“Ai rider spettano diritti e tutele”
La Sezione lavoro del Tribunale Ordinario di Torino ha riconosciuto a due rider di Foodinho Srl (Glovo) l’applicazione del Contratto Collettivo Nazionale Terziario, Distribuzione e Servizi. Il contenzioso, promosso da NIdiL, Filt e Filcams, assieme alla CGIL, si è concluso con una sentenza storica che ribadisce la natura subordinata del lavoro, riconoscendo ai lavoratori il pagamento degli arretrati derivanti dalle differenze retributive maturate per l’attività svolta a partire dal 2019.
Nel 2020 Assodelivery - la piattaforma che riunisce Deliveroo, Glovo, Uber Eats, Just Eat e Social Food - firmò in piena pandemia (dove la figura del rider era diventata centrale) un accordo con il sindacato di destra UGL (privo di riders tra le file dei propri iscritti) per rinsaldare il cottimo, la retribuzione conteggiata sul numero di consegne effettuate durante la giornata lavorativa, e la condizione di lavoratore autonomo dei fattorini.
L’iniziativa era stata condannata da numerosi sindacati e dalle principali piattaforme di rider autorganizzati. Anche a Bolzano ci sono state proteste e scioperi da parte dei fattorini. La situazione ha cominciato a smuoversi dopo alcune sentenze del tribunale del lavoro e una una circolare ministeriale che ribadiva i caratteri del rapporto lavorativo continuativo subordinato. La piattaforma Just Eat aveva poi deciso di fare un passo indietro.
Un ulteriore passo in avanti che sconfessa ancora una volta la logica del cottimo
Per la Cgil locale, la sentenza dei giorni scorsi di Torino rappresenta un risultato importante che potrebbe fare scuola anche in Alto Adige.
“Si tratta di un’importante sentenza sulla natura subordinata del rapporto di lavoro dei ciclofattorini – hanno commentato le segretarie provinciali Antonella Costanzo (Filcams/Lhfd), Christine Pichler (Nidil/Nab) e Marina Vettori (Filt/Gtv) –. Si tratta di un ulteriore passo in avanti che sconfessa ancora una volta la logica del cottimo dell’accordo Assodelivery-UGL, utilizzato dalla maggior parte delle piattaforme. L’accoglimento del ricorso dimostra che ai rider spettano tutti i diritti e tutte le tutele economiche del lavoro subordinato”.