Gesellschaft | Qualità della vita

Peggio, ma non troppo

Italia Oggi ha reso nota sua classifica annuale della qualità della vita nelle Province Italiane. Tra ombre e luci l’Alto Adige scende dal secondo all’ottavo posto.
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Foto: Comune Bolzano

Una cosa è certa: da un certo punto di vista le periodiche classifiche’ della qualità della vita lasciano il tempo che trovano. Ma di fatto le due principali rilevazioni promosse dalla stampa nazionale (Italia Oggi e Il Sole 24 Ore) vengono vissute annualmente da Bolzano e Trento sostanzialmente nella prospettiva di confermare innanzitutto il loro primato nazionale in termini di qualità della vita. E successivamente per scrutarsi vicendevolemente, alla luce di una gara di per sé non dichiarata ma senz’altro presente. Tra le pieghe poi naturalmente vi è la possibilità di osservare, scegliendo diversi livelli di attenzione, per cercare di capire cosa le rilevazioni nazionali sono in grado di dirci sulla nostra mai scontata e comunque in vario modo sofferta alta qualità della vita

Il ‘rito’ si ripete anche in occasione della classifica annuale realizzata da Italia Oggi insieme all’Università di Roma La Sapienza e resa nota nelle ultime ore. Consegnando agli annali un podio che vede Bolzano e Trento (ma anche Belluno, Pordenone, Siena, Parma e Udine) scalzate da Mantova. Con Trento che perde dopo 5 anni il primo gradino del podio scendendo al secondo. Un calo simbolicamente significativo, ma non quanto quello di Bolzano che nella classifica di Italia oggi di posizioni ne perde ben 7, passando dal secondo all’ottavo posto. 

Le 40 pagine della ricerca sono naturalmente a disposizione di tutti (politici, operatori del mondo economico, sociologi, cittadini). Noi dal canto nostro abbiamo cercato di focalizzare la nostra attenzione andando ad identificare la performance della provincia di Bolzano (sia ben chiaro, il ‘sistema’ provincia e non l’ente Provincia) nei distinti 9 settori della ricerca, denominati ‘dimensioni’ d’analisi’. E cercando nello specifico di identificare dove si sono concentrati i maggiori punti di debolezza che hanno prodotto il calo di posizione in classifica. 

Se è vero che in alcuni settori l’Alto Adige ha confermato la sua performance complessiva dell’anno scorso (Tempo libero e Turismo con l’ottavo posto e Popolazione con il primo posto) è anche vero che ci sono stati settori in cui Bolzano ha migliorato. Come Affari e Lavoro dove la provincia di Bolzano è riuscita a passare dal secondo al primo posto e Sistema Salute dove la crescita è stata da un mediocre 68esimo posto ad un più onorevole 25esimo. Per non parlare del 4° posto assoluto conseguito nella nuova categoria ‘Ambiente’ e della confortante risalita per quanto riguarda la Criminalità dal 26esimo posto del 2015 a 15esimo del 2016. 

Dove allora si sono concentrati i principali punti di debolezza? E’ presto detto: a penalizzare maggiormente il sistema Alto Adige sono stati i settori Servizi Finanziari e Scolastici e - soprattutto - la cruciale categoria del Disagio Sociale e Personale. Rientra dalla finestra statistica nazionale dunque il famoso disagio ma - attenzione - in questo caso di tratta di un fenomeno generalizzato e quindi evidentemente non solo appannaggio degli ‘italiani

La classifica di Italia Oggi e della Sapienza certifica allora che Bolzano resta la peggiore in Italia (su 110 province) per quanto riguarda la percentuale di infortuni sul lavoro. Conquistando un disonorevolissimo penultimo posto (109) per quanto riguarda le Ospedalizzazioni per disturbi psichici, nuova sottocategoria appena introdotta proprio nel 2016 (e in cui Trento invece si posiziona a metà classifica). 
La provincia di Bolzano conferma poi la sua posizione a fondo classifica anche per quanto riguarda la percentuale dei morti per tumore (mentre Trento pure restando mediocre recupera ben 15 posizioni). Per riequilibrare queste performance negative non bastano le ‘luci’ che pur ci sono in questo settore. Come il tasso di disoccupazione giovanile più basso d’Italia e piccoli miglioramenti fatti segnare nei suicidi (comunque molti di più rispetto al resto d’Italia) e i reati a sfondo sessuale contro i minori, anche questi troppi per poter aspirare ad una posizione più onorevole nella classifica relativa al Disagio sociale e personale. 

Come si diceva, problemi ci sono anche per quanto riguarda i Servizi Finanziari e scolastici. L’Alto Adige soffre un sempre maggiore sottodimensionamento dei servizi finanziari ed ha una percentuale di phone banking che rasenta la maglia nera. 
Per quanto riguarda il settore formativo se è vero che le classi sono poco affollate, purtroppo è anche vero che la provincia di Bolzano si colloca solo a metà classifica per quanto riguarda il numero di scuole superiori a parità di abitanti, in una classifica in cui Trento risulta comunque più virtuosa. 

Un’ultimo accenno merita, in controtendenza, il miglioramento fatto segnare dalla Sanità altoatesina nell’ultimo anno. In diverse sottocategorie come l’organico dei medici e soprattutto degli infermieri e del personale non medico. Per ironia della sorte l’Alto Adige mantiene anche posizioni di testa nella speciale classifica relativa al numero di posti letto nei reparti ospedalieri di ostetricia e ginecologia. Anche questo insieme ad altri è un dato interessante per consentire forse agli altoatesini di avere una diversa percezione di quello che hanno, rispetto al resto d’Italia