Politik | Autonomia integrale

Il sorriso degli italiani

L’Obmann dell’Svp alla ricerca di un consenso italiano.

In occasione di una visita all’Università della Alpi Upad, Richard Theiner ha affermato: “La mia autonomia integrale ha un senso soltanto se ci stanno dentro anche gli italiani”. La parola “integrale” non lascia spazio a dubbi. Integrale è il contrario di parziale, allude a una totalità che deve essere lasciata sussistere per quel che è, senza suddividerla in componenti isolati. Se però, almeno a livello concettuale, la cosa risulta chiarissima, molto più difficile immaginarsi una concretizzazione politica. Theiner ricorda spesso di aver attivato una “operazione ascolto nei quartieri di Bolzano per far capire a tutti la necessità del dialogo”. Pur non sottovalutando l’importanza del dialogo, è piuttosto sulla sua forma – e specialmente sugli effetti sperati – che varrebbe la pena riflettere. Solo se il dialogo presuppone che i dialoganti (tutti i dialoganti) siano disposti a cambiare le posizioni di partenza, allora si tratterebbe di un dialogo proficuo. In caso contrario il dialogo assume la fisionomia di un mero confronto tra punti di vista inconciliabili.  Il timore è che per dialogo Theiner intenda questo: gli italiani accettino l’autonomia integrale e rispettino il ruolo che la Svp continuerà a svolgere anche in una configurazione istituzionale mutata, vale a dire quello di rappresentare e accogliere tra le proprie fila esclusivamente sudtirolesi di lingua tedesca e ladina. Si tratterebbe dunque di una svolta puramente nominale, e il “sorriso degli italiani” – per usare l’espressione di Theiner – non tarderebbe a smorzarsi immancabilmente nel solito mugugno.