Tre domande sulla politica energetica
Com’è possibile risolvere il conflitto scaturito dalle illegalità connesse alle concessioni energetiche?
Occorre innanzitutto ripristinare la legalità. Oggi SEL gestisce 12 grandi concessioni idroelettriche ottenute attraverso la manipolazione dei progetti e la falsificazione delle gare. Se non si annullano questi atti illegali e i loro effetti non ci potrà essere nessuna soluzione. Dunque le assegnazioni delle 12 grandi concessioni vanno annullate e ripetute, escludendo dalla gara i progetti manipolati e chi ha imbrogliato nella gara. Le centrali vanno assegnate in base alle offerte migliori tra quelle che sono rimaste.
Chi deve ricavare profitti dal settore energetico?
La mano pubblica. L’acqua è un bene pubblico e il potere di erogare le concessioni idroelettriche deve rimanere alla Provincia. Ma per poter esercitare questa sua competenza, in nome dei cittadini, la Provincia deve seguire procedure trasparenti e evitare ogni conflitto di interesse. Per questo la Provincia non deve partecipare alle gare con proprie società, ma fare da arbitro leale: indire le gare, fissare i criteri in modo rigoroso, decidere qual è l’offerta migliore con una procedura corretta che rispetti i pareri tecnici, incassare le imposte e controllare che gli impegni presi da chi vince la concessione siano effettivamente rispettati.
I criteri per le gare devono garantire che l’interesse pubblico sia premiato a prescindere da chi vince le gare. Ciò significa: rigoroso rispetto dell’ambiente e innalzamento drastico delle imposte che il concessionario dovrà pagare a Provincia e Comuni per l’utilizzo delle acque. Io auspico che a vincere le gare siano società pubbliche, non provinciali ma dei Comuni.
Quali sono, a suo avviso, le tre principali condizioni per una ristrutturazione della politica energetica della provincia?
1) Drastica svolta in direzione del risparmio energetico. L’energia più pulita è quella che non si consuma. Nonostante il fiore all’occhiello “Casa Clima”, il consumo di elettricità del Sudtirolo negli ultimi 12 anni è cresciuto del 50%, passando da 2.000 GWh a 3.000 GWh. Non possiamo rincorrere questo aumento con un aumento della produzione: in Sudtirolo solo il 7% dei corsi d’acqua è libero da centrali, che sono quasi 1.000. Non possiamo “intubare” fino all’ultimo torrente né coprire le montagne di pale eoliche. Occorre un piano straordinario per il risparmio energetico.
2) Per quanto riguarda la produzione idroelettrica, essa deve passare dalla Provincia ai Comuni, come già previsto dalla norma di attuazione sull’energia del 1977, che stabilisce che i Comuni, le loro società e i loro consorzi siano i titolari della distribuzione e della produzione. Bisogna creare una nuova società provinciale a cui partecipino tutti i comuni della provincia. Un modello in questo senso è già in fase di avanzata elaborazione da parte del Consorzio dei Comuni. A questa nuova società vanno anche trasferite le quote societarie che la Provincia detiene in SEL (93%). L’operazione di trasferimento delle quote può avvenire a titolo gratuito con un apposito articolo inserito nella prossima legge finanziaria provinciale.
3) Per quanto riguarda la distribuzione, anch’essa deve passare ai comuni. Va approfondita la fattibilità del modello cooperativo proposta dal Consorzio energetico delle Raiffeisen. Solo le cooperative, infatti, possono fornire direttamente energia ai clienti: ciò consente di saltare l’intermediazione e di ridurre i prezzi dell’energia per gli utenti del 30% (vedi modello Prato allo Stelvio).
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Tranne il titolo ;-) una posizione impeccabile!
Antwort auf Tranne il titolo ;-) una von Martin Daniel
Titolo
Adesso va bene anche il titolo. :)