Chronik | Polemica sul voto

“Dal Team K un favore a Caramaschi?”

Referendum sul tram anche a Caldaro e Appiano, critiche alla proposta di Köllensperger. Costa: “Idea insensata”. Forest: “Assist al sindaco, visto che il no è favorito?”
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Foto: Pixabay

Una proposta “tanto insensata quanto giuridicamente inammissibile” dice Davide Costa, “padre” del referendum sul tram nel capoluogo assieme agli altri attivisti del Comitato traffico cittadini di Bolzano. Dal comitato No tram giunge invece un’insinuazione: che si tratti, dicono Alessandro Forest, Rosanna Oliveri, Tritan Myftiu di “un esplicito favore al sindaco Caramaschi (ipotetico futuro partner di giunta) in un goffo tentativo di ampliare la base dei votanti dato che i bolzanini potrebbero esprimersi in massa per il no?”. Così i due gruppi che si sono attivati per la consultazione prevista il 24 novembre insorgono di fronte alla proposta del Team Köllensperger di coinvolgere nel voto sull’infrastruttura anche i cittadini di Caldaro e Appiano.

 

Il Team K: coinvolgere l’Oltradige

 

Per Paul Köllensperger, che affida alla proposta - analoga a quella già avanzata su salto da Fabio Marcotto - alle pagine del quotidiano Alto Adige, il tram bolzanino diverrebbe “un’opera compiuta” solo se fosse prolungato fino all’Oltradige, dunque potendo servire anche i 23.000 pendolari che ogni giorno si recano in città principalmente da Appiano e Caldaro. “Il referendum day”, prosegue il consigliere provinciale sarebbe un’occasione meritevole e tecnicamente fattibile: serve solo l’ok dei due consigli comunali interessati, i due terzi dell’Aula ad Appiano e la maggioranza semplice a Caldaro, precisa ancora Köllensperger.

 

 

Sulla proposta i commenti e le illazioni da parte degli avversari politici si sprecano. Va considerato che il voto consultivo sull’opera fortemente promossa dal sindaco Renzo Caramaschi - che lunedì intende annunciare la sua scelta sulla ricandidatura o meno - si inserisce nel percorso di avvicinamento alle comunali 2020. E rischia concretamente di diventare un verdetto sul primo cittadino (e la sua giunta).

 

No di Costa: solo confusione

 

Costa boccia senza mezzi termini l’idea. ”Il referendum sul tram è stato indetto per il solo Comune di Bolzano, è stato approvato dalla competente commissione comunale di tre giudici e afferisce a un quesito strettamente limitato al contesto urbano della città di Bolzano. Ora improvvisamente ‘qualcuno’ si sveglia con una proposta che non ha né capo né coda. Ricordiamo che la giunta provinciale ha bocciato una mozione per il prolungamento della linea Tram da Ponte Adige a Caldaro per i pendolari”.

Per l’ex consigliere comunale pentastellato, ora al Misto, l’iniziativa “contribuisce solo a confondere le idee”. Perché, aggiunge, a differenza del percorso interno alla città il prolungamento “è solo un’idea teorizzata da anni ma mai portata concretamente avanti”.

 

Attacco dal centrodestra

 

Da parte del comitato No tram, di cui fa parte il consigliere comunale de Il centrodestra-Uniti per Bolzano Forest, si definisce “inaccettabile l’uso strumentale di questo allargamento del campo referendario”. Il comitato ricorda che “come continuano a sostenere il sindaco Caramaschi ed i suoi sostenitori il tram serve a Bolzano ed ai cittadini di Bolzano”: “Non si vede quindi per quale ragione dovrebbero essere anche altri cittadini dell'Alto Adige ad esprimersi in un’unica tornata di votazioni”.

 

 

Il comitato che prevede “anni di disagi per la costruzione del tram” precisa che questi “saranno esclusivamente a carico dei bolzanini e renderanno un campo di battaglia solo le strade di Bolzano”. “Inoltre - prosegue il gruppo - saranno i soli bolzanini a subire l’oscenità dell’alimentazione via cavo (sospesa) tra i fabbricati della città vecchia e sopra le loro teste e solo i bolzanini (fra tutti i comuni altoatesini) metteranno sul piatto i denari per realizzare l’opera. Quindi troviamo profondamente di cattivo gusto interferire nelle decisioni sui soldi spesi dagli altri”.

Segue la critica sul presunto “assist elettorale” a Caramaschi, nell’ipotesi di “un futuro accordo per la giunta” - ma da qui alle alleanze e all’esito delle elezioni ce ne passa - e il suggerimento di spendere i soldi per altri interventi ritenuti urgenti, dagli anziani agli asili nido.