Arno Kompatscher, Giorgia Meloni, Philipp Achammer
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Politik | elezioni 23 wahlen

Affinità elettive

La Südtiroler Volkspartei governerà con Fratelli d’Italia nella prossima Giunta provinciale? La questione non è più “se” ciò accadrà, ma “come”.

Due immagini. La prima, con la senatrice SVP Julia Unterberger a fianco di Rita Mattei (Lega) nel Salto Debate alla vigilia delle elezioni politiche. In quel faccia a faccia, la presidente del Gruppo per le Autonomie a Palazzo Madama espresse una posizione chiara e inequivocabile: “Per la Südtiroler Volkspartei, Fratelli d'Italia è un assoluto no-go”. Solo qualche settimana dopo la Volkspartei si sarebbe astenuta nel voto di fiducia al nuovo governo di Giorgia Meloni. Unterberger, annunciando la propria astensione, si rivolse alla neo-premier con queste parole: “Le parlo da sudtirolese, donna progressista e femminista, quindi da una posizione agli antipodi dalla sua. Devo attestarle che il suo intervento non mi è dispiaciuto. Certo, è un discorso da destra conservatrice, ma accettabile nei toni e nella forma. Pertanto, spero che la Meloni dei congressi di Vox appartenga al passato”.

 

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Salto Debate: la senatrice della SVP Julia Unterberger nel corso del dibattito elettorale di salto.bz nel 2022

 

La seconda immagine è più recente. Vede la capogruppo dei Verdi sudtirolesi in Consiglio provinciale Brigitte Foppa presentare l’alleanza con la Sinistra/Die Linke nel quartier generale del partito ecologista in via Bottai a Bolzano. “Assistiamo a un disgelo della SVP verso la destra italiana che è preoccupante” spiegò Foppa, “ed è agghiacciante come i massimi esponenti della Stella alpina, ovvero l’eurodeputato Herbert Dorfmann, l'Obmann Philipp Achammer e il governatore Arno Kompatscher, si siano scagliati contro Julia Unterberger per le sue critiche a Silvio Berlusconi”. Secondo la consigliera provinciale verde, resta una sola alternativa alla futura Giunta tra SVP, FdI e Lega: una maggioranza SVP-centrosinistra.

A poche settimane dalle elezioni provinciali in Sudtirolo tutto fa credere, però, che quest’alternativa non esista nemmeno nel campo delle ipotesi. L’esito del voto di ottobre sembra già segnato: la Südtiroler Volkspartei governerà con Fratelli d’Italia nella prossima Landesregierung. L’antico arcinemico, erede del Movimento Sociale Italiano (MSI), è già stato sdoganato da tempo. La questione dunque non sarebbe più se questa strana alleanza vedrà la luce, ma come, in che termini. Quanti consensi perderà (se li perderà) la SVP? Quanto sarà indispensabile l’apporto di FdI in termini di consiglieri in aula? La Lega sarà necessaria come terzo partner di Giunta? Quanti saranno gli assessori italiani - e quali?

 

In principio fu la Lega

 

Le ragioni di questo passaggio obbligato risiedono nel passato. La Südtiroler Volkspartei è il “partito di raccolta” che dal Secondo Dopoguerra a oggi ha ininterrottamente rappresentato a Roma le minoranze linguistiche tedesca e ladina dell’Alto Adige/Südtirol. A Bolzano, dal 1948 al 2013 la SVP ha goduto della maggioranza assoluta all’interno del Consiglio provinciale, oltre a esprimere sinora tutti i Presidenti della Provincia. Solo con le elezioni provinciali del 2013, che coincidono anche con il passaggio di testimone a Palazzo Widmann tra Luis Durnwalder e Arno Kompatscher, la SVP ha perso la propria maggioranza assoluta, passando da 18 a 17 consiglieri eletti su 35. Un ulteriore calo di consensi è avvenuto nel 2018, con 15 seggi su 35.

 

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Lega al debutto: (da sinistra) i consiglieri provinciali Carlo Vettori (ora in Forza Italia), Massimo Bessone, Rita Mattei e Giuliano Vettorato nel 2018. Foto: Othmar Seehauser

 

Lo Statuto d’Autonomia costringe la SVP a trovare partner di Giunta che garantiscano assessori di lingua italiana. Dal 2018, per la prima volta nella storia del Sudtirolo un partito del centrodestra italiano, ovvero la Lega-Salvini Premier, siede a fianco della SVP al governo della Provincia. La Lega è stata la forza politica che nel 2018 ha raccolto maggiori consensi tra gli elettori di lingua italiana, eleggendo 4 consiglieri. Sino a quel momento, la SVP ha stretto accordi con la Democrazia Cristiana prima e con i partiti del centrosinistra poi, escludendo la possibilità di sedersi al tavolo con il centrodestra, ritenuto “nazionalista”. Negli anni Novanta e Duemila, in particolare, il partito di destra più votato dalla comunità italiana dell’Alto Adige era Alleanza Nazionale, evoluzione dell’MSI che fu strenuo avversario della SVP e contrario a un’Autonomia speciale che privilegiasse la tutela della lingua e cultura tedesca. Il successo della Lega “federalista” e perciò considerata “amica dell’Autonomia”, nonché la debolezza elettorale del Partito Democratico in Alto Adige, ha spinto la SVP a togliere lo storico veto sulla destra locale e a sceglierla come partner di governo provinciale.

