tico maia
Foto: Comune di Merano
Politik | Merano

E Tico Maia fu

La città del Passirio ha dunque "cassato" Maddalena di Canossa, fondatrice delle Figlie di carità. Paradossale che non sia stata giudicata figura inclusiva.
  • E  Tico Maia fu 

    Tutto si è detto sulla sciatteria della delibera, poi ritirata dall’amministrazione comunale di Merano lo scorso autunno, dove

    • si confondeva Maddalena di Canossa, la fondatrice dell’ordine religioso che si occupa dell’assistenza, cura e formazione dell’infanzia, con Matilde, la potente feudataria dell’umiliazione inflitta a Enrico IV ,
    • si adducevano irricevibili motivazioni etniche per il cambio di nome del nido e della materna,  
    • si soprapponevano le competenze in capo al Comune ed alla Provincia.

    Dopo alcuni mesi intercorsi per rimediare a tutti questi pasticci, nei giorni scorsi l’amministrazione  ha ufficializzato la nuova intitolazione “TICOMAIA” alla presenza dei media. In realtà l’unica VERA notizia della conferenza stampa è che dall’autunno il nido avrà una nuova sezione. Maddalena di Canossa (quantunque mandata in soffitta) non potrà che gioirne assieme a quelle famiglie che troveranno posto per i propri bambini. 

    Merano potrebbe fare scuola sulle intitolazioni che attengono alle competenze in capo al Comune: in questo caso si è trattato del cambio di intitolazione, per la piazzetta Jesenska - Kafka di una nuova denominazione, per il Centro della Cultura di via Cavour dell’ intitolazione mancante. 

    Qui si è voluto cambiare il nome perché la nuova amministrazione sostiene che il “genius loci” non è incarnato dalla fondatrice delle Figlie della Carità, l’ordine che negli anni sessanta aveva coadiuvato all’assistenza e cura dei bambini meranesi che frequentavano quell’asilo. Nel caso della piazzetta si è voluto valorizzare il  soggiorno dello scrittore praghese a Merano dall’aprile al giugno 1920  quando intrattenne una fitta corrispondenza con la sua traduttrice ceca Milena Jesenska 

    Per il Centro della Cultura non si è ancora individuata un’intitolazione “adeguata” alla funzione della struttura culturale fortemente voluta e realizzata dalle amministrazioni SVP- centrosinistra. Un’intitolazione che trovi tutti d’accordo pare un’impresa impossibile.   A questo punto sorge spontanea una riflessione sul significato e sul valore che si attribuiscono a Merano - e non solo in riva al Passirio, in realtà - alle denominazioni dei luoghi, siano essi edifici di proprietà ed uso pubblico, che di strade, piazze, ponti.

    Si vuole cioè onorare la memoria di figure significative per la città, per la sua storia, per la costruzione della sua identità multiculturale? O ci si vuole appiattire su di un presente dalle forme indefinite come il  peluche creato all’uopo? 

    Delle due l’una: al momento i criteri non sono chiari. Chi avrebbe mai potuto opporsi ad una piazza “Jesenska - Kafka”? 

    E perché invece Maddalena di Canossa,  fondatrice delle Figlie e dei Figli della Carità,  conosciuta nel mondo per la sua opera a sostegno dell’infanzia, è stata giudicata figura “non inclusiva” per asilo nido e scuola materna? C’entra forse l’origine del "cognome" più che non la fama ed il legame con la città di queste due figure?

    Lascio a chi legge la risposta. 

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Simonetta Lucchi Mo., 20.05.2024 - 10:54

Kafka come si sa ha soggiornato a Merano dove scriveva lettere in cui descriveva la situazione difficile in cui si trovava la comunità ebraica. Di questa comunità ebraica- sterminata e mai ricordata- facevano parte donne scrittrici e artiste, attiviste per i diritti femminile, famose a livello europeo. Ricordare loro? Magari finalmente insieme a tutti gli altri.

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