Se nell'urna c'è l'immigrato..
Pare che la Brexit sia stata scelta dalla maggioranza degli elettori inglesi pensando soprattutto alla immigrazione e a come limitarla. Anche in Austria recentemente quasi la metà dell’elettorato ha scelto la parte politica contraria all’immigrazione. E non mancano altri esempi in Europa e non solo, dove il tema dello “straniero” è entrato nell’urna e condiziona di conseguenza le Politiche Pubbliche. In Sudtirolo le cose vanno così che in pubblico prevale tutto sommato il bon ton, ma in privato si sentono sfoghi che dicono il contrario. C’è un sommerso da prendere in considerazione anche e prima che si esprima elettoralmente. Esso non fa distinzione tra rifugiati, profughi ed immigrati, ma in generale invece tra quelli che lavorano, e quelli che “si fanno mantenere”. Ormai c’è un consolidato rispetto verso gli stranieri inseriti ed autonomi nei loro lavori e professioni: le badanti, i muratori, le sarte, pizzaioli, commercianti, pubblici esercenti, ristoratori. La strada giusta per l’integrazione e per un rapporto positivo con i nuovi arrivati è la conoscenza della lingua locale e il lavoro. Tanto più incomprensibile appare quindi la condizione dei richiedenti asilo, per lo più giovani e single, ospitati nelle strutture di accoglienza per 18 mesi, senza vincolo di studio della lingua e primo inserimento al lavoro. Fa male a loro, fa male anche ad un’opinione pubblica sconcertata e disorientata. La prima accoglienza non può essere solo “pensione completa”.
(www.albertostenico.it)