 

In bocca al lupo

 

Le elezioni provinciali del 22 ottobre 2023 saranno perciò un ulteriore banco di prova della tenuta elettorale della SVP. Nonostante la ricandidatura per un terzo mandato del Landeshauptmann Kompatscher, considerato un esponente più “progressista” del partito e perciò ritenuto più vicino al PD e ai Verdi, si fanno sempre più concrete le possibilità che la Volkspartei possa formare una maggioranza inedita con Fratelli d’Italia all’indomani del voto. I segnali in questo senso sono molteplici.

 

Giorgia Meloni in piazza Matteotti a Bolzano
Intonando l'inno di Mameli: (da sinistra) i deputati Alessandro Urzì e Alessia Ambrosi, la leader di Fd’I Giorgia Meloni e il consigliere provinciale Marco Galateo a Bolzano nel settembre 2022. Foto: Valentino Liberto

 

Propensa a un’alleanza con il partito della premier Giorgia Meloni è soprattutto l’ala più conservatrice della SVP, in particolare la corrente dei contadini espressione del Südtiroler Bauernbund (SBB), l’Unione agricoltori e coltivatori diretti sudtirolesi. Negli ultimi mesi, il consigliere provinciale Marco Galateo (FdI) si è spesso trovato a votare assieme alla SVP in Landtag e ha più volte partecipato a incontri con il Bauernbund. Le aperture del Ministro all’agricoltura e sovranità alimentare Francesco Lollobrigida sulla possibilità di abbattimento di lupi e orsi hanno raccolto il plauso convinto della SVP e dello stesso Bauernbund, che sulla gestione dei cosiddetti “grandi predatori” ha posizioni analoghe a Fratelli d’Italia. In un’intervista pubblicata dalla Tageszeitung, l’Obmann del SBB Leo Tiefenthaler ha speso parole di elogio verso Lollobrigida e FdI (“non sono contro l’Autonomia”) mentre per il Corriere dell’Alto Adige Galateo sarebbe intenzionato a candidare esponenti del Bauernbund sulla propria lista.

 

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In Fiera a Bolzano: il ministro Francesco Lollobrigida (al centro) con, da sinistra, Philipp Achammer, Armin Hilpold, Arno Kompatscher, Arnold Schuler e Alessandro Urzì. Foto: Fiera Bolzano/Marco Parisi

 

L’avvicinamento tra Stella Alpina e Fratelli d’Italia gode infine dell’appoggio del gruppo editoriale Athesia. In un editoriale uscito dopo le elezioni politiche, il direttore della Dolomiten Toni Ebner sottolineò come Giorgia Meloni sia stata in grado di “comunicare in modo credibile la sua rottura con il fascismo” e abbia “in agenda altre cose prima di comprimere l'autonomia dell'Alto Adige”.

 

La fine di un tabù

 

In effetti, le posizioni critiche di Fratelli d’Italia verso l’Autonomia altoatesina, accusata per anni di discriminare gli italiani del Sudtirolo, si sono via via ammorbidite, sino quasi a scomparire dall’agenda di Giorgia Meloni. La presidente del Consiglio, appena insediatasi a Palazzo Chigi, ha lanciato segnali di distensione verso la SVP, sin dal suo discorso programmatico alla Camera, nel quale la Presidente del Consiglio ha pronunciato la “formula magica” richiesta dalla SVP in cambio della (significativa) astensione dei parlamentari della Volkspartei nel voto di fiducia al nuovo Governo di centrodestra, ovvero il “ripristino degli standard di autonomia che nel 1992 portarono al rilascio della quietanza liberatoria” da parte dell’Austria. Ricevendo a Roma il Cancelliere austriaco Karl Nehammer, Meloni ha definito l’Autonomia dell’Alto Adige “un modello a livello internazionale”. Ad aprile 2023, la nomina a Presidente della Commissione dei Sei del deputato bolzanino Alessandro Urzì, primo esponente della fiamma tricolore a presiedere i “Sei”, ha consolidato lo scenario di una Südtiroler Volkspartei sempre più vicina a Giorgia Meloni.

 

karl nehammer con giorgia meloni
Stretta di mano: il cancelliere austriaco Karl Nehammer ricevuto a Roma dalla premier Giorgia Meloni nel 2023.

 

Una Giunta provinciale SVP-FdI romperebbe lo storico tabù che fino a pochi anni fa rendeva inconciliabili la difesa dell’Autonomia speciale dal centralismo romano con la difesa dell’italianità e della Nazione “una e indivisibile”. Difficile prevedere quanto durerà questo matrimonio, se potrà scalfire o perlomeno ridimensionare la credibilità della SVP come “partito di raccolta” del gruppo linguistico tedesco e ladino, nonché l’immagine di FdI come “partito degli italiani” dell'Alto Adige, e quale impatto tutto ciò avrà sulla tenuta democratica della nostra Autonomia. Nel caso della Südtiroler Volkspartei è lecito domandarsi se valga la pena sacrificare sull’altare della Realpolitik, oltre al lupo, anche l'antifascismo insito nella tutela delle minoranze linguistiche da ogni nazionalismo, alleandosi con chi in nome della fiamma tricolore si scaglia contro altre minoranze, che siano etniche, religiose, d’orientamento sessuale. Credere non possa mai più essere il nostro turno, tradisce quantomeno un eccesso di ottimismo.