Kultur | giorno della memoria

Il calendario di un antisemita

Il Reimmichls Volkskalender, edito da Athesia, porta ancora oggi il nome di un sacerdote tirolese che si distinse per le sue accese esternazioni contro gli ebrei.
reimmichlmuseum
Foto: Reimmichl Volkskalender/Tyrolia

Si presenta come una rivista, di quelle spesse, con la carta lucida. Ma in realtà si tratta di un calendario. “Un bestseller da almeno 100 anni”, lo definisce sul proprio sito la casa editrice nordtirolese Tyrolia. “Il calendario popolare altoatesino Reimmichl” - così lo descrive invece Athesia - “unisce tradizione e contemporaneità. Un almanacco per la casa e la famiglia, con divertenti e raffinati racconti, immagini e fotografie di un tempo, ma anche di oggi, detti contadini e molti articoli d'attualità sull'Alto Adige e sulla sua gente. Un calendario con storia”. Ogni anno, a dicembre, è un acquisto obbligato per molte famiglie del Sudtirolo e del Tirolo austriaco: si tratta del Reimmichls Volkskalender, una versione nostrana del (ben più noto in Italia) calendario di “Frate Indovino”.

 

 

Il “frate” in questo caso è un sacerdote, scrittore e giornalista di nome Sebastian Rieger, nato nel 1867 in Tirolo orientale, a St. Veit in Defereggen, e morto nel 1953 a Hall in Tirol, vicino Innsbruck. Nel 1920 pubblicò per la prima volta il “Calendario popolare tirolese” (Tiroler Volkskalender) firmandosi con lo pseudonimo di “Reimmichl” che dal 1925 diede il nome al calendario. Un nome che influenzò per oltre mezzo secolo l’identità (e la Chiesa) locale, con quasi 200 racconti e circa 60 romanzi pubblicati. Suo è anche il testo del celebre brano “Tirol isch lei oans”, “il Tirolo è uno soltanto”, un inno all’indissolubilità del “Terra santa” tirolese. “L’uomo più influente del Tirolo”, come fu definito, è annoverato tra i promotori del Bauernbund nel 1904, anno della sua fondazione.

 

 

Ma dietro alla storica popolarità di Rieger si cela un lato oscuro. I testi pubblicati nel primo Novecento dall’uomo di Chiesa sono spesso connotati da un fortissimo antisemitismo, su cui si è sempre sorvolato nelle celebrazioni successive alla sua morte. Oltre che autore del Kalender, Rieger fu redattore del giornale cristiano-sociale “Tiroler Volksbote”, dove a partire dal 1897 lo “scrittore popolare” pubblicava i suoi racconti. Nel calendario come nel quotidiano cattolico si trovano decine di sue frasi antisemite: “L’Austria, che avrebbe dovuto essere un baluardo contro gli infedeli, è diventata la patria del popolo più miscredente - gli ebrei!” lamenta il Reimmichl nel suo articolo di Capodanno del 1900.

 

Le ricerche di Steurer

 

Dove gli ebrei sono la maggioranza, i cristiani vengono sfregiati a sangue”, scrisse quattro anni più tardi, “dove arrivano più ebrei, la moralità va a rotoli. Gli ebrei sono i peggiori corruttori. Gli ebrei deridono apertamente e sfacciatamente la nostra fede, stampano scritti e giornali antireligiosi e inquinano così il popolo cristiano, gli ebrei commettono abominevoli atti di rapina divina nelle nostre chiese”. “Cara è questa patria… soprattutto gli ebrei che prosciugano sino all'ultima goccia di sangue questo povero Stato” scrisse nel 1921. Il primo a tematizzare l'antisemitismo di Reimmichl è stato nel 1986 lo storico sudtirolese Leopold Steurer sul numero Die Geschichte der Juden in Tirol della rivista culturale Sturzflüge. A 50 anni dalla morte di Rieger, il quotidiano austriaco der Standard titolòUn ‘grande tirolese’ e antisemita” lamentando come l’ex arcivescovo di Innsbruck Reinhold Stecher, durante le celebrazioni a Hall, avesse ignorato le pagine più controverse della biografia del monsignore.

