Politik | Jimmy Milanese

Le ultime ore di libertà del jihadista meranese in fuga

La felicità per Charlie Hebdo, l'organizzazione della fuga dall'italia e il suo arresto: le ultime ore di libertà del jihadista meranese
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Le ultime giornate di libertà del jihadista meranese Abdul Rahman Nauroz coincidono con un evento che all'inizio di quest'anno ha sconvolto l'Europa.

E' il 7 gennaio, un gruppo di jihadisti faceva irruzione nella sede del giornale satirico francese Charlie Hebdo. Mentre il mondo apprende la notizia, Nauroz e l'amico Hodza espongono pubblicamente la soddisfazione per l'accaduto. In uno dei profili Facebook di Nauroz appaiono video e immagini dell'attentato ai vignettisti francesi, mentre in uno dei profili Facebook del meranese Hodza, successivamente appare una immagine ineggiante contro i cristiani infedeli con un commento eloquente «Morte ai malfattori».

Di fronte alla esternazione pubblica della soddisfazione per la morte dei cronisti francesi, molti amici utenti di Nauroz commentano soddisfatti:«uccisi i quattro famosi vignettisti...questo giornale offendeva il sacro Corano e il nostro Profeta Maometto, la pace di Dio sia su di lui». Oppure, in un video che mostrava il noto assassinio del poliziotto da parte di un jihadista:«Questo è l’infedele che giocava con il fuoco...Guardatelo come supplica...Abbiamo vendicato Maometto».

Proprio in seguito a questi attentati, l'opera di radicalizzazione di Nauroz si sposta anche verso amici meranesi fino a quel momento mai emersi nel corso delle intercettazioni. Ad esempio, Nauroz spiega e condivide le motivazioni del gesto con un amico rumeno. Oppure, dall'inchiesta emerge un personaggio misterioso. Tale Khaled Aziz Abdelmhamed, un ragazzo turco già ospite nel 2011 presso l'abitazione di Via Castel Gatto a Merano, proprio in ritorno da un periodo addestrativo nelle montagene siriane, il quale anche nell'autunno del 2014 si stabilisce a casa dell'amico. Aziz è il tramite al quale Nauroz si rivolge con una serie di domane per il suo intento di armare la cellula meranese.

Ad ogni modo, la situazione precipita verso la fine del gennaio 2015. Nauroz sa che di li a poco dovrà scontare una condanna definitiva a due anni di carcere, per questo esprime la volontà di raggiungere Sheda Sameer, referente della cellula svizzera di Rawti Shax, residente a Binningen, e ad oggi inserito nell'elenco dei pluriricercati europei per terrorismo nelle file di Al Nursa. Sameer aveva già incontrato Nauroz a Merano per organizzare le partenze verso la guerra santa ed è lo stesso che aveva finanziato con poco meno di 1000 euro il viaggio in Siria di Eldin Hodza.

Il 26 gennaio sera Nauroz capisce che è ora di lasciare il paese, avvisa un misterioso amico dell'organizzazione Rawti del suo imminente arrivo a Monaco, dalla quale città avrebbe poi raggiunto Istanbul. Il fuggitivo si libera di alcuni suppellettili e viene ospitato per la notte da Hasan Saman Jalal a Bolzano, coinvolto nelle indagini, arrestato e recentemente messo in libertà, il quale dalle intercettazioni risulta però pienamente consapevole della situazione in corso.

Il 28 gennaio 2015 i Ros decidono di agire, ma per evitare che quattro anni di uno splendido lavoro di intercettazioni e indagini venga svelato agli indagati, escogitano un ingegnoso piano. Alle 7 di mattina, Nauroz, in quel momento alias tanti altri pseudonomi, viene messo nelle condizioni di dovere essere fermato per un normale controllo, ma dalla Polizia di frontiera, proprio al varco del Brennero, dove viene identificato e arrestato in esecuzione di una condanna vecchia di 5 anni!

Sul suo profilo Fecebook c'è ancora la foto delle bellissime montagne curde del Baranan (in curdo, Rawti Shax significa proprio "verso la montagna"), con la fotografia sovrimpressa forse di un martire della jihad. E rimane anche il video di un bambino che canta una bellissima canzone araba, chiedere ad Allah:«Oh Signore, chi mi proteggerà ora?».