Colomba Picasso
Foto: Arthive
Politik | Commento

Il preteso copyright sulla colomba

La colomba della pace di Picasso non merita “kleinkarierte” beghe politiche: i Verdi trovino piuttosto una via altoatesina per rappresentare l'Altro Sudtirolo a Bruxelles.
  • Quando si finisce a carte bollate per un copyright sul simbolo vuol dire che anche sinistra si è perso il significato nobile di fare politica.

    E’ una constatazione amarissima che esprimo dopo aver appreso dalla stampa della diffida, ad opera dei Verdi altoatesini, a “Pace Terra Dignità” di usare la colomba nel proprio simbolo. 

    La colomba, dipinta da Picasso, Magritte, Bansky tanto per citare gli artisti più famosi, non merita “kleinkarierte” beghe politiche, ma non le merita nemmeno il popolo variegato della sinistra che sa distinguere benissimo tra i due simboli perché è molto più politicizzato dei suoi vertici.

    Il popolo della sinistra si aspetta dai propri vertici che discutano anche aspramente su temi, visioni e prospettive politiche e su queste, se non c’è la possibilità di trovare una sintesi, si dividano. 

    La battaglia a suon di carte bollate sul simbolo, questa proprio no: non solo la bocciano ma rischia di diventare un boomerang per chi l’ha intrapresa. Diventa espressione di supposta primazia rispetto ad altri che fa a pugni con l’idea stessa di pari dignità che la sinistra si fregia di rappresentare. 

    Quanto ai simboli, se messi a confronto, ben si differenziano sia per il colore dello sfondo che per la rappresentazione grafica della colomba stessa. Dubito pertanto che la diffida sortirà un esito positivo per i diffidanti.

  • I due simboli a confronto: a sinistra, il contrassegno della lista di Michele Santoro "Pace Terra Dignità", a destra lo storico logo dei Verdi sudtirolesi scelto da Alexander Langer. Foto: SALTO
  • Penso altresì che i Verdi sudtirolesi avrebbero potuto dedicare impegno e creatività, come in altri periodi più felici della loro storia, per individuare una via altoatesina che desse la possibilità ad una donna o un uomo del territorio di rappresentare a Bruxelles l’altro Sudtirolo. Mi vengono in mente le operazioni Reinhold Messner e Sepp Kusstatscher che purtroppo oramai sono preistoria. 

    Mi era sembrato che il movimento civico “No Excuse”, nato dopo le elezioni d’autunno per contestare la svolta a destra della SVP, avesse mandato un segnale chiaro e forte alla politica del centrosinistra: mi sembrava che avesse chiesto di cercare il comune denominatore per dare rappresentanza ad un popolo che chiede che ci si occupi delle persone, della loro dignità, dei diritti, della libertà, della pace, del lavoro, della fame, dell’ambiente. 

    Queste elezioni europee sono più importanti di altre per il futuro dell’Europa: gli uomini e le donne del centrosinistra lo sanno e non vogliono dai propri partiti e movimenti una politica di basso cabotaggio. Se i vertici non lo capiscono sarà l’ennesima occasione persa… e le file dell’astensionismo si ingrosseranno