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"Scalata" iberica, Athesia fa bingo

Un'Opa di Asterion ha "tolto" al monopolista dell'informazione il pacchetto di azioni Retelit ricevute dopo la cessione di Brennercom. Maxiliquidazione da 50 milioni.
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Athesia avrebbe voluto continuare il suo coinvolgimento nelle telecomunicazioni grazie alla sua partecipazione in Retelit. Un’acquisizione della società quotata in borsa con sede a Milano ha impedito questo, ma ha liberato fondi che a loro volta possono essere ben investiti”. Così un sorridente Michl Ebner nel bollettino Athesia Intern di novembre. Ci è voluto un po’ per ricostruire i vari passaggi, ma la laconica frase rivolta “alle care collaboratrici e ai cari collaboratori” sta ad indicare in sintesi che il gruppo altoatesino che un anno fa, dopo la cessione di Brennercom a Retelit per 58 milioni, dichiarava di voler rafforzare la presenza nel settore ICT, ora è stato “scalzato” tramite una OPA (offerta pubblica d’acquisto) da Asterion Industrial Partners, il fondo di private equity spagnolo dell’ex numero uno di Endesa Europa, Jesús Olmos Clavijo. “Confermo che abbiamo ceduto le nostre quote a 3,10 euro ad azione, ma la somma complessiva dell’operazione preferiamo non darla”, dice al telefono Georg Ebner, figlio di Michl, che per un anno e mezzo ha fatto parte del board della società appena divenuta spagnola. L’adiòs al pianeta ICT è comunque definitivo (a meno di futuri investimenti, anche se gli Ebner stanno sempre più diventando editori-albergatori) e Athesia ha portato a termine probabilmente una delle operazioni più redditizie della sua storia con un segno + di parecchie decine di milioni di euro. Un esito che rivela una enorme sottovalutazione di Brennercom da parte degli advisor cui si affidò la Provincia all’atto di separare i rami d’azienda, nel 2016.

 

Ora: ricostruire i passaggi è stato tutt’altro che agevole e Georg Ebner ha legittimamente deciso di non fornire ulteriori spiegazioni, per cui nella ricostruzione ci potrebbero essere delle imprecisioni e soprattutto, varie lacune.  

La scalata Athesia a Brennercom

Agli Ebner di certo non manca il fiuto imprenditoriale e quindi, dai primi anni Duemila, Michl intravede le enormi potenzialità del mondo ICT, gettandosi di conseguenza a capofitto per fare propria la società regionale pubblica-privata Brennercom. Al fiuto, poi, si unisce la grande nonchalance nell’usare i propri media per mettere avversari politici (perlopiù interni)  con le spalle al muro – e, quando serve, con la testa sott’acqua - grazie all’ineguagliabile (nel mondo libero) potenza di fuoco fornita dal monopolio editoriale.

Nel 2008 Athesia-Tyrolia GmbH acquisisce dalla KM Invest GmbH di Karl Manfredi il suo pacchetto azionario di Brennercom. Con questa operazione la famiglia Ebner, ricorda il Team K in un documento, si trova a detenere il 48,34% di Brennercom, mentre la Provincia diventa il secondo maggiore azionista con il 42,35%. Nonostante investimenti contenuti e buoni profitti Athesia si sente stretta e, in nome delle leggi di mercato e contro l’inaccettabile “statalismo” della Provincia, reclama la maggioranza. Prima Durnwalder e poi, con maggiore convinzione, Kompatscher si oppongono e dopo una dura lotta che espone il Landeshauptmann alla prima grande shit storm organizzata dai media del gruppo, si trova faticosamente un compromesso. La società viene divisa in due, con una società in mano agli Ebner che opera nel settore delle telecomunicazioni e una seconda – pubblica, chiamata Infranet – attiva nell’espansione della rete a banda larga.

Nel 2016 Athesia, dunque, si assicura il settore telecomunicazioni di Brennercom.  “Un compromesso senza vincitori né vinti”, dice il presidente Arno Kompatscher. Il valore economico della società viene fissato dall’advisor Baker Tilly Revisa S.p.A in 18 milioni di euro. “In casi che dovrebbero rimanere del tutto eccezionali – osserva Paul Kollensperger nella nota-  è consentita anche la trattativa privata con un unico offerente, ma è assolutamente necessario evidenziare con particolare cura la convenienza economica e quindi la congruità del prezzo e questo a nostro avviso non è avvenuto". Il più classico degli esempi di "sistema Alto Adige"? En passant basti ricordare che l'Svp in consiglio provinciale per due volte ha fatto in modo che non venissero approvati ordini del giorno che avrebbero "consigliato" l'apertura di un bando pubblico. Controllare più dell'80% del mercato dell'informazione di un territorio diciamo che non fa male neppure agli altri affari.

 

Come si spiega il valore stimato nel 2016 e il prezzo a cui Brennercom è stata venduta nel 2020?, si chiede il verde Riccardo Dello Sbarba in una interrogazione di gennaio 2020. Nella risposta Kompatscher dice di ignorare le cifre dell’affare e si limita a “segnalare che i valori assegnati ai fini della scissione della società e il prezzo di vendita delle quote sono due concetti completamente diversi e che dalla data di approvazione del progetto di scissione ad oggi è trascorso un periodo superiore a 3 anni. In un siffatto arco temporale non può revocarsi in dubbio come la gestione aziendale e i relativi risultati degli esercizi, nonché eventuali operazioni finanziarie poste in essere dai soci privati, abbiano potuto avere un notevole impatto sul valore economico della società scissa”. Quello che dice Kompatscher è sicuramente vero, in quei tre anni possono essere successe molte cose, gli Ebner sanno fare impresa, ma la distanza nelle cifre resta talmente siderale, che la domanda appare più che legittima. Da un comunicato di Retelit dell’estate 2020 si apprende in via ufficiale che Athesia per la cessione dell’ex gioiello regionale ha incassato 43 milioni in linee di credito e 15 milioni in azioni Retelit, pari al 5,13% del capitale sociale. “Retelit è un operatore leader italiano nell’infrastruttura in fibra ottica e nei progetti per la trasformazione digitale. Bolzano sarà centrale nella strategia di sviluppo del gruppo” dice allora Josef Morandell di Brennercom.

