Gli inquirenti seguono la pista anarchica
E’ quasi un automatismo: se c’è un’esplosione allora saranno stati gli anarchici. Non fanno eccezione le prime notizie relative alle indagini della Digos che sta seguendo il caso dell’esplosione verificatasi ieri mattina (28 gennaio) presso il Tribunale di Sorveglianza di Trento. Come riporta il quotidiano Il Trentino, “il primo collegamento che è venuto in mente a chi ha seguito la cronaca locale, vista la presenza di bombole di gas, è stato con un incendio di una ventina di giorni fa, a Rovereto. Al Polo tecnologico, complesso destinato ad ospitare aziende, era stato annerito un muro, ma niente esplosione. Gli anarchici avevano rivendicato il gesto, motivandolo con l’impegno di alcune imprese del posto nel costruire il nuovo carcere di Trento e in cordate per la Tav Milano-Bologna”.
Gli anarchici però stavolta non hanno rivendicato nulla, e da un sito di “controinformazione” riferiscono di perquisizioni avvenute tra Trento e Rovereto nelle “case di vari compagni e compagne”, nonché nei due circoli delle rispettive città. Aggiungendo un commento: “Dopo l'ultimo periodo di allarme criminalità in Trentino dovuto all'aumento di furti e rapine con il conseguente aumento di polizia arrivata da Padova e baschi verdi della Guardia di Finanza, la Questura fa l'ennesima magra figura, visto che le rapine continuano e la notte porta ancora più consiglio”.