Buon accordo o fregatura?
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Tutti a testa bassa a fare campagna elettorale, come è normale a poco più di tre settmane dal voto. Nessuno a nord di Salorno sembra essersi preso il tempo per andare a fondo della notizia/spot elettorale sul “regalone” da Roma di ben 267 milioni (e 468 per il Trentino), diffuso a reti e siti (compresi SALTO) unificati, lunedì 25 settembre. Tra le poche voci critiche quella del trentino Ugo Rossi, predecessore di Fugatti, che questo tipo di trattative in passato le ha fatte in prima persona. Ebbene, oltre alle incertezze legate ai soldi promessi, nelle comunicazioni ufficiali sembrano essere state taciute le varie rinunce agli altri contenziosi. “L'Autonomia ha bisogno di trasparenza – ha detto Rossi al Dolomiti.it - e credo che si debba andare oltre un comunicato stampa prodotto in periodo elettorale. Qui si maneggia lo Statuto, è un cosa importante, bisogna averne coscienza e rischia anche di diventare pericoloso”. La replica di Palazzo Widmann è comunque articolata: "Si tratta indubbiamente di un successo", dice Alexander Steiner, direttore generale della Provincia.
Come si è scritto anche su SALTO, lunedì, con squilli di tromba, e foto solitarie del ministro leghista Giorgetti perché in regione c'è la par condicio, è stato annunciato che sarebbero arrivati grandi trasferimenti di “soldi da Roma”. Stando alle comunicazioni ufficiali era stato trovata una risoluzione ad un contenzioso aperto dal 2009 quando, fra le altre cose, nel Patto di Milano erano state inserite le accise sul gasolio del riscaldamento come tributo di spettanza delle due Province(sempre al 90%). Per 13 anni, essendo la cifra spettante di difficile quantificazione, lo Stato non ha sborsato un euro. Ora per Bolzano è stata calcolata una cifra media di circa 20-23 milioni all’anno (per Trento 36), che poi ha portato alla cifra di 267 milioni. Nel documento siglato lunedì si legge però: “Lo Stato riconosce a ciascuna Provincia autonoma l’importo di euro 40 milioni nell’esercizio 2023 e si impegna a reperire le coperture finanziarie per l’erogazione, entro l’anno 2027, dei restanti importi ad esse spettanti, da ripartire in parti uguali per ciascuno degli anni dal 2024 al 2027, salvo diversa rimodulazione temporale connessa alla disponibilità di risorse”.
Quindi i soldi certi che arriveranno nelle casse delle due Province, osserva Rossi, sono 40 milioni. Ma in realtà “la 'concessione' che ci è stata fatta – spiega l'ex presidente – ci porta a rinunciare per sempre alla compartecipazione al gettito delle accise". Al punto 3 è infatti scritto che a “decorrere dal 2023 le Province di Trento e Bolzano rinunciano alla compartecipazione al gettito delle accise sui prodotti petroliferi ad uso riscaldamento”. In soldoni: una "rendita" fissa prevista dal Patto di Milano (accordo che è stato finora venduto come intesa valenza statutaria) in futuro non ci sarà più. “Quel gettito che avevamo conquistato con l'accordo di Milano sparisce”, accusa Rossi. Stiamo parlando di 18-20 milioni all’anno per Bolzano e dai 30 ai 36 milioni all'anno per Trento. La differenza tra le due province è dovuta al fatto che a sud di Salorno le caldaie a gasolio sono molte di più. Palazzo Widmann ha accetto l'accordo anche in previsione del fatto che le entrate da questo tipo di accise sono destinate a ridursi di moltissimo nel prossimo decennio.
Considerando questa tendenza, Kompatscher ha accettato che all’Alto Adige, come compensazione alle mancate entrate future, dovrà versare 13 milioni in meno all'anno nella compartecipazione al risanamento del debito pubblico. Una cifra che in futuro può essere rimessa in discussione da Roma.
Con il punto 8 dell’accordo vengono chiuse con una pietra tombale tutte le altre partite. In particolare al punto 8 si legge che le due province “rinunciano definitivamente alla rivendicazione delle restanti partite finanziarie oggetto del tavolo tecnico”. Fra queste vi è la rinuncia alla compensazione “del minor gettito Irpef della riforma del 2022” che solo a Bolzano, per il triennio 2022/2025 ha prodotto minori entrate - compensate da Roma - per 103 milioni. E, al tempo stesso, Bolzano e Trento si sono impegnate. a ritirare, entro sessanta giorni dalla sottoscrizione del presente accordo, tutti i ricorsi contro lo Stato pendenti dinnanzi alle diverse giurisdizioni relativi alle impugnative di leggi o di atti conseguenziali nelle materie riconducibili alle predette partite finanziarie oggetto del Tavolo, promossi prima del presente accordo, o, comunque, a rinunciare anche successivamente agli effetti finanziari positivi derivanti da pronunce di accoglimento di ricorsi pendenti presentati anche da altre regioni con riferimento alle stesse disposizioni”. Quest’ultima frase suona davvero malissimo, da vera fregatura.
Come la vede palazzo Widmann? "Lo Stato - replica Alexander Steiner, direttore generale della Provincia - ha detto che a partire dal 2025 i 103 milioni non ci sarebbero più spettati. I ristori li abbiamo ottenuti fino al 2024 e li abbiamo iscritti a bilancio per il 2025,, ma senza avere certezza che ci sarebbero stati concessi. Non abbiamo rinunciato dunque a nulla di concreto. Credo invece che sia davvero un grande successo riuscire a quantificare i soldi spettanti per le accise sul gasolio. Oltre ad avere gli arretrati abbiamo anche ottenuto una diminuzione di 13 milioni sulla compartecipazione alla spesa, e anche questo lo reputiamo un ottimo risultato".