Gesellschaft | Formazione

"Siamo italiani anche noi"

I Precari della scuola di Bolzano presidiano da una settimana Piazza Magnago in attesa di risposte.
20953055_1942091086070887_6747294098616483865_n.jpg
Foto: precari della scuola

Precari della scuola sospesi nella frontiera tra la disoccupazione e la sotto-occupazione. Così si potrebbe riassumere la settimana di presidio permanente davanti al palazzo della provincia, in Piazza Magnago, dei docenti delle GaE, guidati dal professore di storia e filosofia Enrico Palazzi. “Siamo italiani anche noi” dice il professore “ma la legge dello stato qui non è stata recepita.”

Tanti, come lui, sono iscritti all'interno della Graduatorie ad Esaurimento che tra l'altro, secondo un'accurata stima di TuttoScuola (riportata anche da Gian Antonio Stella sul Corriere), avranno bisogno di circa 41 anni per essere completamente svuotate. Si parla quindi del 2057, una data addirittura più lontana dell'anno in cui è ambientato il nuovo Blade Runner di Villeneuve, ovvero 2049.

Il 25 agosto, quinto giorno di presidio in piazza, Palazzi dice di aver ricevuto soprattutto testimonianze di solidarietà ma “nessuno si è visto”, ovvero l'assessore alla scuola e vice presidente della Provincia, Christian Tommasini, che “non ci ha voluto ascoltare”.

“Ci stupiamo, perché una legge statale fortemente voluta dal Partito Democratico non vuole essere accolta dal partito locale, probabilmente solo per un motivo meramente politico. Tommasini non è riuscito a convincere Achammer e la Volkspartei a garantire finanziamenti per le cattedre di potenziamento interdisciplinare.”

A schierarsi con i docenti ci sono però Alessandro Urzì e Brigitte Foppa dei Verdi. Quest'ultima ha solo presenziato alla mobilitazione per una breve manifestazione di vicinanza, mentre il leader di Alto Adige nel Cuore continua a battere il ferro ed arriva anche a tenere una conferenza stampa con il portavoce del coordinamento e alcuni dei suoi membri. “Ci sono precari che aspettano da dieci anni, che magari sono prossimi alla pensione”, dice Urzì.

“I tavoli tecnici che abbiamo chiesto non hanno migliorato la situazione ma anzi, non hanno fatto altro che ingarbugliarla ulteriormente” - “Quello che chiediamo è che la legge dello stato e lo statuto di autonomia vengano rispettati. La scuola è una delega secondaria che spetta alla Provincia Autonoma ma resta unitaria e statale”, ribadisce Palazzi.

Il coordinamento, che è presente anche sui social, alla pagina Facebook “Precari della scuola di Bolzano”, ha fatto ricordo diverse volte e più volte ha minacciato di denunciare l'amministrazione alla Corte Costituzionale e alla Corte di Giustizia Europea. “I 105 prigionieri della Provincia” li ha chiamati il quotidiano Alto Adige.

Il coordinamento non ha di certo avuto vita facile, ma ci si potrebbe tranquillamente interrogare su una questione fondamentale ed esclusivamente politica, ovvero se il consigliere Urzì non continui a tenere banco con la questione per puri fini elettorali e di propaganda, per guadagnare a livello locale i consensi di una parte di elettorato perso dalla sinistra, appunto quello dei precari. In questo caso di una certa parte di precari, ovvero quelli che vorrebbero avere delle cattedre di potenziamento. Cattedre che non riguardano una sola materia ma che coinvolgono più ambiti disciplinari. Altresì è vero che da parte del Partito Democratico non ci sono state risposte, nonostante alcuni media ufficiali citati da Enrico Palazzi dichiarino che l'assessore Tommasini avrebbe dato indicazioni al coordinamento.

Sconti non ce ne sono per nessuno, dalla politica ai sindacati e alle istituzioni. Il comunicato stampa del coordinamento continua e recita:

“Vorremmo apprendere direttamente dai SINDACATI CONFEDERALI il loro pensiero riguardo alla questione di cui al punto 4: davvero è anche a causa loro che LA MOBILITA` c'è stata e ci viene ANCORA IMPEDITA? Manifesteremo ad oltranza la nostra indignazione!!!”

Gli indignados del mondo della scuola andranno avanti con i loro presidi, aspettando riscontri ufficiali, dal vice Tommasini e dall'Obmann Achammer. Gli assessori risponderanno alla chiamata?