Politik | Scuola

Classi speciali per i “non tedeschi”

La Goethe di Bolzano annuncia la scelta drastica. "Corsi e consulenze non bastano perché non vincolanti. Dobbiamo pensare ai bimbi di madrelingua". L'Svp applaude e Stauder lancia una stilettata a Galateo sulla commissione.
bozen, scuole Goethe
Foto: Wikipedia
  • A mali estremi, estremi rimedi. La scuola Goethe di Bolzano annuncia con un certo orgoglio dalle colonne del Dolomiten di aver trovato il classico uovo di Colombo per risolvere l’annoso problema della presenza di bambini italiani e stranieri nelle scuole tedesche: la creazione di una “classe speciale” in cui raggruppare i bambini che non parlano sufficientemente bene il tedesco o non lo parlano affatto.  L’Svp della coppia Steger-Stauder applaude a scena aperta, e l’ex sindaco di Lana si toglie anche un macigno dalla scarpa, lanciando una stilettata “agli italiani” (prima Giuliano Vettorato ed ora Marco Galateo): “Siamo abbastanza creativi per reagire al fatto che non si vuole creare la commissione paritetica”. E con questa frase il “segretario aggiunto” fa capire che l’iniziativa della scuola è come minimo concordata se non suggerita dal partito stesso. 

    Non parliamo di una scelta futuribile ma di una decisione già operativa nell’anno scolastico che sta per cominciare. “Devo rendere possibile l'insegnamento, ma anche pensare ai bambini di madrelingua tedesca”, spiega la direttrice Christina Holzer al quotidiano Athesia. 

    Come si ricorderà, prima delle elezioni provinciali erano state create le condizioni amministrative per introdurre consulenze obbligatorie e corsi estivi come “filtro” contro l'ondata di alunni di famiglie non tedesche nelle scuole in lingua tedesca. “L'intera procedura non ha alcuna forza vincolante - dice Holzer -  Chiunque si rechi in Pakistan con i propri figli in estate senza completare i corsi può comunque mandare i propri figli in una scuola tedesca”. Di qui la scelta drastica, con la speranza, nel lungo termine, che queste classi speciali convincano le famiglie a desistere. 

    “È l'unico modo per garantire che i nostri figli non siano svantaggiati”, afferma l’Obmann Dieter Steger.  Stauder poi fa capire di voler usare questa soluzione estrema come leva per far accettare a Galateo l’idea della commissione paritetica che decida se accettare o meno un bambino in una scuola e in caso di rifiuto lo mandi nella scuola dell’altro gruppo linguistico. “Se facciamo progressi con la commissione, bene. In caso contrario, siamo abbastanza creativi da intraprendere nuovi passi”, insiste. La strada intrapresa dalla scuola Goethe, nella quale i bambini che non conoscono il tedesco sono raggruppati in una classe senza compagni tedeschi, è uno dei modi, forse il migliore, sostiene il Dolomiten, per aggirare la commissione. Stauder guiderà il gruppo di lavoro della SVP in stretto coordinamento con l’assessore competente Philipp Achammer.