Perkmann? Non è un caso isolato
Per l’assessora provinciale alla salute Martha Stocker si tratta di “numeri nella norma”. Che hanno portato - tra l’altro - a soli 5 licenziamenti.
Come si ricorderà in passato il caso del dottor Reinhold Perkmann, ‘messo a tacere’ dall’amministrazione unica della Asl dopo una serie di sue critiche sul riordino del sistema sanitario altoatesino aveva fatto parecchio discutere. Del tema ne abbiamo riferito a più riprese anche noi su Salto.
Per sminuire la portata percentuale dei procedimenti disciplinari nei confronti del personale 'ribelle o inadempiente’, l’assessorato della Stocker ha ricordato che nella sanità altoatesina sono impegnati 9380 lavoratori, tra medici, infermieri, personale amministrativo e parte degli addetti alle pulizie. E che i procedimenti disciplinari aperti riguardano dunque ‘solo’ l’1,58 per cento del personale.
La forza dei numeri, insomma. Anche se i medesimi numeri ‘suonano diversi’ se invece diciamo, che nella sanità altoatesina ad essere colpito da un procedimento disciplinare è un dipendente su 63. No?
I dati sono stati resi noti da Martha Stocker in risposta ad un’interrogazione in consiglio provinciale presentata dai Freiheitlichen. E in essa non vengono comunicati dati in merito alle categorie professionali maggiormente interessate dai provvedimenti.
Dai dati però si evince che il comprensorio maggiormente interessato dai provvedimenti è stato quello di Merano che conta 2500 dipendenti e dove sono stati attivati ben 86 procedimenti a fronte dei 42 avviati invece a Bolzano dove i dipendenti sono 4200. Negli ultimi 5 anni i procedimenti disciplinari sono stati invece molti meno nei restanti comprensori e cioè Brunico (11) e Bressanone (9).
Tra i motivi principali che hanno portato ai procedimenti disciplinari si segnalano: assenza ingiustificata dal servizio per visita medica, tardiva presentazione del certificato medico in caso di assenza per malattia, attività professionale privata paralleal non comunicata o svolta durante l’orario di servizio. Alle motivazioni si aggiungono anche comportamenti scorretti nei confronti di superiori, dipendenti, pazienti o cittadini in genere. Non sono mancate neppure anche aggressioni fisiche tra dipendenti, violazioni dei doveri d’ufficio, abbandono del posto di lavoro.