Umwelt | L'appello

"Sci, la Giunta cambi rotta"

Dura presa di posizione di Cai, Alpenverein e ambientalisti alla vigilia dell'apertura della stagione : "Finanziare oggi nuovi impianti è un anacronismo ingiustificabile. Il nuovo piano di settore per le piste da sci può essere occasione di cambiamento".
sci, mancanza di neve
Foto: Cai
  • Palazzo Widmann continua a fare finta di nulla, ma non c’è dubbio che le associazioni alpinistiche e ambientaliste stiano facendo del loro meglio per richiamare l’attenzione sui rischi di una corsa senza freni dello sviluppo turistico. Alla vigilia dell'apertura degli impianti sciistici tornano infatti sul tema con un comunicato congiunto Alpenverein Südtirol, CAI Alto Adige, Climate Action, Dachverband für Natur- und Umweltschutz, Heimatpflegeverband, Nosc Cunfin e Mountain Wilderness. Parliamo cioè di associazioni che riuniscono parecchie migliaia di soci e che non possono essere bollate come estremiste. Ciònonostante è assai probabile che anche questo nuovo appello sia percepito come un fastidioso rumore di fondo che disturba "il manovratore". Meglio cambiare canale. 

    “La stagione sciistica – si legge nella nota - inizia questo fine settimana in molte località sciistiche dell'Alto Adige. La Giunta provinciale ha recentemente aumentato di altri 22 milioni di euro i contributi pubblici per nuovi impianti di risalita. Le associazioni alpine e ambientaliste chiedono un cambio di rotta deciso: cogliamo l’occasione dell'aggiornamento previsto del Piano di settore impianti di risalita e piste da sci per sviluppare nuove idee e trasformare l'Alto Adige in un modello di riferimento, la prima regione sciistica al mondo a emissioni zero, capace di rispettare il paesaggio, l’ambiente e le tradizioni, puntando su una mobilità pubblica sostenibile”. 

  • Montagne aggredite: La Giunta continua ad approvare nuovi impianti Foto: Rocco Modugno per SALTO
  • Le associazioni forniscono poi una serie di nozioni ormai entrate nella coscienza di (quasi) tutti come quella secondo cui entro la fine del secolo le condizioni della neve a 2000 metri corrisponderanno a quelle che si trovano oggi a 1000-1500 metri. "Le stazioni sciistiche a quote più basse non saranno più economicamente sostenibili, a causa dell'aumento della domanda di elettricità e di acqua per l'innevamento”, si legge nel comunicato.

    Secondo ambientalisti e associazioni alpinistiche “la costruzione di nuovi impianti e piste nel 2024 è un anacronismo non più giustificabile. Ciononostante, negli ultimi anni la provincia ha approvato numerosi progetti per ampliare l'offerta dei comprensori sciistici. Tra questi, l'ampliamento dell'area sciistica di Klausberg in Valle Aurina, la controversa funivia Tires-Malga Frommer e la cabinovia König Laurin. Quest'ultima porta a una stazione di monte nel cuore delle Dolomiti, a pochi metri dal confine del patrimonio mondiale UNESCO. Sono in corso di valutazione molti altri progetti di espansione sciistica, tra cui a Plan de Corones il bacino di 125.000 m³ Bodensee e la ristrutturazione delle funivie K1 e K2 con il trasferimento della stazione intermedia e una nuova pista verso valle, l'ampliamento delle piste sul Monte Elmo nell'area sciistica “Drei Zinnen” ecc.. 

     

    L'Alto Adige potrebbe essere pioniere di un'offerta turistica rispettosa del paesaggio e dell'ambiente e neutrale dal punto di vista climatico. 

     

    Per le associazioni "invece di continuare a contribuire negativamente al cambiamento climatico, incentivando sciatori e appassionati di sport invernali che si spostano con auto private, l'Alto Adige potrebbe essere pioniere di un'offerta turistica rispettosa del paesaggio e dell'ambiente e neutrale dal punto di vista climatico. Potremmo diventare promotori di un nuovo modello di turismo sostenibile, praticamente privo di trasporto privato motorizzato, che promuova attività meno frenetiche ma di maggiore qualità, che non preveda piste da sci circondate da recinzioni di plastica e file di cannoni sparaneve". 

     

    È ora di dire chiaramente che coloro che si presentano come i protettori delle regioni montane e 'unica alternativa allo spopolamento, in realtà non fanno altro che spremere le regioni alpine declassandole a parco divertimenti.

     

    Il rinnovo del piano di settore impianti di risalita e piste da sci, che dovrebbe avvenire tra pochi mesi, è un'occasione per tracciare la rotta in questa direzione. "Le Associazioni alpinistiche e ambientaliste auspicano che questa opportunità venga colta per sviluppare una nuova filosofia di turismo e rendere l'Alto Adige un modello da seguire: La prima regione sciistica al mondo a impatto climatico zero, che rispetta il paesaggio, l'ambiente e le tradizioni e si affida ai trasporti pubblici". 

    Infine arriva un attacco piuttosto duro alle categorie economiche ed in particolare ad albergatori ed impiantisti."È ora di dire chiaramente che coloro che si presentano come i protettori delle regioni montane e affermano di essere l'unica alternativa allo spopolamento della montagna, in realtà non fanno altro che spremere le regioni alpine declassandole a parco divertimenti, esercitando una pressione sempre maggiore sui delicati ecosistemi delle alte quote. Continuare con il modello attuale non è ragionevole". 

    Le associazioni lanciano quindi un appello alla Giunta provinciale: "Cogliamo insieme l’opportunità dell’aggiornamento del Piano settoriale per impianti di risalita e piste da sci per posizionare l’Alto Adige come modello di riferimento per la tutela del clima e per un turismo sostenibile. Solo così il nostro territorio resterà vivibile – per le persone che ci abitano, per i nostri ospiti e per le generazioni future."