Analisi su 5.400 disoccupati
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Che tipo di disoccupazione c’è in Alto Adige? Nel 2023 i Centri di mediazione lavoro dell'Alto Adige hanno sottoposto a valutazione 5.400 disoccupati registrati con una procedura di valutazione standardizzata, al fine di identificare i loro ostacoli al collocamento e all'occupazione e di definire misure appropriate per ridurli. L’assesment è stato effettuato nell'ambito della Garanzia di Occupabilità "GOL"
I risultati delle valutazioni mostrano che il 71,0% delle disoccupate e dei disoccupati sottoposti all’assessment è "work ready", si tratta di persone più facilmente occupabili che necessitano di un reinserimento occupazionale minore. Secondo le valutazioni effettuate nel 2023, il 20,3% necessita di misure di formazione più brevi ("upskilling") e il 4,3% di misure di formazione più lunghe e intensive ("reskilling"). Un ulteriore 4,4% dei disoccupati valutati presenta barriere personali o sociali all'occupazione che possono essere affrontate con misure di inclusione, si tratta di quelle persone per cui la distanza e la difficoltà di inserimento nel mercato del lavoro dipendono da una serie di condizioni e bisogni complessi, che vanno oltre la dimensione lavorativa.
A livello nazionale l'Alto Adige si distingue con il secondo valore più alto, dopo le Marche, di disoccupati "work ready" (70%). La percentuale di disoccupati con esigenze di "reskilling" (4,5%) distanti dal mercato del lavoro si discosta notevolmente dalla media nazionale (19,8%), mentre la percentuale di quelli con esigenze di "upskilling" (20,9%) è vicina al dato nazionale (25,5%). Con il 6,5%, la percentuale di disoccupati che necessitano di servizi di inclusione è quasi doppia rispetto al dato nazionale (3,5%), con solo la Valle d'Aosta presenta un dato superiore (27,3%).
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I disoccupati di lunga durata sono il 13,6%. La maggior parte degli inattivi è di sesso femminile (53,0%) e l'81,0% è residente in Alto Adige. Poco meno del 60% dei beneficiari dell’assesment è di cittadinanza italiana, l'Alto Adige ha la più alta percentuale (40%) di disoccupati valutati senza cittadinanza italiana di tutte le regioni. Da notare che quasi la metà dei valutati ha dichiarato di non essere di madrelingua italiana o tedesca.
I risultati dell’assessment variano in base ai territori analizzati. Ad esempio, la percentuale di persone "work ready" varia dal 90% del CML di Egna al 57,1% del CML di Bressanone, che ha la percentuale più alta di persone in cerca di lavoro con esigenze di "upskilling" (30,6%). Queste differenze possono essere attribuite alla diversa composizione sociodemografica, sostiene l’osservatorio del mercato del lavoro.
Il titolo di studio formale gioca un ruolo nell'assegnazione ad un percorso su misura, mostra l’analisi dell’osservatorio. Il 90% delle persone con una laurea infatti è classificato come "work ready", mentre le persone con un titolo di studio massimo di scuola elementare si trovano nel gruppo con bisogni formativi intensivi e bisogni di inclusione.
Rispetto ai settori più caratterizzati dalla disoccupazione, un quarto degli inattivi (25,5%) lavorava nel settore degli altri servizi prima dello stato di disoccupazione le persone provenienti dal settore alberghiero-ristorativo (22,0%); al terzo posto ci sono i disoccupati che non hanno mai lavorato in Alto Adige (17,1%). In cifre assolute, il cameriere/la cameriera è l'occupazione principale più diffusa (489) prima della disoccupazione, seguita dalle professioni amministrative e impiegatizie (421), dagli assistenti familiari (407), dalle professioni di pulizia (374) e dalle professioni di vendita (349).