L'incubo dei fattori 6 e 10
L’aumento dei costi dell’energia colpisce indiscriminatamente cittadini e imprese. Ma queste ultime, per restare in piedi, non hanno altra scelta che scaricare i costi sugli utenti finali, alimentando così la spirale inflattiva. Se in qualche modo non si trova una via per correre ai ripari l’attuale tasso di inflazione al 10%, semplicemente impensabile fino a un anno fa, è destinato a schizzare ancora verso l'alto, colpendo, di nuovo, soprattutto le famiglie.
Assoimprenditori nei giorni scorsi ha lanciato l’allarme, dicendo che in molti settori, soprattutto quelli che usano grandi quantità di energia, vi è il concreto rischio di blocco della produzione con conseguente perdita dei posti di lavoro. Le imprese chiedono soluzioni urgenti a livello europeo: un tetto al prezzo del gas, il disaccoppiamento del prezzo dell’elettricità dal prezzo del gas e la fornitura a prezzi fissi all’industria di una quota della produzione nazionale di energia rinnovabile.
Se per le famiglie i costi delle bollette dell'energia elettrica sono triplicati, per le imprese si parla rispettivamente di “fattore 6” e “fattore 10”. Detto in soldoni il primo indica l’aumento di sei volte del costo dell’energia elettrica e il secondo di 10 volte quello del gas. Per le famiglie, invece, il fattore è 3, ma, come detto, queste ultime non hanno possibilità di scaricare i costi su qualcun altro. Li sostengono e basta. Va da sé che interventi in favore delle imprese, indirettamente dovrebbero nel tempo portare benefici anche per le famiglie grazie alla riduzione dei prezzi.
“Non è facile – dice Thomas Brandstätter (Zipperle Spa), Presidente del gruppo di acquisto di energia dell'associazione degli imprenditori – dire quale settore sia il più colpito. Chi ad esempio produce cemento, o il settore delle costruzioni in generale, è in grande difficoltà. Ma anche i trasformatori di frutta, che per il confezionamento devono portare la frutta ad alte temperature, hanno un grande aumento dei costi. Latte, vetro, carta, speck, ma anche le stesse cooperative di frutta, sono settori davvero in difficoltà per l’aumento dei costi di produzione. E questo determina un forte aumento dei prezzi che non so fino a quando i consumatori potranno sostenere”.
Per quanto riguarda la propria azienda che produce succhi di frutta, Brandstätter ha per ora fatto i calcoli solo dell’incidenza dell'energia elettrica. “Se normalmente finora pagavamo circa 1,5 milioni all’anno di energia elettrica, quest’anno andremo almeno a 7-8 milioni, ma forse anche oltre. Per l’elettricità si parla di “fattore 6”, nel senso di volte tanto rispetto ai costi normali”. Facendo due conti in un’azienda che ha un fatturato di 65-70 milioni la differenza incide sul fatturato per il 10%. Il che si traduce poi in un aumento dei prezzi per i consumatori finali del 10%. E non è ancora finita. Il problema dell’inflazione è enorme e rischia di peggiorare ovunque. Gli Stati europei devono assolutamente trovare una soluzione comune al problema energetico. Questo inverno sarà molto difficile, le famiglie saranno costrette a posticipare gli acquisti, e per la nostra economia ci saranno possibili ripercussioni sul turismo. Il grande problema è che per fronteggiare la situazione lo Stato italiano avrebbe bisogno di soldi. Ma dopo due anni di spese per l’emergenza Covid, dubito che ci siano i fondi”.
Markus Kofler (Kofler & Rech Spa), vice-presidente di Assoimprenditori con delega all’energia, è dello stesso avviso. “La nostra azienda fra le altre cose produce conglomerato bituminoso. Per riscaldare gli inerti serve molta energia. Fino all’anno scorso l’incidenza del costo dell’energia sul prodotto finito era il 6,5%, adesso parliamo del 30%. Senza il Decreto aiuti del governo Draghi molte imprese non ce l’avrebbero fatta. Nei prezziari dei lavori pubblici ora il costo del conglomerato è aumentato del 30% rispetto a gennaio 2022 e quindi dell’aumento se ne fanno carico gli utenti finali”.
I settori maggiormente colpiti dall'impazzimento del mercato sono i più disparati. “Se si pensa alimentari, senza considerare le materie prime in generale, solo l’aumento dell’energia elettrica ha portato ad aumento di costi del 15- 20% sul totale del fatturato. Chi aveva siglato contratti a lungo termine con la grande distribuzione è ovvio che ora sia in grande difficoltà. C’è poi un problema legato alla competitività, visto che in alcuni Stati vi sono prezzi calmierati. Va quindi trovata una soluzione a livello europeo. Ora anche chi aveva contratti per le forniture energetiche a lungo termine presto avrà dei nuovi contratti e quindi a breve ci saranno nuovi aumenti per tutti. La situazione è davvero molto seria”, conclude Kofler.
Una soluzione immediata, che
Una soluzione immediata, che potrebbe essere implementata in 24 ore, e' togliere la responsabilita' gestionale dell'intero settore energetico dagli speculatori, soprattutto di chi pensa in puri termini finanziari, e passarla a chi analizza e ragiona in termini di ingegneria, fisica (percezione del limiti oggettivi dei sistemi tecnici e naturali) ed economia gestionale e degli investimenti. L'economia deve servire ad allocare al meglio risorse limitate, non per arricchirsi con previsioni di aumenti di prezzo, e per farlo manipolare il mercato.
Prendendo a esempio quantita' energetiche quali il MWh, in quanti tra i decisori conoscono le differenze tra "termico", "elettrico" e soprattutto le implicazioni del 2. principio della termodinamica? Al contrario, passano tranquillamente anche sui media assurdita' quali, in questi giorni, il "termosifone a 19 gradi", che non sta in piedi. O l'abbassamento della temperatura, sempre del termosifone, di due gradi, che non porta a nulla. Mentre se si intende "temperatura interna degli ambienti" questa dipende da molti fattori, tra cui isolamento termico, esposizione e numero di persone presenti. In un edificio in Classe "A" dovranno aprire le finestre per ridurre la temperatura interna ai nuovi limiti di legge? Le sfaccettature di questo e altri problemi sono molteplici, soluzioni affrettate e di forma rischiano di portare piu' guai che benefici.
I media devono necessariamente semplificare, specie nei titoli. Mentre dai decisori sarebbe bene aspettarsi una migliore comprensione delle relazioni di causa ed effetto. Senza il 2. principio e numerose altre relazioni tecniche e fisiche questa comprensione difficilmente e' possibile.
Antwort auf Una soluzione immediata, che von Gianguido Piani
Se va avanti cosí ho paura
Se va avanti cosí ho paura che ci penserá la furia del popolo a toglie qualcosa a qualcuno...! Non mi meraviglierebbe se in autunno/inverno ci fossero delle insurrezioni violente; la situazione mi sembra estremamente delicata... Non é possibile che la politica non riesca a frenare le speculazioni e a riprendere in mano il controllo situazione.
Rincari da 6 a 10-volte sono
Rincari da 6 a 10-volte sono dovute essenzialmente a delle speculazioni sfacettate da bloccarsi subito ed energicamente da parte della UE e dei suoi Stati !