che il dirigente spiegasse per quale motivo aveva deciso di non attingere alle specifiche graduatorie”.
Non basta: secondo la Procura successivamente Bissolo “conferiva sistematicamente 17 incarichi a un vicino di casa e a sua moglie, dipendente Asl, pur avendo a disposizione docenti interni, senza che vi fosse una effettiva ragione”. E una vicenda poco chiara avrebbe riguardato anche la docenza di ‘etica’ (che sarebbe stata affidata ad un insegnante di lingua tedesca “privo dei titoli necessari”) e di psicologia (ancora una volta assegnata ad esterni senza procedere prima alla verifica preliminare se allo scopo fosse possibile l’utilizzo di ‘risorse interne’).
Di tutte queste accuse Bissolo dovrà rendere conto nel corso di un iter giudiziario che, con ogni probabilità, si protrarrà ancora per molti anni. E del quale prossimamente e man mano vi renderemo conto.