Athesia in silenzio "scala" Retelit

Passano pochi mesi e lo scenario cambia radicalmente, e senza ulteriori chiarimenti da parte di Athesia, si può dare conto unicamente di quello che si trova in rete. All’inizio del 2021 Bolzano diventa sì, come annunciato, “centrale”, ma lo fa a sorpresa rastrellando 8 milioni di azioni Retelit con 28 diverse operazioni eseguite in 4 mesi. E, a fine maggio, due settimane dopo l’ultima acquisizione, con un tempismo perfetto, gli spagnoli di Asterion/Marbles annunciano l’OPA che porterà ad un “apprezzamento” finale di 0,81 centesimi ad azione e la società iberica a possedere il 95% del capitale sociale di Retelit.

Qualche passo indietro. Il 14 maggio il Corriere comunicazioni scrive: “Intanto Michael Ebner, attraverso le società Athesia (3,155%), Athesia Druck (1,865%) e Athesia-Tyrolia Druck (3,265%) sale a una quota dell’8,285% di partecipazione indiretta in Retelit. È quanto emerge dalle partecipazioni rilevanti della Consob, con riferimento al 5 maggio scorso, secondo cui la situazione precedente, al 30 luglio 2020, era di una quota del 5,13%”. Un 5,13% che stando alle comunicazioni ufficiali valeva 15 milioni di euro. Ma con quale percorso si arriva a quel 3,1% in più? Su questa impressionante raffica di operazioni, online si trova solo quanto scritto da Corriere comunicazioni.

Scorrendo i documenti interni di Retelit (che si trovano online in quanto società quotata, ma non sono listati nei motori di ricerca) si scopre che la data fatidica è il 22 gennaio. Georg Ebner, il rampollo della famiglia laureato alla Cattolica e con un master in finanza all’università del Massachussets, membro del consiglio di amministrazione di Retelit Digital Services Spa, società direttamente controllata da Retelit S.p.A, fiuta l'affare (alle ore 15.46 di lunedì 6 dicembre in questo punto del pezzo è stata tolta per autotutela un'espressione che non è stata gradita dai legali di Athesia e la cui presenza nulla avrebbe aggiunto al testo, ndr) . Con “normali” operazioni di borsa perfettamente pianificate Athesia Spa (e non direttamente Georg Ebner, come scritto originariamente, ndr) non acquista il 3,1% in blocco ma, appunto, le rastrella con 28 operazioni tutte regolarmente registrate negli internal dealing. Acquista a un prezzo medio di 2,29 euro ad azione per complessive 3.470.021 azioni. Sì, 3,4 milioni, per un investimento totale di poco meno di 8 milioni (7.956.536) di euro.

Un giornale finanziario a fine maggio scrive: “Dopo tante voci di una possibile scalata di un finanziere spagnolo, giunto al 28% del capitale, oggi la grande notizia. OPA sul titolo a 2,85 euro. Prezzo quasi sestuplicato rispetto a 8 anni fa”. Secondo la definizione della Treccani l’OPA è un’operazione di borsa mediante la quale una società o una persona dichiarano pubblicamente agli azionisti di una società quotata in Borsa (come Retelit) di essere disposta a comprare i loro titoli a un prezzo superiore a quello di borsa, per acquisire o rafforzare il proprio controllo sulla società in questione.

Se l’OPA si concludesse con questo prezzo (56 centesimi in più ad azione) in poche settimane Athesia realizzerebbe una plusvalenza di 1,943 milioni di euro solo sulle ultime azioni acquistate a partire da gennaio. Invece ai primi di ottobre, dopo due riaperture dei termini, il prezzo dell’OPA arriva a 3,10 e quindi ogni azione viene valutata 81 centesimi in più. La plusvalenza complessiva è di 2,81 milioni. Un gioco di prestigio finanziario che non può non far sgranare gli occhi.

Ma l'operazione complessiva è di ben altra portata. Secondo quanto raccontano i documenti le tre società del gruppo (Athesia Spa, Athesia Druck, Athesia Tyrolia Druck) a settembre  possiedono complessivamente 16.310.078 azioni e vengono liquidate dagli spagnoli per complessivi 50.561.241.

Ricapitolando: nel 2016, scindendo la società, la Provincia valuta il ramo telecomunicazioni di Brennercom 18 milioni (nel computo andrebbero conteggiati i precedenti investimenti di Athesia); nel 2020, per Brennercom, Athesia riceve da Retelit 43,1 milioni e 15 milioni in azioni. Investendo circa 8 milioni tra gennaio e maggio 2021 e raggiungendo l’8,24% del capitale sociale di Retelit, Athesia a ottobre 2021, dopo la scalata Asterion/Marbles, viene liquidata (salvo smentite) con altri 50 milioni. Insomma, per usare l’eufemismo di Athesia intern, nelle casse si è liberato qualche fondo che può essere re-investito. Chissà se per un minuto qualcuno in via del Vigneto ha pensato di investire un ventesimo della incredibile plusvalenza per ridare un lavoro ai 18 giornalisti del quotidiano Il Trentino licenziati letteralmente dalla sera alla mattina proprio sette giorni prima di iniziare la “scalata” alle azioni Retelit.