Politik | Provinciali 2013

Bruno Borin: il mio è un percorso di coerenza

Proviene dal MSI, Bruno Borin. La sua presenza nella lista di Forza Alto Adige/Lega Nord potrebbe apparire eccentrica all’interno di un partito che adesso ha scelto addirittura una ex leghista come suo nome di punta. L’abbiamo intervistato anche per sentire il suo parere al riguardo.

 Bruno Borin è il nome che gli elettori di Forza Alto Adige/Lega Nord troveranno al terzo posto della lista guidata da Elena Artioli. Si tratta di un imprenditore e politico di lungo corso, presente da ben 28 anni nel Consiglio comunale di Laives ed esponente di quell’ala sociale della destra che, dopo essersi accostata al berlusconismo (o essendone stata fagocitata), ha scelto in seguito di distaccarsene, provocando una diaspora particolarmente accentuata proprio in provincia di Bolzano. Borin, però, è uno dei pochi a non aver cambiato “casacca”, rimanendo fedele – così afferma – a un’idea di servizio della politica che non prevede troppi ripensamenti o personalismi. Anche su tutta la vicenda giudiziaria di Silvio Berlusconi, per esempio, il suo giudizio è molto cauto: “Io non posso e non voglio giudicare, dico solo che mi pare un po’ strano rinfacciare a un uomo, che fra l’altro ha pagato 200 di milioni di euro di tasse, di averne sottratti 6 al fisco, una quantità comparativamente irrisoria. E questo non perché l’evasione sia scusabile, ma alla luce delle immense difficoltà che oggi un imprenditore, anche un imprenditore come lui, deve affrontare per far quadrare i bilanci e dare lavoro ai suoi dipendenti”.

Sul ruolo ed il compito che aspettano Elena Artioli, una figura certamente eccentrica rispetto alla tradizione politica dalla quale lui stesso proviene, Borin ostenta una fiduciosa tranquillità: “Conosco la famiglia di Elena, il padre è sempre stato vicino ai nostri ambienti, dunque in un certo senso anche lei scaturisce dall’alveo della destra storica di questa terra. Ma è proprio la sua vicenda personale quella che a mio avviso può darci delle indicazioni utili sulla bontà della nostra e della sua scelta. Non scordiamoci che, quando militava nella Svp, le fu proposto di adottare il cognome del marito quale condizione per continuare a fare politica nel partito di Durnwalder. Una condizione, anzi un ricatto evidentemente inaccettabile, che a mio avviso mostra come il tanto decantato modello di convivenza altoatesino/sudtirolese abbia bisogno di non pochi ritocchi”. Ritocchi che Borin ravvede soprattutto nell’esigenza di contrastare la strategia, tipica del partito di raccolta sudtirolese, improntata al continuo rinvio di un modello di convivenza effettivo, ovvero non più succube del revanscismo delle destre a matrice etnica: “Artioli ha vissuto una discriminazione effettiva, sulla sua pelle, e dunque la sua ricollocazione politica deve essere vista come naturale. Del resto, non comprendo la sorpresa di chi manifesta scetticismo su un’alleanza, come quella tra Forza Italia e la Lega Nord, che per tanti anni si è dimostrata strettissima a livello nazionale”.

Ma quali sono gli accenti, i contenuti propriamente politici, che Borin vorrebbe evidenziare in questa campagna elettorale? “Guardi, il mio primo pensiero va alla situazione economica. È vero, viviamo in una provincia ricca, nella quale il benessere è ancora diffuso. Ma sono già troppi i segnali di un cambiamento, anche profondo, che non possiamo assolutamente sottovalutare. Basi pensare al 10% di disoccupazione giovanile o al drammatico calo di occupazione nel settore edilizio. Da questo punto di vista, mi vien da sorridere quando sento l’assessore Christian Tommasini che invoca la costruzione di nuovi alloggi per il ceto medio. Un ceto praticamente inesistente. Io ritengo che in Alto Adige sia necessario mettere mano a una riqualificazione energetica degli edifici pubblici e privati, sia per abbassare l’inquinamento e lo spreco di risorse, che per ricreare quei posti di lavoro che dal 2007 ad oggi sono andati perduti. Altro punto imprescindibile l’accorpamento dei comuni al di sotto dei 3000 abitanti, in modo da ridurre i costi dell’amministrazione. Infine bisogna incidere anche sui costi della sanità: in questo settore abbiamo buone prestazioni, non lo nego, ma con esborsi persino di molto superiori a regioni o realtà che vantano standard addirittura migliori di noi, come per esempio la Lombardia e in particolare Milano”.

Alla fine ancora qualche considerazione di carattere generale. Sulla Sel, per esempio, che Borin indica come il “giocattolo rotto”, da togliere subito dalle mani della Provincia per essere consegnato, anzi restituito ai comuni. E poi una nota sentimentale su quello che a qualcuno, vedendo l’uso che i candidati hanno fatto della maglia azzurra, quella della nazionale di calcio, durante la presentazione di sabato, ha inteso come un’offesa a quanti, pur se tifosi, non ne hanno gradito la strumentalizzazione politica: “Vede, magari questa scelta di marketing politico sarà apparsa discutibile. Ma io penso che l’appropriazione di un simbolo condiviso, soprattutto per chi viene dalla mia storia, significhi soprattutto la volontà di riguadagnare il rispetto che la nostra comunità si merita, e che negli ultimi anni è davvero mancato”.

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Andrea Terrigno Mo., 30.09.2013 - 14:37

Berlusconi ha abusato delle sue cariche istituzionali per triplicare il proprio patrimonio, sconvolgendo la nazione. È andato in politica per mettersi al sicuro dalle indagini che fin dall'83 venivano intraprese a suo carico (traffico stupefacenti e speculazione edilizia).
Lei si fa fotografare a fianco di uno che ha amici mafiosi. Complimenti!

Mo., 30.09.2013 - 14:37 Permalink