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Come ha votato Bolzano

Spagnolli deve la sua elezione al voto disgiunto di elettori del centrodestra e al travaso di consensi dal M5S al centrosinistra (in crescita). Stabili destra ed SVP.
scheda Senato
Foto: Repubblica

Le elezioni politiche del 25 settembre 2022 sono le prime nelle quali i 18enni hanno potuto partecipare all’elezione del Senato della Repubblica. Una novità, introdotta con legge costituzionale nel 2021, che rende più facile raffrontare direttamente i dati tra Camera dei Deputati e Senato: ora i corpi elettorali delle due Camere coincidono, in quanto tutti gli elettori e le elettrici che si recano a votare ricevono entrambe le schede di voto per i due rami del Parlamento.

 

Osservando da vicino i dati di Bolzano città, si riscontra una sensibile differenza tra l’esito del voto alla Camera e al Senato per centrodestra e centrosinistra. Se per il Senato Gigi Spagnolli (PD) con 15mila voti e il 31,3% ha superato lo sfidante Maurizio Bosatra (Lega) al 30,1%, alla Camera il centrodestra ha preso il 33,7% contro il 29,3% del centrosinistra. La SVP, terza, è in entrambi i casi al 14%. Questo dato ha un’unica possibile motivazione: il voto disgiunto di quasi duemila elettori del centrodestra, che hanno preferito i candidati del territorio (e in particolare Spagnolli) al leghista lodigiano. Non solo. Sommando il dato delle forze che hanno sostenuto esplicitamente o implicitamente la rielezione di Renzo Caramaschi a sindaco di Bolzano, nel 2020, si arriva di poco oltre il 50%. Più netta la somma tra i consensi di Spagnolli e quelli di Mayr: 52,35%.

 

Astensione a 5 Stelle

 

La maggioranza autonomista nel capoluogo si è perciò rafforzata a queste elezioni. Anche senza SVP, le forze politiche che potremmo definire autonomiste e di centro/centrosinistra (PD, Verdi/Sinistra, Più Europa, Italia Viva) hanno la maggioranza relativa, intorno al 37%. Un consenso analogo a quello ottenuto al primo turno delle comunali da Caramaschi, ma ben sopra il 26% che si ottiene sommando i consensi alle politiche del 2018 dei partiti di centrosinistra che sostenevano Maria Elena Boschi e Gianclaudio Bressa a quelli di Verdi/LEU con Lantschner e Polonioli. Da dove arrivano questi voti? Il dato del Movimento 5 Stelle è eloquente: nel 2018 a Bolzano raccolse 11mila voti, pari al 22,6 alla Camera e il 22,3% al Senato, mentre domenica si è attestato al 7,1-7,7%. È evidente che una parte consistente del voto pentastellato (circa un terzo) si sia spostata sul centrosinistra, un’altra (soprattutto alla Camera) sul centrodestra e il resto si sia rifugiato nell’astensione in aumento. In tutta Italia, i flussi elettorali mostrano un passaggio dal bacino del M5S a quello dell’astensionismo.

 

La Destra costante

 

Riassumendo, Spagnolli (che ha raccolto a Bolzano due terzi del consenso nel collegio) deve la sua elezione al Senato a questa parte del già elettorato Cinque stelle e al voto disgiunto di elettori di centrodestra confluito sull’ex sindaco. La SVP resta stabile, soprattutto se si guardano i voti assoluti (7mila) pressoché immutati nelle ultime tre tornate elettorali, e stesso discorso vale per il centrodestra, attestato sui 15-16mila voti - con un travaso interno di consensi verso Fratelli d’Italia, ora primo partito della città capoluogo con il 22,64%. “I voti guadagnati da FdI sembrano essere usciti infatti dalle casse della Lega che aveva nel 2018 il 15,71% e domenica non è andata oltre il 7,89%, da Forza Italia che aveva il 9,18% e che ora non va oltre il 3,43%” e infine “dalla lista di CasaPound che ottenne un notevole 5,26%” scrive su salto.bz Maurizio Ferrandi su salto.bz. “A Bolzano - conclude - esiste un’area massiccia di centrodestra, la cui entità in realtà risale all’inizio degli anni '80 quando fu la Fiamma missina a fare il pieno di voti. All’interno di questo perimetro gli orientamenti possono variare, ma il risultato complessivo non è poi molto diverso nel fluire del tempo”.