Politik | Nuove regole

M5s, in calo il voto online

Sì della base alla riorganizzazione con “mandato zero e facilitatori”. Ma partecipano la metà di coloro che avevano “graziato” Salvini. Si attende il responsabile locale.
Luigi Di Maio
Foto: ItaliaOggi

Alla votazione online sul caso Diciotti, il verdetto che aveva “graziato” Matteo Salvini per il blocco della nave con i profughi stremati dalla permanenza in mare, avevano partecipato 52.417 utenti, in base al dato della piattaforma Rousseau. Stavolta, per avallare la riorganizzazione interna del movimento - con cinque quesiti tra cui “mandato zero” dei consiglieri comunali (in pratica la fine del vecchio “tabù” dei due mandati), l’alleanza con le civiche e i “facilitatori” locali - è stata in media di 24.751 persone. Meno della metà

Difficile a questo punto, vista la tendenza, capire in quale situazione arriverà il movimento (ma soprattutto il governo gialloverde), definito “un esempio luminoso di democrazia diretta, unico al mondo” sul Blog delle stelle, all’appuntamento dell’11-12 ottobre a Napoli per i dieci anni dei pentastellati. In Trentino Alto Adige intanto si aspetta di capire chi sarà il responsabile territoriale che dovrà favorire il rapporto tra vertici e base grillina. Tutto ancora una volta dipenderà dal bando atteso dalla dirigenza nazionale.

Le modifiche avanzate dai vertici e discusse nelle assemblee territoriali, vedi quella regionale a Salorno a maggio, sono passate in scioltezza senza tuttavia una partecipazione di massa alla consultazione. Dei cinque i quesiti sottoposti agli iscritti tramite Rousseau i due che hanno polarizzato di più la base sono stati “l’introduzione del mandato zero per i consiglieri comunali” e “la candidatura per il secondo mandato solo per i consiglieri comunali”. Norme interne che secondo i promotori consentirebbero di valorizzare l’esperienza degli eletti, permettendo al movimento di non perdere i propri candidati dopo appena due mandati e di poterli schierare il livelli istituzionali successivi a partire dal Comune. Si tratta però uno dei tabù fondativi dei pentastellati che era stato proposto da Beppe Grillo in persona.

La situazione è cambiata e Di Maio nei mesi scorsi ha sottoposto la propria idea per far ripartire il movimento. Gli iscritti hanno risposto, dando però qualche segnale alla leadership. Nel primo caso, la deroga per i consiglieri comunali, i sì sono stati 17.307 (68%) a fronte di 8.148 no (32%). Nel secondo caso, la candidatura a incarico in corso, i consensi sono scesi a 15.005 (60,6%) mentre i dinieghi hanno sfiorato il 40% (9.754 no, 39,4%). Di contro, l’organizzazione regionale del M5s ha ricevuto 21.111 sì (85,1%) e 3.693 no (14,9%), con la condivisione maggiore.

Il blog tenta di fare enfasi all’avallo parlando di “123.755 preferenze espresse in totale”. Ma fa fede la media a 24.751 preferenze. Meno anche rispetto ai sì ottenuti dalla posizione adottata da Salvini e condivisa dal governo pentastellato sui migranti della Diciotti: le approvazioni online erano state 30.948, contro i 21.469 pareri di chi acconsentiva all’autorizzazione a procedere per il tribunale dei ministri.