 

 

“Nell’ambito della cultura popolare tirolese”, scrisse Leopold Steurer nel 1986, “furono soprattutto le pubblicazioni e gli articoli sul Tiroler Volksbote del sacerdote Sebastian Rieger, noto come Reimmichl, a presentare gli ebrei ai contadini tirolesi come un nemico, nella veste del liberalismo, del capitalismo e di un ‘socialismo ateo’. Sono ‘gli estranei’ (…) che hanno portato dalla città al paese lo ‘spirito capitalista-liberale-socialista ebraico’ nelmondo fino ad allora ordinato, gerarchicamente strutturato e moralmente ed eticamente integro del paese contadino: sono il bacillo corrosivo nel cosmo cattolico-conservatore tirolese, caratterizzato da lavoro, onestà, parsimonia, vita familiare felice e sentimenti patriottici, introduce i mali riprovevoli e senza Dio del materialismo, della permissività sessuale, dell'infedeltà e dell'indifferenza religiosa”.

 

 

Per Steurer, in termini di diffusione, il Reimmichlkalender rappresentò a cavallo tra le due guerre mondiali “lo strumento più influente della propaganda antisemita” in Tirolo, soprattutto all’interno della rubrica “Rundschau in der Welt” (“uno sguardo sul mondo”, ancora oggi presente nel calendario edito da Athesia) in cui si può trovare ogni anno un attacco agli ebrei, combinato con un forte anticomunismo. Nel 1921, ad esempio, il calendario teorizzava come in Austria, Ungheria e Unione Sovietica ci fossero “assassini e rapinatori ebrei” e “bande criminali ebraiche”, mentre nel 1928 la socialdemocrazia “dominata dagli ebrei” diventava il nuovo “Erode” della storia del cristianesimo, poiché si era posta l'obiettivo della “distruzione totale della Chiesa cattolica”. Infine, le edizioni tirolesi degli anni quaranta abbracciarono appieno la propaganda nazionalsocialista.

 

Nessuna rielaborazione critica

 

Dopo la fine della seconda guerra mondiale nacque il “gemello sudtirolese” del popolare calendario, mantenendo lo storico frontespizio con i tre Sternsinger opera dell’artista Josef Bachlechner. L’edizione sudtirolese del “Reimmichls Volkskalender” fu voluta dal canonico antifascista Michael Gamper, fondatore della casa editrice Athesia, con l'obiettivo di rafforzare la consapevolezza identitaria dei sudtirolesi. Dell’antisemitismo del Rieger, ovviamente, non vi fu più traccia nelle riedizioni del secondo dopoguerra: molti testi furono semplicemente “ripuliti” dagli attacchi. E ripubblicati.

 

 

Aveva a cuore la difesa della vita contadina - si legge sul sito ufficiale del Reimmichls Volkskalender e dell’omonimo museo a Hall - Rieger non si è concentrato sulla lotta, ma sulla riconciliazione. Il fatto che questo atteggiamento non lo abbia preservato dall'antigiudaismo, tuttavia, dimostra che anche le persone benintenzionate e amanti della pace non sono immuni da terribili aberrazioni”. “L'antisemitismo a sfondo religioso, con l'accusa di aver ucciso il figlio di Dio, era fortemente presente nel Tirolo, attraverso le leggende sugli omicidi rituali di Anderle von Rinn, del Simonino di Trento o di Ursula da Lienz” scrive Paul Muigg nella sua biografia „Das große Reimmichl-Lesebuch“, “e anche Reimmichl non poteva sfuggirvi. È da notare, tuttavia, che gli attacchi di Reimmichl agli ebrei cessarono all'inizio degli anni Trenta”. Aberrazioni e attacchi la cui portata viene tuttavia perlopiù taciuta dalla narrazione ufficiale. Che ancora oggi celebra Sebastian Rieger come uno dei padri del Tirolo contemporaneo.