Umwelt | Pesticidi

Un assordante grido di allarme

In primavera migliaia di atomizzatori spruzzano in aria miscela di acqua pesticida atomizzata. Dal 50 al 90% delle miscele non arriva all'obiettivo e va nell'ambiente.
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Si aspettava la primavera per godere dell’aria aperta, degli spettacoli che la natura al suo risveglio offre. Ora ci si accontenta di approfittare del breve periodo che la coda dell’inverno, un primo aumento di temperatura, ogni minimo segnale di anticipo di stagione ci regala, prima che a inizio primavera si debba dire già di buonora addio all’aria aperta, al godimento della bella stagione. Dalle sei del mattino si sente l’ormai ben noto minaccioso, inquietante e diffuso rumore di sottofondo. Cessa il buonumore con cui si voleva dar inizio alla giornata. I trattori con atomizzatori – migliaia nell’intera valle – ad ogni trattamento si mettono in moto in pochi giorni, spruzzando ogni anno dagli 80 ai 100 kg di pesticidi per ettaro l’anno (vedi Studio di Ioriatti FEM –Ioriatti 2011_impatto_frutticoltura_intensiva.pdf). Siamo solo in Val di Non, ma non ci può rasserenare il fatto di “essere in buona compagnia” o peggio che il “mal comune è mezzo gaudio”: abbiamo la consapevolezza di una diffusa realtà che condividiamo tristemente anche e non solo con le confinanti regioni. I pesticidi, più in generale l’AGRICOLTURA INTENSIVA, è da tempo un problema mondiale che coinvolge più livelli: quello sociale sulla qualità della vita, quello ambientale e quello della salute pubblica.

L’origine storica dei pesticidi è legata intimamente alla guerra chimica di cui è padre Fritz Haber (1868 – 1934). Haber mise a punto il fosgene che rappresenta la più letale arma chimica preparata a Berlino a quel tempo. Il fosgene continua ad essere largamente usato come composto dei pesticidi, ed è uno dei componenti del “sevin”, l’insetticida all’origine della catastrofe ambientale e umanitaria di Bhopal in India nel dicembre 1984. Il 3 dicembre l’impianto in questione va improvvisamente in panne. La nube tossica avvelena e uccide migliaia di vittime.   

Il Comitato per il Diritto alla Salute in Valle di Non, di cui sono sostenitrice da anni insieme a migliaia di cittadini principalmente residenti, è sorto per salvare la salute della nostra casa comune (terra, aria, acqua, animali, persone, bambini, ...). E’ un libero comitato di cittadini che nel 2007 ha iniziato a studiare la problematica dei PESTICIDI IN AREE RESIDENZIALI. Era costituito da circa 20 persone attive. Purtroppo ora, dopo 15 anni di dure battaglie l'attività del comitato si è molto ridotta a causa del logoramento e delle regole “covid” che hanno impedito gli incontri e le azioni.

Il disagio di vivere in aree agricole intensive con ampio uso di pesticidi non è poca cosa, a causa delle decine di trattamenti principalmente di sintesi; se ne può prendere visione dai corrispondenti bollettini consigliati dalla FEM (Fondazione Edmund Mach). Strumento di diffusione sono gli atomizzatori, macchine che spruzzano in aria la miscela di acqua pesticida atomizzata, com’è ben visibile dalle foto e da numerosi filmati in internet che documentano la causa del disagio. 

