Kultur | Salto Afternoon
“…ho rivissuto quella emozione.”
Foto: Edoardo Tomasi
Andrea Maffei, è cantautore e musicista. "Scrivere canzoni è il mio mestiere. Con la Spritz band, suoniamo solo cose nostre. Fabrizio De André è venuto dopo, per una questione di amicizia e di affetto. Per suonare le sue canzoni abbiamo preso un altro nome, "Il suonatore Jones", che è il titolo di uno dei suoi brani, ma lo facciamo sempre a modo nostro" -racconta.
Le interpretazioni delle canzoni e ballate dell'amatissimo cantautore genovese proposte da Andrea Maffei con il Suonatore Jones al seguito, sono conosciute e apprezzate in un largo contesto nazionale, oltre a quello bolzanino e sudtirolese, per l'originalità degli arrangiamenti, e anche per via della voce di Maffei, che ricorda molto quella dello stesso Fabrizio De André.
Ma le affinità vanno ben oltre la voce, ad accumunarli è in fondo una predilezione per gli ultimi, per gli emarginati che li ha avvicinati nella vita e che nella musica si esprime.
Incontro Andrea Maffei per parlare del suo prossimo concerto con la Merano Pop Symphony Orchestra in programma a Bolzano il 29 ottobre al Teatro Cristallo, ormai quasi sold out. Questa volta canterà le canzoni di De André, arrangiate per la prima volta per un'orchestra.
Salto.bz: Signor Maffei, come è nato questo nuovo progetto, di cosa si tratta?
Andrea Maffei: È un progetto del tutto inedito, praticamente unico al mondo. Solo la London Symphony Orchestra aveva provato un'orchestrazione della musica di Fabrizio, inserendo delle registrazioni della sua voce. Finora quello è stato l'unico esperimento in questa direzione.
Noi, ovvero la Merano Pop Symphony Orchestra, che è un'orchestra classica di una quarantina di elementi, con il suo direttore, il Maestro Roberto Federico, il suo arrangiatore, Andrea Leopardi ed io, insieme a due coriste eccezionali, Roberta Manzini e Sonia Ferrari, siamo i primi a proporre una versione sinfonica vera e propria delle sue canzoni.
È un territorio completamente nuovo anche per me.
Vi siete esibiti per la prima volta un paio di settimane fa al Teatro Puccini di Merano. Come è andata, e cosa suonerete invece a Bolzano?
Il concerto a Merano è andato benissimo, un trionfo direi. Il teatro era stracolmo e la gente entusiasta. Suonare e cantare al Puccini, che architettonicamente è una bomboniera, è già di per sé una bella esperienza.
Abbiamo ripercorso un vasto repertorio delle canzoni di De André, da quelle vecchissime e i grandi classici, da Geordie e Bocca di rosa, fino ad arrivare a capolavori meno frequentati, come Khorakhanè.
Nel concerto di Bolzano non cambieremo molto, penso che anche il pubblico bolzanino che ama la musica di Fabrizio De André sarà soddisfatto, almeno lo spero.
E per lei come è stato cantare accompagnato da un'orchestra?
Emozionante e impegnativo. Confesso che non ero molto tranquillo sapendo che dietro di me c'erano quaranta musicisti e che se sbagliavo avrei messo in difficoltà anche loro. Dovevo fare attenzione e seguire il direttore che dava gli attacchi agli archi, agli ottoni, e anche a me, come cantante. Un'esperienza nuova, diversa che suonare in una band. Ma è proprio questo il bello, dopo tanti anni a suonare, ritrovarmi a fare cose nuove.
La Spritz band e Il suonatore Jones, ci racconti di questa differenza ed evoluzione?
È semplice, musicalmente siamo nati come Spritz band. Con questo nome abbiamo suonato le nostre canzoni, scritte e arrangiate da noi e continuiamo a farlo. Il suonatore Jones è nato dopo la scomparsa di Fabrizio. Ci siamo dati questo nome, che è un omaggio alla sua musica, quando abbiamo cominciato a confrontarci con le sue canzoni, a interpretarle, e abbiamo continuato a usarlo anche quando abbiamo inciso i due cd con la sua musica, sempre arrangiata da noi. Abbiamo sempre cercato di far conoscere anche il De André meno conosciuto e abbiamo fatte nostre le sue canzoni.
La sua amicizia con De André invece, come era nata?
Ho conosciuto Fabrizio attraverso amici comuni, quando frequentavo i circoli anarchici a Carrara e a Milano, a “Ponte della Ghisolfa”. Ricordo che qualche anno dopo, quando gli portai il nostro primo disco nel 1985, era sorpreso che anch'io facessi musica. Prima non gliene avevo mai parlato, non volevo viziare il nostro rapporto. Non sono stati tanti i nostri incontri, ma ho dei ricordi molto teneri di Fabrizio. Ricordo sua figlia Luvi (da un'abbreviazione di Ludovica Vittoria) bimbetta, e poi di averla rivista solo anni dopo, già grande, cantare Geordie insieme a suo padre. Quando ho cantato Geordie con la corista, adesso a Merano, mi è tornata negli occhi quell'immagine e ho rivissuto quella „zione.
I suoi prossimi progetti musicali?
Vorremmo proseguire questo progetto con la Merano Pop Symphony Orchestra, esportarlo anche fuori regione. È un lavoro inedito e che merita. Sarebbe una gratificazione anche per l'orchestra che in passato ha già accompagnato personaggi illustri della musica leggera italiana, da Marcella Bella a Riccardo Fogli. Tra gli ospiti dell’orchestra a Merano si contano anche gli Audio2, Silvia Mezzanotte, Annalisa Minetti, Dody Battaglia e prossimamente è atteso Red Canzian dei Pooh.
Intanto stiamo lavorando al prossimo cd con la Spritz band. Io come al solito butto giù le canzoni e poi Giorgio Mezzalira le sistema e Davide Dalpiaz con Marco Gardini arrangiano splendidamente. Federico Groff alla batteria e Mirko Giocondo con il suo basso, impreziosiscono il tutto.
Che canzoni saranno?
Canzoni d'amore, in senso allargato. Di amore verso l'umanità. Verso le persone semplici, dimenticate o che ci vivono accanto e non vediamo. Una è dedicata a una donna morta annegata in una nave carica di migranti che veniva dall'Albania e affondò nell'Adriatico col suo carico umano, dopo essere stata speronata da una motovedetta italiana. Una vicenda tragica che avvenne ormai anni fa, la prima di tante altre che continuano ad accadere nel Mediterraneo, purtroppo.
Ha fatto anche un cd particolare, l'anno scorso durante i lockdown.
Sì, quello è un cd tutto fatto in casa. Ho scritto, cantato, suonato e registrato le canzoni e l'ho stampato in casa. In due canzoni ci sono anche le voci di Monika Callegaro e Roberta Kerschbaumer, che mi hanno mandato le rispettive registrazioni, e poi amici e amiche hanno donato il design e la grafica per la copertina. L'ho chiamato Questione di pelle, l'ho distribuito in giro agli amici e conoscenti e ho ricavato qualche spicciolo che è andato a sostegno dei miei amici senzatetto, per cibo, qualche pacco di sigarette e bottiglia di vino.
Bitte anmelden um zu kommentieren