Arsenii Mun vince il Premio Busoni
È Arsenii Mun ad aggiudicarsi la 64a edizione del Premio Busoni, al termine di una Finalissima elettrizzante e di altissimo livello. Il pianista russo fa cappotto e oltre al premio più alto si porta a casa il Premio del Pubblico, il Premio Alice Tartarottti e, dato che il Primo Premio gli è stato assegnato all’unanimità dalla Giuria, anche il Premio Michelangeli, che mancava all’appello da molti anni. Secondo l’americano Anthony Ratinov, il Terzo Premio va al giapponese Ryota Yamazaki. Soddisfazione da parte degli organizzatori per un’edizione che ha registrato una qualità dei partecipanti davvero eccellente, e quindi una Finalissima da manuale. Programmata per la prima volta al mattino, per permettere ai tanti spettatori dell’Estremo Oriente di seguire con facilità lo streaming ma anche ai concorrenti di provare con più agio per due giorni assieme all’orchestra, la Finalissima ha visto una generosa affluenza di pubblico. In un Teatro Comunale sold out, animato dall’atmosfera delle occasioni più eccezionali, Anthony Ratinov apriva i giochi, protagonista di un Terzo Concerto di Prokof’ef brillantissimo, lucido, con controllo totale della tecnica ma anche della struttura musicale: un’esecuzione luminosa come un diamante tagliato perfettamente per questo pianista dalla formazione non solo artistica ma anche scientifica, laureato com’è con lode in Ingegneria Chimica a Yale. Arsenii Mun confermava il pianismo magnetico e seduttivo: la sua Rapsodia su tema di Paganini di Rachmanoniv, con le sue molte variazioni, i cambi repentini di atmosfera e le funambolici passaggi di ardito virtuosismo, catturava l’ascolto grazie alla cura del timbro meticolosa e la tecnica impeccabile, conquistando pubblico e giuria. Infine Ryota Yamazaki concludeva il matinèe con il Primo Concerto di Cajkovski, partitura maestosa in cui aveva modo di ribadire un pianismo fatto di intensità e in cui il virtuosismo è al servizio di un’espressività sempre significativa e attentamente coltivata. Molto apprezzata l’Orchestra Haydn, che Arvo Volmer dirigeva con piglio sicuro, privilegiando l’attenzione ad un’esecuzione ritmicamente impeccabile anche per favorire il più possibile l’insieme con i solisti, ma dando spazio a bei momenti di cantabilità. Da parte del pubblico del Teatro Comunale applausi calorosi e chiamate sul palco per tutti e tre i solisti – e non poteva essere altrimenti dato l’altissimo livello.
Tra i Premi Speciali si segnalano il Premio per la migliore esecuzione di una composizione di Busoni, assegnato ad Antonio Chen Guang, e quello per la migliore esecuzione di una composizione contemporanea, a Zitong Wang. Il Quarto Premio è andato ad Antonio Chen Guang, beniamino di una parte del pubblico che sicuramente l’avrebbe voluto riascoltare in finale; il Quinto a Maxim Ron Huang e il Sesto Premio a Zitong Wang.
Il Busoni chiude quest’edizione che ha ulteriormente rafforzato i legami con la Cina, da cui sono arrivati messaggi e saluti: dall’Ambasciatore Italiano a Pechino, e da gruppi di studenti di cinque Università che erano collegate in streaming. Soddisfazione da parte del Direttore Artistico Peter Paul Kainrath e dal Sindaco Caramaschi, che guarda a Parigi speranzoso in un eventuale accoglimento di Bolzano nell’Unesco quale città amica della musica.
Pianista russo? A sentire la
Pianista russo? A sentire la Rai sender Bozen, il terzo era giapponese il secondo americano il primo...non pervenuto. Quando si dice: giornalisti professionisti.