Oltre le cicatrici, contro il silenzio
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"Dopo tutto quello che è successo, per molto tempo ho avuto la sensazione che il mio corpo mi fosse completamente estraneo. Poi, a un certo punto, ho capito che la danza era un modo per esprimermi senza dover raccontare o spiegare nulla, semplicemente un modo per liberarmi delle emozioni." Thea Malfertheiner ha scelto con enorme coraggio di condividere la propria esperienza di violenza sessuale e di raccontare come il corpo, da luogo della ferita, possa diventare anche spazio di riconquista, cura e forza. Lo ha fatto nel film Despite the scars ("Auch wenn Narben bleiben" - "Nonostante le cicatrici") sotto lo sguardo della telecamera attenta e mai invadente dell’amico d'infanzia Felix Rier, regista sudtirolese, anche lui trapiantato per alcuni anni a Berlino. Attraverso la danza, che Thea pratica come ballerina ed esperta di movimento somatico, le immagini mostrano che la guarigione non è lineare, non è semplice, ma è possibile quando si trovano linguaggi e persone in grado di sostenere il coraggio di questo faticoso percorso. A SALTO, poco prima della proiezione al Filmclub, Thea e Felix hanno raccontato come è nato il progetto, quali paure e quali forme di coraggio lo hanno attraversato, come si costruisce fiducia durante un processo creativo così delicato, e cosa sperano che il pubblico porti con sé dopo la visione.
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Thea Malfertheiner ha scelto con enorme coraggio di condividere la propria esperienza di violenza sessuale e di raccontare come il corpo, da luogo della ferita, possa diventare anche spazio di riconquista, cura e forza.(c) SALTO/ Mauro Podini
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“La danza è per me un linguaggio e una forma di espressione. Al di là delle parole, ho capito che dietro quei movimenti c'era forza. Questo mi ha permesso di ritrovare il controllo su ciò che faccio e la mia autonomia decisionale sul mio corpo. Anche nel film ho la possibilità di riprendere un po' più di controllo sulla mia storia", racconta Thea, aggiungendo che il film non avrebbe potuto farlo con nessun altro regista.
La sensibilità cinematografica di Felix Rier, nata dall'amicizia e dalla consapevolezza dell'ingiustizia subita dall'amica, si trasforma in alleanza e ascolto. “Il film ha una storia relativamente lunga, ma risale al periodo in cui, in ospedale, Thea mi ha raccontato quello che era successo ”, dice Felix. “In quel momento ero sopraffatto da sentimenti di smarrimento e soprattutto di vergogna. Vergogna di appartenere a quel sesso capace di tanta violenza. Così, ho scritto a Thea una lettera immaginaria in cui mi confrontavo con me stesso e descrivevo la spiacevole sensazione di essere un uomo. Questa lettera ha commosso molto Thea e da lì è nato questo progetto: Thea voleva parlarne attraverso il suo lavoro di ballerina”.
Dopo la proiezione queste tematiche sono state approfondite in una discussione che ha coinvolto Thea, Felix, Christine Clignon (presidente di GEA) e la ricercatrice Andrea Fleckinger. Un momento di confronto importante, nella giornata internazionale contro la violenza sulle donne, che ha permesso di collegare la testimonianza personale alle dimensioni sociali, culturali e politiche della violenza di genere, e di riflettere su ciò che come comunità possiamo fare per sostenere, credere, prevenire.
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Per conoscere meglio i protagonisti è importante anche leggere l'intervista che Thea e Felix avevano dato a SALTO la scorsa estate. O ascoltare questa puntata di Free!, il podcast di Christine Clignon. Ma, soprattutto, è importante vedere questo film, prodotto dalla Helios Sustainable Films e sottotitolato in italiano. Dal 4 dicembre verrà proiettato in diverse località (vedi infobox). Chi avrà la fortuna di vederlo non potrà che partecipare con commozione al percorso intrapreso da Thea, e sottoscrivere le parole che verso la fine del film Thea, mentre addormenta il suo bimbo nato da poco, scrive a sé stessa:
"So che le parole che ti scrivo possono riportarti in luoghi che forse preferiresti dimenticare. Ma credo fermamente che sia importante guardare il nostro dolore, accoglierlo e permettergli di essere parte della nostra storia senza definirci. Mi spezza il cuore sapere cosa hai passato e quante volte hai pianto da sola.
Anche se le cicatrici rimangono e i ricordi sono dolorosi, voglio dirti che non sei sola. Sono qui per abbracciarti, per consolarti. Non sei più la vittima di allora. Sei una guerriera, una sopravvissuta, una speranza luminosa in un mondo che a volte sembra così buio. Sono orgogliosa di te, di tutto ciò che hai realizzato, della forza che hai trovato per andare avanti.
Hai fatto così tanto per entrambe, hai lavorato così duramente per guarire e crescere. Hai dato fiducia, anche quando quella fiducia è stata tradita. E ti prometto che continuerò questo lavoro, che mi impegnerò ogni giorno per ottenere il meglio dalla vita che hai difeso con tanto coraggio.
Con tutto il mio amore e la mia gratitudine, tua Thea."
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Dove vedere il film
Il film verrà proiettato al Filmclub a Merano (4.12.), Bressanone, (8.12.), Ora (9.12.), Silandro (10.12.), Brunico (11.12.) e Vipiteno (12.12.).
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