L'Algeria e la partita con il ramadan

Iniziato il mese di digiuno islamico in Algeria si è scatenato un feroce dibattito sull'opportunità o meno di costringere i giocatori della nazionale a rispettarlo. In ballo l'interpretazione della norma sul viaggio della sharia. Poi ci sarebbe pure un ottavo di finale da giocare e la salute da salvaguardare...
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L’Algeria sarà un paese in festa, strabiliato dai successi della propria nazionale al mondiale in Brasile ed elettrizzato in vista della sfida alla Germania in programma questa sera Porto Alegre alle 22. Certo, l’entusiasmo coinvolge il Paese africano ma c’è un vento gelido che piega i pochi alberi del Maghreb: quello della polemica religiosa.

Già, perché l’altra notte è cominciato ufficialmente il mese purificatorio dell’islam, il ramadan. I fedeli, come noto, dovrebbero tenersi alla larga da cibo e acqua fintanto che il sole schiarisce il cielo per dedicarsi alla preghiera. Possibile rifocillarsi solo dopo il tramonto.

Tanto basta per ingarbugliare la situazione in Algeria, dove le massime cariche islamiche propongono ognuna delle soluzioni appropriate creando un curioso quadro in cui chiunque può intendere ciò che vuole. Una sorta di capolavoro alla Vasilij Kandinskij. Da un lato, infatti, c’è chi sostiene che gli atleti della nazionale siano in viaggio e quindi dispensati, secondo la sharia, dal digiuno, ma altri non recedono dalla linea integralista chiedendo ai calciatori di svolgere, prima di tutto, il loro compito di buoni fedeli. Sulla prima barricata ci sarebbe anche una fatwa emessa da Muhammad Sharif Qaher, esponente del supremo consiglio islamico dell’Algeria, ma alle frange estremiste interessa gran poco.

Il bandolo della intricata matassa è proprio il concetto stesso di viaggio. Per la dispensa, infatti, sarebbe opportuno viaggiare per jihad, malattia o motivi di studio. Far rientrare il mondiale in una di queste categoria è come chiedere a un koala di nuotare. Gli atleti, tuttavia, non possono pensare di affrontare uno sforzo fisico di simili dimensioni in un contesto come quello brasiliano senza alimentarsi o idratarsi come si deve.

Nessuno di loro, però, ha avuto il coraggio di uscire allo scoperto in modo netto ribadendo che il rispetto del ramadan, sportivamente, sarebbe come spalancare la porta a un’eliminazione certa. Per di più partendo da una posizione di evidenti outsider. Ci sarebbe, poi, un’integrità fisica da rispettare. Non a caso gli avversari Özil, Khedira e Mustafi (islamici della Germania) hanno già fatto sapere che non ci pensano nemmeno a correre rischi non necessari. Stesso discorso per i colleghi nella Svizzera Inler e Behrami. L’Algeria, comunque, aveva pure chiesto lo spostamento in orario serale del match, ma la Fifa ha opposto un secco rifiuto. Motivazioni logistiche ufficiali, ma la sensazione è che si sia voluto evitare di creare un precedente.

“Devono sempre fare in modo che Allah sia con loro” lo strale partito dall’interpretazione rigorosa. Stasera vedremo se conta di più la salute.

LA GUIDA.
Gli ottavi di ieri:
OLANDA-Messico 2-1
COSTA RICA-Grecia 5-3 d.c.r.

Gli ottavi di oggi:
Brasilia, ore 18, Francia-Nigeria
Porto Alegre, ore 22, Germania-Algeria