Politik | sostenibilità

Inceneritore, don't look up

Il termovalorizzatore di Bolzano continuerà a importare rifiuti dal Trentino, bruciandone fino a ventimila tonnellate l'anno. Un'eccezione sta diventando la regola?
Termovalorizzatore, inceneritore, Bolzano
Foto: Comune Bz

È il film Netflix del momento, Don't Look Up (“Non guardare in alto”). Una cometa sta per colpire la Terra, ma la cosa sembra non interessare a nessuno. Analogamente, presi come siamo dalle conseguenze della pandemia, sfuggono alla nostra attenzione altri argomenti scottanti – soprattutto quelli di ambito ambientale. Se il Presidente della Provincia ha parlato del rischio di conflitti in tema di sostenibilità, i Fridays for Future, dal canto loro, accusano la Giunta (e in particolare l'Assessorato all'ambiente) di “greenwashing”. Nel frattempo, il termovalorizzatore di Bolzano – per anni nell'occhio del ciclone – sembra non tenere più banco nel dibattito politico provinciale, nonostante attorno al nuovo impianto sorto alle porte del capoluogo siano ancora molti i nodi irrisolti.

 

Prima i rifiuti trentini!

 

Tra questi nodi, è passata in secondo piano la questione dell'importazione di rifiuti dal Trentino. La sollevò in primavera il Gruppo Verde in Consiglio provinciale, con un'interrogazione all'assessore all'ambiente Giuliano Vettorato. Stando a un accordo stretto tra le due Province autonome nel 2017, ogni anno il Sudtirolo è obbligato ad accettare circa 15mila tonnellate di rifiuti trentini. Peccato che nel 2019 e nel 2020 l’inceneritore bolzanino non avesse la capacità di accogliere quei rifiuti perché già saturo e, a quel punto, l’impianto respinse una parte dei rifiuti altoatesini e li dirottò alla discarica di Sacco a nord di Bressanone, riaperta apposta per smaltirli. “L’inceneritore ha dovuto ridurre drasticamente i conferimenti per non superare il limite massimo, concordando con il gestore della discarica Sacco (il Comune di Fortezza) il dirottamento dei rifiuti, per via della situazione di estrema particolarità” rispose Vettorato agli ecologisti. L'assessore della Lega nonché Vicepresidente della Provincia imputò il maggiore conferimento nel 2020 (di circa 8mila tonnellate) alla situazione pandemica.

 

 

Nello stesso periodo in cui venivano bruciati i rifiuti trentini, furono però superate le quantità autorizzate dalla VIA. Tali superamenti vennero accertati – e sanzionati – a seguito dei controlli svolti tra il 2018 e il 2019 dall’Agenzia provinciale per l’ambiente, dalla Guardia di Finanza e dal Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri. Bolzano fu multata anche per aver accettato, in assenza di autorizzazioni, i rifiuti speciali dall’Azienda Bioenergia di Cadino, l'impianto del Trentino che tratta i rifiuti organici. La multa, per la società pubblica Eco-Center che gestisce il termovalorizzatore del capoluogo, ammontò a 13mila euro.

A maggio di quest'anno il consigliere dei Verdi Riccardo Dello Sbarba sottolineò come “l’inceneritore dovrebbe servire a chiudere il ciclo dei rifiuti a livello provinciale” e chiese di ridiscutere il rapporto con la Provincia di Trento. “L'intenzione della Giunta”, replicò Vettorato, è di “concludere la convenzione con Trento alla sua scadenza”, riducendo prima di allora “la forchetta che va dalle 5mila a 10mila tonnellate di importazione”. Sia nel 2019 che nel 2020 i rifiuti trentini bruciati a Bolzano erano pari a 14mila tonnellate l'anno.

 

Never ending import

 

Eppure, una misura dichiarata come “transitoria” rischia di diventare permanente. Una nuova interrogazione del Gruppo verde in Landtag chiede alla Giunta se proseguirà l'accordo con Trento, che scade nel 2022 ma può essere prorogato per 5 anni “dopo una valutazione congiunta”. Nella risposta di Giuliano Vettorato datata 15 dicembre si legge che “la convenzione si è rivelata una base importante per l'utilizzo sostenibile sia dell'impianto di Bolzano che di quello di digestione anaerobica di Cadino. In linea di principio, quindi, nulla si oppone all'estensione dell'accordo”. Si valuterà una gestione “più flessibile della quota di Trento” e in futuro si darà priorità ai rifiuti combustibili generati in Provincia “onde evitare che finiscano nelle discariche altoatesine”, detto questo “la quota di 20mila per la Provincia di Trento non sarà comunque superata in futuro”.

 

 

In altre parole, nonostante l'assessore all'ambiente si fosse pronunciato a maggio per una sostanziale revisione degli accordi, se non una loro cessazione, a dicembre annuncia che il Sudtirolo continerà a bruciare fino a 20mila tonnellate di rifiuti dal Trentino – quando la legge provinciale sulla base della quale fu costruito l'inceneritore di Bolzano vietasse esplicitamente l'importazione di rifiuti. Per Vettorato, così a maggio, i rifiuti servono a “garantire il buon funzionamento dell’inceneritore e soprattutto per tenere fede alla convenzione”. “Sostenibilità vuol dire ridurre al massimo i rifiuti inceneriti, non bruciare a pagamento i rifiuti altrui”, commenta Dello Sbarba. Sebbene nessuno guardi all'inceneritore, intorno a esso le ragioni di conflitto non cessano di esistere.