La qualità della vita è ridotta a causa dei forti penetranti odori, della presenza di residui di pesticidi (nei giardini, nelle case, e perfino nei nostri corpi, soprattutto i bambini sono i più esposti); succede che addirittura si venga investiti dalle nuvole di pesticidi atomizzati nell’aria. Dal 50 al 90% delle miscele non arriva all’obiettivo, ma finisce in aria, suolo e acqua (Studio Lorenzin – Betta – deriva – 1992 vedi a pag. 1). Vengono usate molecole pericolose per la salute umana, quali: a) il captano, sospetto cancerogeno, vedi etichetta b) il glifosate, erbicida. Il conflitto di interessi tra politica e industria dei pesticidi è un serio problema: l’oligopolio dell’industria chimica ha un enorme potere. Il problema si presenta a livello regionale, nazionale e sfortunatamente globale. c) il chlorpyrifos etil, di cui troppo si è subito fino al divieto europeo del 21.04.2020, neurotossico (vedi studio del prof. Landrigan pubblicato su The Lancet 2006 da cui emerge che DONNE IN GRAVIDANZA ESPOSTE A QUESTA MOLECOLA FANNO NASCERE BAMBINI CON UN DIAMETRO DEL CERVELLO PIU' PICCOLO E CON PROBLEMI DI ACCRESCIMENTO E SVILUPPO). Queste molecole le ritroviamo nelle polveri delle nostre abitazioni e finanche nei nostri corpi come emerge da uno studio dell’APSS. Infatti la quantità di chlorpyrifos nelle urine dei residenti dal periodo di non trattamento a quello di trattamento raddoppiano (Relazione analisi APSS 231109). Anche nelle acque dei torrenti e nel cibo che acquistiamo sono state rintracciate le stesse molecole (in Italia mediamente solo il 43% della frutta è regolare e senza residui, fonte: Pesticidi nel piatto 2012 – Legambiente). Migliaia di persone non solo locali e sempre di più manifestano disagio nel vivere vicino ad aree agricole intensive. E' nata la sezione italiana della rete internazionale PAN (Pesticide Action Network: http://www.pan-italia.it e http://www.pan-europe.info).

Secondo molti agronomi i pesticidi usati in maniera sempre più massiccia da oltre 50 anni non hanno risolto il problema delle malattie in agricoltura, in quanto ogni anno ci sono sempre nuove patologie. Quindi, sembra proprio il contrario.

Fa male ripetere quanto afferma lo studio de “Il Salvagente” nel 2019, perché si tratta della nostra terra, della nostra gente che lavora, e non si vorrebbe. Ma non si può star del tutto zitti: le province autonome della nostra regione risultano avere il più alto tasso di consumo di pesticidi ad ettaro d’Italia e forse d’Europa. Urge una presa di coscienza generale, una pronta richiesta di interventi e un impegno da parte del consumatore ad acquistare cibi certificati biologici se vuole tutelare la sua salute, quella ambientale e quella degli agricoltori e residenti in aree agricole.

Si può produrre cibo a sufficienza senza pesticidi di sintesi, ci sono esempi di agricoltori che producono cibo e reddito senza il loro uso e con trattamenti limitati; si tratta di agricoltura biologica o biodinamica.

Inoltre, per nutrire la popolazione mondiale, il problema non è produrre di più, ma distribuire meglio il cibo prodotto senza gli enormi sprechi. Da uno studio dell’Europa risulta che è possibile sfamare il mondo senza l’uso di pesticidi.

Le istituzioni da parte loro devono smetterla di sovvenzionare ed esonerare dal pagamento delle normali tasse anche gli agricoltori che usano pesticidi di sintesi e OGM come avviene nell’AGRICOLTURA INTEGRATA, che non rispetta l’ambiente e la salute umana.

Oggi c’è una nuova minaccia: sono i SEMPRE PIU' MASSICCI DISBOSCAMENTI PER CREARE NUOVE AREE AGRICOLE INTENSIVE, oltre al già presente uso massiccio di PESTICIDI. E’ recente il caso di 2,5 ettari di bosco abbattuto in valle per piantare meli. Sono state tagliate centinaia di piante di larice, abete, pruni, faggio, ciliegi selvatici, ... Ora è tutto in abbandono per l’incapacità di gestire questo assurdo disboscamento per una bonifica altrettanto assurda. Risultato: due ettari = 20.000 m2 di degrado, circondato da reti in plastica sostenute da tondini di ferro arrugginiti e cadenti. Da questo punto panoramico lo sguardo spazia su buona parte della valle con le sue enormi distese di monocoltura intensiva.  

Per tali ragioni il 26/09/2022 in Trentino c'è stato un referendum per far diventare IL TRENTINO UN BIO DISTRETTO. Ben 70.000 Trentini hanno detto NO AI PESTICIDI.  Purtroppo non è stato raggiunto il quorum, per la ancora insufficiente consapevolezza della popolazione (https://bio.trentino.it/).